Cesare Gerolimetto

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Prima di tutto, la luce

Cesare Gerolimetto è uno dei più affermati fotografi di reportage geografico italiani. Di seguito, la presentazione che ha scritto da sé e 10 domande-risposte che accompagnano la galleria di 20 sue immagini.

Chi sono
Nasco a Bassano del Grappa nel 1939 e vi lavoro. La professione arriva in età abbastanza alta cioé a 46 anni (come il famoso Paolo Monti). Ho al mio attivo diverse mostre personali: Innsbruck, Salisburgo, Cortina, Padova, Cremona, Bassano, ecc. Sostanzialmente la mia attività si svolge con le riviste del settore viaggi-turismo (Airone, Panorama Travel, Gente Viaggi, Qui Touring), ma ho pubblicato foto in quasi tutte le riviste italiane e in molte straniere.

Ho al mio attivo circa una trentina di libri tra cui: New York, San Francisco, Israele, Il giardino Veneto, Veneto l'immagine dell'anima, Il paesaggio veneto, I colli Berici, Le ville venete, ecc. In questi giorni vengono presentati due nuovi volumi: La Partita a scacchi di Marostica e Divini Colli sulla produzione del vino Prosecco. Inoltre, sempre nel settore dei vini, ho realizzato per la Marchesi Frescobaldi un libro dal titolo Luce della vite.

Come è iniziato il tuo rapporto con la fotografia? Sei autodidatta o hai avuto una formazione specifica?
Prima viaggiatore, poi fotografo. Grandi raid automobilistici (Africa-Asia) senza macchina fotografica. Poi, spinto dalla necessità di documentare, la folgorazione della fotografia. Si capisce da quanto detto che sono un autodidatta.

Che cos'è, per te, fotografare?
Innanzi tutto piacere fisico e mentale. La fotografia ha dalla sua la straordinaria immediatezza (oggi ancora di più con il digitale) e un pregio grandissimo: può essere riprodotta in milioni di copie e fruibile (riviste/libri ecc.) da altrettante persone senza i limiti invece che hanno tutte le altre forme di espressione.

Come si è evoluto il tuo modo di fotografare? Che definizione daresti, oggi, del tuo stile?
Inizialmente paesaggista quasi integralista. Oggi molto più incline alle situazioni umane che però devono mostrare sempre l'ambiente che le circonda. Mi definirei un fotografo d'ambiente.

Cosa deve esserci, secondo te, in una buona foto di reportage?
Come detto sopra l'uomo e il luogo che lo circonda. E poi estremo rigore formale, senza troppe forzature dovute agli obbiettivi.

Quali elementi privilegi nel comporre un'immagine?
Luci, persone con paesaggio, persone, volumi. Ma prima di tutto la luce, che è la base di qualunque grande fotografia.

Quali cautele ritieni che bisognerebbe avere quando si fotografa da vicino e, più in generale, quali tempi bisognerebbe darsi per catturare la giusta immagine?
Rispetto assoluto delle regole di buon comportamento. Sì alla foto rubata che non arreca disturbo. Tempi adeguati se il soggetto lo richiede, ma mai fotografie di regia e preparate (il cinema lo fa molto meglio).

Quando hai un incarico ti prepari in qualche modo o preferisci arrivare con uno sguardo vergine?
Preferisco arrivare vergine (salvo un minimo di preparazione logistica) e nei luoghi dove ci sono non tralascio mai di guardare le cartoline che sono fonte di preziosi suggerimenti.

Preferisci lavorare in b/n o a colori?
Solo e sempre a colori. Il b/n e un ripiego degli anni quando il colore non esisteva e insistere sul b/n vuol dire essere insicuri perché il b/n perdona molto di più le banalità che spesso produciamo.

Quali obiettivi prediligi? E quale attrezzatura suggeriresti?
Un tempo 18, 24, 35, 50, 100, 200 mm. Oggi con gli zoom 20/35, 35/70, 80/400 mm. A mio avviso più leggeri si viaggia meglio è, perché spesso troppa attrezzatura limita più che favorire.

Quale viaggio ricordi con più piacere? E qual è il prossimo viaggio che ti attende?
Il giro del mondo in camion. Viaggio durato quasi tre anni attraverso cinque continenti per un totale di 184.000 Km ancora iscritto al Guinness Book of Records come il primo e più lungo giro del mondo compiuto con un camion. Tra non molto riprenderò il "cammino italiano", cioè fotografare l'Italia in libertà e senza committenti.

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