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A cura di:

Visioni Corporee
Riccardo Bergamini


© Riccardo Bergamini

Occhi e bocche femminili sono i temi centrali di una recente serie di lavori ("Och") realizzati da Riccardo Bergamini che al corpo delle donne ha consacrato da tempo la sua ricerca.
Di seguito pubblichiamo una parte del contributo che la storica dell’arte Luigina Rossi ha dedicato per l’occasione alla fotografia di Bergamini:
"Le immagini di Och sono realizzate con un taglio forte, prepotente, in cui forte è la percezione di carnosità per le bocche e di sensualità per gli sguardi, parti del volto volutamente selezionati per essere interpretati come elementi metaforici di apertura, porte che si aprono alla percezione altrui, ingressi per percorsi psicoanimisti, ma è l’Eros che impregna il tutto, come un velo trasparente pervade ogni scatto e ne è l’intima essenza, l’eros fonte di acqua sublime che a berne avvicina agli Dei".

 

 


© Riccardo Bergamini

Visi che sono umani ma ne trascendono l’esistenza, maschere sacre di un passato remoto e di un presente nascosto.
Bocche ed occhi, punti fisici e spirituali attraverso cui si assorbono e si riflettono gli input esterni di qualsiasi tipo e grado di comunicazione.
Soggetti scelti da Bergamini per valorizzarne una valenza poetica che si rivela sicura e prorompente nella esecuzione di fotografie in bianco e nero virate al Selenio, accarezzate da una luce calda e coinvolgente, negli effetti di profondità e nel carnoso volume che coinvolgono l’osservatore dallo sguardo all’anima, bocche ed occhi che erompono dallo spazio della fotografia per disorientare, comunicazione pura ed artistica che pungola la nostra sfera emotiva …

Tra gli autori presenti si segnalano in particolare Miguel Rio Branco, la cui mostra-installazione sarà ospitata negli immensi spazi della Chiesa des Frères Precheurs; David Tartakover, Lichal Heiman, Barry Frydlender, tre autori israeliani impegnati a favore della tolleranza; la partecipazione massiccia di fotografi olandesi.


© Riccardo Bergamini

Riccardo Bergamini esprime nelle sue opere l’incontro concettuale e meditativo dipanato tra la sua dimensione artistica e il significato sociale e spirituale assunto dal corpo nelle ultime tendenze dell’arte contemporanea. Elemento di estrema attualità e complessità, zona di confine dell’identità, il corpo si è rivelato tema fondamentale per gli artisti degli anni novanta che lo interpretarono a livello intellet-tuale e culturale. Come nota Remo Bodei in un interessante contributo dal titolo "La filosofia e il corpo" nella società occidentale il pensiero filosofico di matrice platonico - aristotelica ha contribuito a sminuire il valore del corpo destinandolo ad essere per secoli la “prigione” dell’anima; solo nella filosofia contemporanea, attraverso la figura di Merleau Ponty, l’uomo è stato restituito alla sua interezza: egli è un corpo da intendersi come veicolo di comunicazione che lo pone in contatto con il mondo. Alla rivalutazione della corporeità hanno senza dubbio contribuito le scoperte della psicanalisi per la quale il corpo è soggetto parlante che si esprime mediante un linguaggio di simboli e di sintomi capaci di rinviare alle esperienze rimosse dell’individuo.

 


© Riccardo Bergamini

Per Riccardo Bergamini la corporeità viene investita di molteplici significati e come l’artista è un intellettuale tra gli intellettuali, così l’arte può essere intesa come un pensiero che si realizza per immagini e come una sintassi che si articola per immagini che è tra le più complesse.
E ci accorgiamo di quanto sia ricca di contenuti l’arte di Bergamini percorrendo con lo sguardo le opere che formano questo insolito percorso fotografico fatto di visioni interiori. Un suggestivo viaggio nel poliedrico universo femminile, colto nel suo difficile cammino verso la riconquista della dignità di essere donna, una donna che significa armonia del corpo femminile.
L’artista ha saputo infondere a questi nudi di Donne una dimensione dell’essere motivata dall’obiettivo, in una ricerca formale visivo – spaziale – musicale che impone la luce come elemento fondamentale nella creazione dell’immagine.


© Riccardo Bergamini

Un lungo lavoro sedimentario, un sovrapporsi di sforzi individuali e di conoscenze intellettuali, hanno fatto emergere due importanti componenti nell’arte di Bergamini, la componente sociale e da qui la necessità interiore di rendere omaggio alla Donna moderna, considerando molti dei lati oscuri presenti nella società che ancora oggi sovrastano la Donna, e la componente della ricerca formale maturata negli anni in cui ogni nozione appresa andava ad arricchire il divenire creativo che per Bergamini significa scelta di vita.
Anni di scatti fotografici, un mettersi in discussione per affrontare il mondo contemporaneo, un bisogno impellente di uscire allo scoperto, hanno accompagnato l’artista in un percorso di catarsi liberatoria abbandonando la fotografia di moda per dedicarsi alle sue visioni fotografiche.
Fotografare per Bergamini vuol dire essere totalmente immerso in un’attività che si svolge in modo fluido, che omette sforzi di concentrazione perché viene da sé, come l’atto del respirare.
L’esperienza temporale si distorce. Il tempo scorre, lo stato di coscienza è assorbito dall’attività del fotografare che ogni altra dimensione è dimenticata.
Da qui il totale abbandono e il confronto esistenziale con l’obiettivo che per Bergamini sono motivate da una pregnante motivazione interiore.
Complessità e concettualità, architettura dell’immagine, ricerche luministiche ed essenzialità delle pose.

Chi è


© Riccardo Bergamini

Riccardo Bergamini è nato a Roma dove vive e lavora.
La sua curiosità verso il mondo dell'arte emerge già in giovane età quale studente di musica - jazz e classica.
Studia Musica al Conservatorio, studia Recitazione alla Scuola del regista Alessandro Ferzen.
La ricerca di un segno in comune tra musica e immagine lo porta prima a collaborare con vari pittori, e poi con la fotografa Elisabetta Catalano.
Si occupa di moda collaborando con vari stilisti. ma è particolarmente attratto dai back-stage delle sfilate, momenti in cui l’ordine e la perfezione stilistica della passerella vengono contraddetti dalla frenesia: un ordinatissimo caos che si vive dietro le quinte di una sfilata.
Queste foto diventano nel 2001 i materiali di una mostra fotografica presentata a Roma alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna: “Back Stage Alta Moda”. L’indagine di Bergamini in studio si caratterizza attraverso luci e tecniche innovative, con la meticolosa scelta dei soggetti che creano situazioni di forte carattere emotivo, e di grande impatto visivo: sofferenza, dolore, sopraffazione e nello stesso tempo ribellione e speranza si manifestano allo sguardo di chi osserva.
Nascono così le mostre “Oltraggi / Outrages” e “Bambini Anima Mundi”, “Tempt”, “Il Tempo dell’Immagine” e “Notturni Romani”, e infine “Och”.

Per maggiori informazioni consultare il sito:
www.riccardobergamini.com

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