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Il Giardino che vorrei
Pia Pera & Cristina Archinto

Il giardino che vorrei (Electa, 60 euro, testi di Pia Pera, fotografie di Cristina Archinto) è il racconto della ricerca di un giardino "dei desideri", attraverso scenari climatici e paesaggistici molto diversi tra loro. Pia Pera racconta come fare un giardino suggestivo, ricco di piante ed essenze per dare spazio alla bellezza della natura, rispettando il contesto ambientale. Il testo muove su due livelli intrecciati: da un lato aiuta chi comincia da zero a porsi le domande indispensabili prima di mettersi all'opera, dall'altro traccia a grandi linee un'estetica e una filosofia del giardino in cui è centrale il rispetto per la natura, l'ambiente e il paesaggio. In questa ottica, vengono considerati nove scenari possibili, legati ciascuno alla sua specifica dimensione botanica e climatica: acqua, sole e ombra; mare, pianura, collina e montagna; città e orto. Un giardino riverbera la qualità del sentimento di chi se ne occupa, ma c'è amore e amore. Un certo tipo di amore uccide oppure esprime l'aspirazione al controllo assoluto.

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© Cristina Archinto - Dalia

L'amore di cui necessita un giardino è d'altro genere, in nulla diverso da quello di cui sono assetati gli esseri senzienti: è fatto di attenzione, partecipazione, cura, rispetto. Non solo per le piante, gli insetti, gli uccelli, presenze naturali in giardino, ma anche per noi stessi. Il giardino che vorrei si snoda in un doppio percorso: quello della narrazione di Pia Pera (di cui riportiamo di seguito alcuni estratti), che non tralascia di informare sugli aspetti botanici e pratici affrontati nelle appendici di ogni singolo capitolo, con indicazioni precise sulle piante più idonee e tutte le informazioni botaniche necessarie; e quello visivo delle interpretazioni fotografiche di Cristina Archinto, capaci di rendere la grazia timida delle piante più umili come il fascino di certe tessiture, cogliendo con l'obiettivo angoli che appartengono a un paesaggio quotidiano e accessibile.

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© Cristina Archinto - Hedera elix

"Ho caro il mio giardino, più di qualsiasi altro. Non perché sia il più bello, ma perché, come la volpe del Piccolo Principe, è stato da me apprivoisé, addomesticato. E viceversa. L'amo quindi non per sue qualità intrinseche, ma perché ci apparteniamo. Mi capita, tuttavia, di incontrare altri luoghi, sentirmene attratta, chiedermi come sarebbe vivere da loro. Arrivo talvolta a immaginare il tradimento. Torna poi a prevalere l'affetto per il giardino a me inevitabilmente fedele: lui non viaggia, mi aspetta. Quasi sempre, da simili tentazioni nasce qualcosa: una nuova pianta, altri fiori, un diverso modo di potare, un intento. Grazie a infedeltà soltanto immaginate, il giardino cresce e si arricchisce".

"Un giardino riverbera la qualità del sentimento di chi se ne occupa. C'è amore e amore. Un certo tipo di amore uccide oppure esprime l'aspirazione al controllo assoluto. L'amore di cui necessita un giardino è d'altro genere, in nulla diverso da quello di cui sono assetati gli esseri senzienti: è fatto di attenzione, partecipazione, cura, rispetto. E, naturalmente, di gioioso stupore di fronte al miracolo della presenza".

 

 

 

 

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© Cristina Archinto - Melograno

"Il mio punto di partenza è l'amore per le piante, il paesaggio e la natura, spesso ridotti a poveri brandelli, percepiti talvolta sull'orlo dell'estinzione. Un giardino allevierà, almeno un poco, il senso di impotenza se ne faremo un luogo protetto dove concedere asilo a specie amate o minacciate nel loro ambiente d'origine, piante ma anche animali".

"Per chi abbia care le piante, il giardino è anche il luogo dove ospitarle al meglio, in modo che non abbiano a deperire o ammalarsi. Quella che per noi è bellezza, per le piante è salute, mi disse una volta un giardiniere".

"Anche voi, pensando il vostro giardino, evitate di mettervi subito davanti a un foglio di carta. Immergetevi prima nel luogo, assorbitene la presenza, le energie. Lasciatevene guidare. Entrate in contatto. Sappiate aspettare. In silenzio, senza fretta. Ascoltate. Sakuteiki, manuale dei giardinieri del Sol Levante, inizia proprio da qui, da un'attitudine docile e ricettiva. È gentile non dimenticare che la nostra presenza è imposta a un paesaggio preesistente. Bellezza e armonia nascono spesso dall'occultamento di una simile violenza".

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© Cristina Archinto - Zucca

Chi sono
Cristina Archinto, milanese, ha studiato fotografia a New York e, tornata in Italia, ha affiancato per anni la professione di fotografa con quella di grafica, lavorando per diverse case editrici e agenzie pubblicitarie. Progressivamente si è specializzata come fotografa di architettura, paesaggi e giardini collaborando con riviste di settore. Nel 2004 pubblica Villa Borghese: Il silenzio del parco, edito da Skira.

Pia Pera da alcuni anni vive nella campagna lucchese e si appassiona di giardini. Il suo ultimo libro, L'orto di un perdigiorno – Confessioni di un apprendista ortolano (Ponte alle Grazie), premio Grinzane-Giardini per il 2003, è uscito in tedesco, come pure La bellezza dell'asino e Diario di Lo, tradotto in varie altre lingue. Ha curato numerose edizioni di classici russi, da Vita dell'arciprete Avvakum (Adelphi) a Eugenio Onegin di Puskin, appena ristampato da Marsilio. Tiene le rubriche "L'orto in casa" su Diario e "Garden therapy" su Grazia; collabora a Elle.

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