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Chroniques Nomades

Il festival Chroniques Nomades, dedicato alla fotografia di viaggio, è giunto alla sua tredicesima edizione (Honfleur, dal 9 al 24 maggio). Il suo direttore, Claude Geiss, lo presenta di seguito ai lettori di Sguardi. «Così come è crescente il peso economico e politico del continente asiatico, la sua presenza sulla scena artistica internazionale sta diventando sempre più rilevante. Nel campo della fotografia, la sua influenza si manifesta sia con la massiccia presenza di autori provenienti dall'Estremo Oriente, soprattutto dalla Cina, sia per l'interesse dei fotografi occidentali verso quei luoghi e quelle culture. Otto delle dieci mostre della tredicesima edizione di Chroniques Nomades vi sono consacrate.

© Laurent Zylberman
Chroniques Nomades - Fuite au toit du monde
© Laurent Zylberman

Solange Marca ci offre la sua visione della Rivoluzione Culturale cinese, nel 1966, colta all'età di venti anni. Bruno Delamain racconta la costruzione della diga sulle Tre Gole con immagini  notevolmente influenzate dalla pittura cinese, che ispira anche Yan Changjiang per le sue fotografie che indagano la condizione umana attraverso la messa in scena dei suoi Paper Men.

© Gérard Dufresne
Chroniques Nomades - Du train où vont les choses
© Gérard Dufresne

In occasione del cinquantesimo anniversario della rivolta in Tibet contro l'occupazione cinese e l'esilio del Dalai Lama, il festival di Honfleur propone due approcci alla vita del popolo tibetano. Il reportage a caldo di Laurent Zylberman che dipinge un quadro di un paese sotto sorveglianza in cui si fronteggiano due culture incompatibili; e un altro, più atemporale, influenzato dalla pittura classica europea, dell'artista cinese Wang Gang che propone una visione più pacifica dell'identità tibetana.

© Wang Gang
Chroniques Nomades - Tibetan people
© Wang Gang

La Cambogia non poteva che essere presente, nel momento in cui si svolge a Phnom Penh il lungo e atteso processo contro i leader dei Khmer rossi e in cui riemerge il tragico passato. Sono i fantasmi del campo di tortura di Tuol Sleng S21 che tenta di nararre Isabeau de Rouffignac, mentre Laurence Leblanc evoca il mondo mentale dei bambini cambogiani.

© Yan Changjiang
Chroniques Nomades - Paper Men
© Yan Changjiang

Captare l'identità dietro la maschera dell'attore è l'impresa paradossale con la quale si è misurata Marion Gronier attraverso i suoi ritratti di attori e ballerini incontrati in Cina, Giappone e India. Infine, due mostre che hanno come oggetto il viaggio come spostamento: quella di Gérard Dufrêne che sperimenta la percezione del paesaggio da un treno ad alata velocità francese, e quella di Patrick Mourral che disegna un ritratto dei neo-nomadi, giovani marginali che hanno fatto del viaggio il loro ideale di vita.

© Marion Gronier
Chroniques Nomades - Figures
© Marion Gronier

Tutti questi viaggi, lontani o vicini, reali o immaginari, sono altrettanti confronti con altre culture, altre percezioni dello spazio, della realtà, altrettanti tentativi per identificare l'invisibile, ricercare al di là delle apparenze le tracce della storia, altrettanti inviti a interrogarsi sulle proprie abitudini».
 

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