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Portfolio 2007 un anno di foto


Torna l'appuntamento con Portfolio, un anno di foto (a cura di Elena Boille, Roberto Koch, Mélissa Jollivet, Giulia Tornari, pp. 128 con 103 fotografie in bianco e nero e a colori, formato 26,5x36 cm, 14 euro).
Da tre anni Internazionale e Contrasto raccolgono in Portfolio le immagini più significative dei dodici mesi appena trascorsi: un modo per recuperare la memoria su quanto abbiamo visto e vissuto nell'anno che si è concluso.
La copertina di quest'anno è "Scream" un'immagine composta da una serie di ritratti di persone che urlano la loro disperazione, tratta dalla mostra "Off Broadway", presentata nel 2006 al PAC di Milano. Jean Baudrillard - che di Portfolio 2007 firma l'introduzione - sottolinea il ruolo del digitale nel mondo dell'informazione, della tecnologia senza limiti di fronte alla quale nessuna riflessione e nessun momento di approfondimento può salvare dalla "sottomissione di tutte le immagini ad uno stesso menoma" e si chiede Baudrillard: "esistono ancora immagini alternative che potrebbero sfuggire a questa doppia uccisione simbolica, a questa doppia violenza, quella che esercitano e quella che subiscono, per ritrovare una potenza propria?".
Ferdinando Scianna
nell'introduzione alle immagini del 2005, esortava il lettore ad una presa di coscienza degli eventi che viviamo perché il rischio è di non riuscire più a vedere le troppe immagini che l'informazione ci propone quotidianamente. Attraverso questa proposta delle migliori immagini presentate in un formato molto grande e con una qualità di stampa ad alto livello, si vuole una volta di più contribuire ad una visione più attenta e più riflessiva.
Rispetto agli anni precedenti, il nuovo Portfolio propone non solo una accurata selezione di singole immagini - come icone dei fatti rappresentati - ma anche uno spazio dedicato alle "storie", attraverso otto reportage di autori come ad esempio Paolo Pellegrin, vincitore quest'anno del prestigioso premio Eugene Smith, o Mikhael Subotzky, vincitore del premio F25.

 

Cartier-Bresson Di chi si tratta?

L'occhio del secolo a Milano. Henri Cartier-Bresson a Forma Centro internazionale di Fotografia, fino al 25 marzo.
Il patrimonio di immagini e di contenuti di Cartier-Bresson è enorme e la Fondazione che porta il suo nome, insieme a Magnum Photos, ha messo a punto una grande mostra retrospettiva realizzata quando l'autore era ancora in vita e quindi sotto la sua diretta supervisione. Stampe originali, disegni, dipinti, documenti e testimonianze, film e ingrandimenti fotografici: il materiale espositivo accompagna il visitatore a scoprire (o a riscoprire) l'importanza e la portata della vita e dell'opera di un grande maestro del Novecento. Un viaggio attraverso il tempo di Cartier-Bresson e la sua vita, rintracciando quel che il suo occhio ha catturato e quello che lo ha influenzato in un particolare momento. In mostra oltre 200 stampe contemporanee (tra cui alcuni inediti), ma anche 50 stampe vintage (originali d'epoca), documenti e disegni originali, film su di lui e altri realizzati da lui. E poi libri, monografie, storie, ricordi personali, foto di famiglia e oggetti d'arte collezionati dall'autore. Un modo per gettare nuova luce e nuovi contenuti su una vicenda personale e artistica emblematica del Novecento e per rispondere alla domanda: Chi era veramente Henri Cartier-Bresson? Di chi si tratta?
Il libro che accompagna la mostra, pubblicato da Contrasto, presenta il materiale della mostra organizzato e "introdotto" da una serie di importanti testi scritti da amici e studiosi. Una biografia e una completa cinematografia e bibliografia rendono il libro uno strumento essenziale per chi voglia studiare il lavoro di Henri Cartier-Bresson. Contrasto pubblica anche lo scrapbook di Cartier-Bresson, la riproduzione fedele dell'album originale che HCB aveva personalmente preparato per presentarlo al Moma di New York nel 1946 ( formato 27 x 32 cm, pp. 256, 75 €). Catturato dai tedeschi nel 1940, dopo 35 mesi di prigionia e due tentate fughe, Cartier-Bresson riesce a evadere dal campo e fa ritorno in Francia nel 1943, a Parigi, dove ne fotografa la liberazione. Nel frattempo il MoMA di New York supponendo che il grande autore fosse morto in guerra, decide di presentare una mostra "postuma" del suo lavoro. Al suo ritorno, affascinato dalla notizia della mostra, Cartier-Bresson sceglie le fotografie che vorrebbe esporre. Seleziona e stampa circa 300 immagini, molte delle quali mai pubblicate prima e nel 1946 parte per New York con le stampe in una valigia. Al suo arrivo compra un grosso album, uno scrapbook appunto, dove incolla tutte le stampe prima di presentarle al MoMA. La mostra viene inaugurata il 4 febbraio 1947. Negli anni novanta, Cartier-Bresson ritrova interesse per quello scrapbook, e oggi la Fondazione Cartier-Bresson, dopo averlo restaurato, lo presenta al pubblico.

 

La Porpora Romana.
Ritrattistica Cardinalizia dal Rinascimento al Novecento

Fino al 25 Febbraio il Museo di Roma Palazzo Braschi presenta La porpora romana. Ritrattistica cardinalizia a Roma dal Rinascimento al Novecento, settanta opere emblematiche delle diverse possibili interpretazioni della "porpora cardinalizia". Dipinti, sculture e fotografie da importanti musei pubblici e collezioni private, raffiguranti i "Principi" dello Stato Vaticano dal Rinascimento ai nostri giorni. Un viaggio alla scoperta di volti e sembianze di famosi cardinali, nonché tra le infinite variazioni del caratteristico rosso dell'abito liturgico in opere di Raffaello, di Giovan Battista Gaulli (detto "il Baciccio"), di Pompeo Batoni e tanti altri, fino ad arrivare alle sculture di Manzù e ai ritratti fotografici di Marco Delogu.


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