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L'Europeo
I grandi reportages

Nella sua nuova periodicità prima trimestrale e ora bimestrale, L'Europeo presentala sua nuova formula editoriale: numeri monotematici che affrontano i vari aspetti dell'argomento con una carrellata sugli avvenimenti dell'ultimo cinquantennio.
I testi sono prevalentemente selezionati dalla raccolta dei 50 anni del settimanale (dal '45 al '95, quando per quel settimanale scrivevano personaggi come Alberto Moravia, Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Camilla Cederna, Indro Montanelli, Carlo Bo, Achille Campanile, Oriana Fallaci, Lietta Tornabuoni, Oreste Del Buono, Ennio Flaiano), ai quali si aggiungono articoli commissionati oggi a firme prestigiose (tra cui Francesco Merlo, GianAntono Stella, Cesare Fiumi, Claudio Carabba, Aldo Grasso).



Congo, 1964: quando i mercenari arrivano sulla riva sinistra di Stanleyville, Moroldo trova corpi ammucchiati uno sull'altro, dilianieti e mutiliati, uccisi dai ribelli (foto di Gianfranco Moroldo)

Una grande cura viene dedicata alla parte iconografica, secondo una filosofia editoriale che vuole recuperare il corretto rapporto testo-immagine di quando L'Europeo aveva nel proprio organico grandi fotografi come Gianfranco Moroldo, Tazio Secchiaroli, Piero Raffaelli, Federico Scianna, Oliviero Toscani, Duilio Pallottelli.

Una parte delle fotografie pubblicate su questa edizione de L'Europeo (circa 300-350 a numero) vengono dall'Archivio Rizzoli oppure da una certosina ricerca presso le agenzie.



Cecoslovacchia, 1968:
Praga, la folla stringe d'assedio - pacificamente - i tank sovietici, incanpace di credere all'invasione degli alleati russi
(foto di Ferdinando Scianna)

L'insieme dei temi toccati finora (cronaca nera, cronaca rosa, il calcio, i personaggi che hanno destato scandalo, eros e tabù cioè il sesso, il cinema) e quelli che seguiranno (la musica, i motori, le vacanze, ancora la cronaca nera, i grandi scandali, la moda) sono stati pensati per tratteggiare - nell'insieme dei numeri - una sorta di storia degli italiani, osservati attraverso il costume e la dinamica di formazione dell'opinione pubblica.

Ritessere il filo della memoria: far ricordare alle generazioni di ieri come sono cresciute e quanto sono cambiate; far scoprire alle generazioni di oggi il percorso che le porta a vivere in questa società. Ma tutto questo in una chiave giornalistica che purtroppo il giornalismo attuale ha dimenticato o trascura: il racconto, la narrazione in presa diretta di chi è andato, ha ascoltato, osservato e quindi riferito. Pochissimi commenti, tanta cronaca. Una formula antica ma oggi quasi scomparsa.



Guyana, 1970: reportage tra gli ex galeotti della Cayenna. Questo è Roger Dufay,
quattro condanne per rapine ai grandi magazzini (foto di Gianfranco Moroldo)

In altre parole questo L'Europeo non segue il trend della carta stampata di inseguire (invano) la televisione. I numeri monotematici de L'Europeo sono oggetti da collezionare, perché preziosi, e - perché no? - da esibire, perché sono belli.

Il nuovo L'Europeo è nato da un progetto di Daniele Protti (l'ultimo direttore del settimanale), che di seguito presenta l'ultimo numero in edicola, dedicato per l'appunto ai grandi reportages del settimanale di un tempo.



Africa, 1963: la danza delle giovani yoruba, una tribù tra il Dahomey e il Niger,
note come le "ragazze-caimano"

"Un numero particolare, questo de L'Europeo. L'Avventura, raccontata dai grandi inviati-scrittori-fotografi del settimanale.
Nel pensarlo, nel costruirlo, nel montarlo era ben presente il rischio di una deriva verso l'autoreferenzialità della testata e dei suoi protagonisti. Ma era altrettanto evidente lo straordinario tesoro di scrittura e di immagini che nell'arco dei decenni quel settimanale aveva prodotto e pubblicato.
È così diventato, questo numero (con più pagine) del bimestrale del Duemila, un omaggio alla storia del racconto su carta stampata, con testi e fotografie capaci di suscitare emozioni come e più di un filmato tv.
Ma è anche un altro viaggio nella storia dimenticata del dopoguerra, che ogni due mesi, da due anni, proponiamo ai lettori.
Per il piacere di leggere, il piacere di guardare, il piacere di ricordare. E anche di scoprire.



Sahara, 1962: tuareg nel villaggio di Ideles, nel cuore dell'Hoggar
(foto di Duilio Pallottelli)

Il nome degli autori, di per sé, spiega molto: Alberto Moravia e Anna Maria Ortese, Tommaso Besozzi e Mino Monicelli, Enzo Magrì e Folco Quilici, Guido Gerosa e Saverio Vertone, Ongaro e grandi fotoreporter come Ferdinando Scianna, Gianfranco Moroldo, Stefano Archetti, Piero Raffaelli, Duilio Pallottelli. Proprio Alberto Ongaro, in una delle introduzioni, racconta come entrò in quel settimanale unico (parole sue). Lina Coletti viaggia nel ricordo delle avventure che Tommaso Giglio le propose e in cui lei si gettò con entusiasmo. E Lanfranco Vaccari (direttore a fine anni Ottanta) scrive la storia inedita di una avventura - con arresto nella Teheran di Khomeini - proprio ispirata dalla passione che animava quel settimanale unico - sempre come dice Ongaro.



Isola di Wight, 1970: una delle partecipanti al raduno
(foto di Gianfranco Moroldo)

È un viaggio. Per qualcuno sarà nella nostalgia, per altri sarà nel piacere della curiosità e delle storie affascinanti. Un viaggio che si conclude con un commosso ricordo di Oreste del Buono, uno dei protagonisti della grande stagione de L'Europeo: un ricordo scritto da lui, OdB, da Claudio Carabba e da un delicatissimo e acuto ritratto di Sergio Staino.
L'appuntamento con i lettori per il nuovo numero de L'Europeo è per l'8 marzo, con una galleria di ritratti e foto inedite dei grandi campioni dello sport. Poi, a metà aprile, proporremo un viaggio nell'Italia degli anni Settanta".

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