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Donne viste dalle donne
Una storia illustrata delle donne fotografe
Contrasto - 248 pagine, 159 tavole in b/n e a colori - 60,00 Euro

"Esiste forse uno sguardo femminile nella fotografia? Le donne fotografe vedono diversamente dai loro colleghi uomini? Cosa ci viene in mente quando sappiamo che la foto che osserviamo è di una fotografa?". Con queste premesse, Elisabeth Bronfen ci introduce nell'universo femminile del libro "Donne viste dalle donne" edito in Italia da Contrasto.
Una raccolta di immagini dagli albori della fotografia ai nostri giorni, tutte rigorosamente realizzate da fotografe, il cui soggetto è la donna.

Un racconto tutto al femminile quindi, che si snoda nell'arco di cento anni, a partire dal XIX secolo con le immagini di due grandi fotografe, Clementina Lady Harwarden e Julia Margaret Cameron, attraverso Lotte Jacobi, Germaine Krull, Dorothea Lange, Gisèle Freund, Dora Maar, fino ad Annie Leibovitz, Ellen von Unwerth ed Inez van Lamsweerde. Autoritratti, ritratti di fotografe a fotografe, figlie, madri: Virginia Woolf, Lotte Lenya, Greta Garbo, Martha Graham, Nora Joyce, la Callas, Romy Schneider, Hillary Clinton e molte altre.
I temi affrontati sono quelli della realtà sociale, della famiglia, dell'identità personale, del proprio corpo, della realtà virtuale vista attraverso i decenni, le mode, l'obiettivo dell'arte, della letteratura, della danza e dello show business. Uno strumento unico per la storia della fotografia e insieme delle donne.

 

Dall'Africa
Ryszard Kapuscinski
Bruno Mondatori - 16,90 Euro

Ryszard Kapuscinski è ritenuto uno dei più grandi reporter viventi. Reporter, perché – nel suo mestiere di inviato e corrispondente dall'Africa dell'agenzia di stato polacca – ha fatto del reportage (scritto) un genere con dignità quasi letteraria.
Pochi sapevano che Kapuscinski, nei quarant'anni passati in Africa, ha sempre portato con sé la macchina fotografica, scattando "qualche migliaio di foto", come racconta lui stesso, "molte delle quali sono andate distrutte a causa delle micidiali condizioni climatiche, oppure mi sono state confiscate nei vari fronti e confini delle interminabili guerre africane".
Ma nel complesso è riuscito a "mettere assieme un discreto archivio" che è alla base della selezione raccolta meritoriamente in "Dall'Africa". Da cui, oltre alle immagini qui accanto, traiamo due riflessioni stimolanti.

Sul punto di vista giornalista e/o fotografo: "Non sono capace di raccogliere materiale per un servizio di stampa o per un reportage, e nel tempo stesso fotografare; non riesco a fare insieme il giornalista e il fotografo. Per me si tratta di due attività completamente separate, l'una esclude l'altra. Perciò, come giornalista guardo il mondo in modo completamente diverso dal fotografo, cerco altre cose, mi concentro su problemi d'altro genere.

Quando, in veste di giornalista, raccolgo materiale per una corrispondenza e parlo con il capo di un clan, sono interessato alle sue opinioni, alle sue impressioni, ai suoi pensieri. Se invece vado a trovarlo in veste di fotoreporter, sono interessato a tutt'altro: alla forma della sua testa, ai tratti del suo volto, all'espressione degli occhi, alla sporgenza delle labbra".

E sulla rappresentazione fotografica: "La fotografia è per sua natura un po' sentimentale, in quanto una foto può fissare solo un breve attimo, di solito una frazione di secondo; per cui, guardandola, sappiamo che l'attimo rappresentato è trascorso: stiamo guardando un passato che non esiste più.

Ogni immagine è quindi un ricordo, e niente più della fotografia ci dimostra la fragilità del tempo, la sua natura labile fuggevole. Ogni volta che apro l'apparecchio fotografico, provo la gioia di afferrare l'attimo fuggente e, nel tempo stesso, la tristezza che di questa cattura non mi resterà in mano che un pezzo di carta colorata".


Un incerto stato di grazia
Sebastião Salgado
Contrasto
156 pagine, 110 fotografie in b/n - 49,00 Euro

"Queste fotografie continueranno a vivere ben oltre i loro soggetti e l'autore, poiché attestano la nuda verità e l'occulto splendore del mondo. La macchina fotografica di Salgado si sposta nell'oscurità violenta, cerca la luce, l'insegue furtivamente.
La luce scende dal cielo o scaturisce dentro di noi? L'istante della luce intrappolata, quello splendore, nelle fotografie ci rivela ciò che non è visto, ciò che è stato visto ma è passato inosservato: una presenza non percepita, una poderosa assenza. Ci mostrano che, nascosti nel dolore della vita e nella tragedia della morte, vi sono una possente magia e un luminoso mistero in grado di redimere l'avventura umana nel mondo." (Edoardo Galeano)

Le splendide foto, i profondi reportage che hanno consacrato Salgado come il più importante fotogiornalista dei nostri anni, sono racchiusi in questo classico mai pubblicato prima in Italia, Un incerto stato di grazia, che esce ora in tutte le librerie, edito da Contrasto, accompagnato da testi di Edoardo Galeano e Fred Ritchin.
Da una miniera del Brasile dove 50mila uomini, coperti di fango, trascinano pesanti sporte di terra e fanghiglia su e giù per sentieri scoscesi in cerca di qualche rara pepita d'oro, fino al bacino di quello che un tempo era un lago dell'Africa occidentale, ora completamente inghiottito dal deserto che avanza, dove donne e uomini distrutti dalla fame camminano sulla superficie ormai di sabbia: Sebastião Salgado indaga l'esistenza di gente normalmente ignorata e racconta la loro vita con il suo sguardo critico e con la sua profonda sensibilità umana.

Note biografiche
Sebastião Salgado, nato in Brasile nel 1944, comincia la sua carriera da economista prima di dedicarsi, nel 1973, alla fotografia.
Da fotogiornalista, Salgado segue i più importanti avvenimenti giornalistici del mondo – l'attentato dal presidente Reagan, la guerra in Angola e nel Sahara Spagnolo, la presa degli ostaggi israeliani a Entebbe – portando avanti, contemporaneamente, un lavoro più personale di documentazione fotografica. Nascono così i volumi Autres Amériques (1984) e Sahel: L'homme en déstresse (1986).

Nel 1975 entra a far parte dell'agenzia Gamma e nel 1979 diventa membro di Magnum Photos, che lascia dopo qualche anno per dare vita, insieme alla moglie Lélia Wanick Salgado, a una struttura autonoma, Amazonas Images.
La sua consacrazione internazionale avviene nel 1993, con la mostra ed il libro (edito in Italia da Contrasto) La mano dell'uomo: una ricognizione puntuale che indaga e celebra il lavoro manuale ancora esistente alla fine del secondo millennio.

Nel 2000, dopo sette anni di reportage in tutto il mondo, nasce una nuova mostra e un nuovo libro (edito anche questo da Contrasto): In Cammino, dedicato ai movimenti migratori nel mondo. Salgado privilegia i temi sociali, documentati con un bianco e nero possente, ed ha saputo reinventare il lavoro del fotoreporter, portandolo a un livello di impegno etico ed estetico straordinario. È considerato uno dei più grandi fotografi dei nostri tempi.

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