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Sudafrica: 10 anni di democrazia

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© Siphiwe Sibeko

Il paese ospite di FotoGrafia 2004 è il Sudafrica.
A dieci anni dall'elezione di Nelson Mandela alla presidenza del Sudafrica, che sancì senza spargimento di sangue l'eliminazione dell'apartheid e l'avvento della democrazia, l'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente a Roma e l'Ambasciata del Sudafrica in Italia presentano, con il patrocinio di Amnesty International, la mostra collettiva 10 anni 10 voci (fino al 31 maggio nella sede dell'IsIAO).

 

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© Neo Ntsoma

Prima del 1994 i fotografi erano impegnati prevalentemente a testimoniare e riflettere sulle ingiustizie delle leggi e della politica dell'apartheid, contribuendo a consolidare una forte tradizione di fotografia documentaria.
Con la fine dell'apartheid l'approccio documentario ha perso il suo primato, a favore di nuove vie d'esplorazione, con le quali i fotografi stanno cercando il modo per venire a patti con il loro passato e definire il loro futuro.

 

 

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© Doris Bloom

Nelle immagini dei dieci giovani fotografi considerati fra i più importanti del nuovo Sudafrica si legge lo sforzo di autoanalisi di questa nuova generazione di fotografi che, attraverso l'uso del ritratto, esplorano la loro relazione con la storia, la politica della rappresentazione e dell'identità, il conflitto tra la cultura contemporanea e le pratiche tradizionali, come i rituali di iniziazione, il consumismo e la relazione con il corpo, il sesso e la sensualità.

 

 

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Original Malawi

La collettiva Sugar in the petrol, alla Galleria del The British School a Roma fino al 4 giugno, ha l'obiettivo di evidenziare i mutamenti avvenuti nella fotografia sudafricana nell'era post-apartheid, sia nella percezione della società, sia nella coscienza individuale degli artisti.
Se l'apartheid aveva creato una crescente esigenza di documentazione e denuncia, nel post-apartheid si è assistito a una stasi prolungata nella espressione fotografica di questo tipo.
Fino a poco tempo fa la forma della fotografia documentaristica in Sudafrica è stata dettata da principi modernisti: recentemente dalla fotografia di strada di stampo americano, ancor prima dai modi colonialisti della fotografia scientifica.
La precisione era privilegiata rispetto al gesto, il contrasto rispetto alla sfumatura e i binari implicati da questa dialettica strutturalista causavano un modo di vedere che lasciava molto poco all'immaginazione e un gap molto grande tra noi e loro.

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© George Hallett

Restando nel sud del continente, Original Malawi, è un progetto nato appositamente per questa edizione del Festival FotoGrafia con l'intento di raccontare la quotidianità del Malawi, attraverso lo sguardo dei suoi stessi abitanti: un percorso visivo dove le nostre categorie di ordinario e straordinario vengono messe in discussione, il tentativo di scoprire un paese dimenticato concedendogli l'opportunità di testimoniare se stesso.
Il progetto raccoglie immagini scattate da persone nate e cresciute in Malawi, ragazzi che non avevano mai avuto a che fare con il mondo della fotografia, la cui fantasia analizza e restituisce un materiale di grande impatto e di genuina forza comunicativa. Come? Distribuendo delle macchine fotografiche usa e getta a sei ragazzi di età compresa tra i venti e i ventisette anni invitati, senza alcun suggerimento particolare, a scattare su qualsiasi soggetto ritenessero interessante per qualche motivo, lasciando al loro talento il massimo della libertà espressiva. Un cane, un fiume lontano, un ritratto di famiglia, una scritta sul muro di una casa.

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