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L'estasi delle cose

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Hans Dukkers: Philips, 1970/1971

Dal 23 marzo al 12 giugno il Museo di Fotografia Contemporanea propone una grande mostra dal titolo "L'estasi delle cose", una mostra dedicata alla presenza e al significato degli oggetti industriali nella vita dell'uomo contemporaneo, dagli Anni Trenta del Novecento a oggi.

La mostra si articola in due sedi: lo Spazio Oberdan di Milano e il Museo di Fotografia Contemporanea presso Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo.

Il Novecento è stato il secolo delle cose: l'accelerazione industriale, la crescente mercificazione, la nascita delle scuole di design hanno concorso alla produzione di ogni tipo di oggetto industriale ad ogni livello di qualità e con qualunque destinazione, da quella funzionale a quella puramente estetica. Questo "materialismo delle cose" e la loro onnipresenza nella vita dell'uomo contemporaneo ci parlano del nostro rapporto con il mondo e delle condizioni stesse del mondo.

 

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Anonimo: Motoscooter Zündapp Bella,
fine anni '50

L'ampiezza e la complessità della mostra "L'estasi delle cose" (a cura di Urs Stahel e Thomas Seelig, rispettivamente direttore e curatore del Fotomuseum Winterthur), consentono di presentare le opere fotografiche divise nelle due sedi secondo due precisi momenti: "L'estasi delle cose. Nell'arte" presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, e "L'estasi delle cose. Nel quotidiano" allo Spazio Oberdan, Milano.

A Cinisello Balsamo la mostra presenta un insieme di circa 100 opere fotografiche, dalle avanguardie ai giorni nostri, di artisti che hanno scelto l'oggetto prodotto industrialmente come tema del loro lavoro e fa luce su possibili interpretazioni e variazioni linguistiche, dalla rivisitazione della natura morta, all'analisi dell'oggetto di impronta Bauhaus, allo spirito dadaista del ready made, all'oggetto vissuto in chiave surrealista o nella forma dell'installazione.

 

 

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Hans Hansen: VW Golf smontata, 1988

Questa varietà di linguaggi nati e sviluppatisi a partire dalle avanguardie in poi ha pienamente investito tutti gli ambiti della comunicazione che impiega l'immagine fotografica nei più diversi ambiti, esemplificati nella seconda parte della mostra ospitata a Milano. Qui sono esposte più di 450 fotografie di utilizzo industriale, pubblicitario, editoriale, divise in quattordici aree tematiche che analizzano e raccontano gli oggetti nella vita quotidiana, nella produzione e nella comunicazione di massa (dai trasporti all'abbigliamento, dal cibo ai giochi dei bambini, dagli ambienti di lavoro al tempo libero, dalla comunicazione all'arredamento, dai materiali allo sport, al viaggio, al corpo, dalla cosmesi al decadimento degli oggetti, ecc.). Altre sezioni mettono in evidenza concetti trasversali quali la produzione dell'immagine fotografica, la donna come oggetto d'attenzione, il design. La mostra, oltre che presentare immagini di straordinaria qualità visiva, offre spunti per una riflessione di tipo antropologico e sociologico, per un'analisi del comportamento e del costume sociale.

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Peter Volkmer: "Flying"
(immagine promozionale del ferro da stiro Braun Free Style SI 6000) , 2000

Fra i principali autori presenti: Eugène Atget, Aldo Ballo, Olivo Barbieri, Hans Bellmer, Harold Eugene Edgerton, Peter Fischli e David Weiss, Jean Louis Garnell, John Gossage, André Kertész, François Kollar, Manolo Laguillo, Reinhard Matz, Duane Michals, Paul Outerbridge, Federico Patellani, Walter Peterhans, Albert Renger Patzsch, August Sander, Anton Stankowski, Edward Steichen, Man Ray, Maurice Tabard, Wolfgang Tillmans, William Wegman, Wols. Fra le più importanti industrie: Apple, Armani, Barilla, Bayer, BMW, Bosch, Siemens, Fiat, Krupp, Lego, Lufthansa, Luxottica, Migros, Alessi, Kartell, Pirelli, Renault, Safilo, Volvo.

www.museofotografiacontemporanea.org

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Achille B. Weider: Fotografia di moda, 1970 ca.

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