Altrove 3, Oriente

A cura di:

Lungo le Vie della Seta

A Roma tre eventi, organizzati nell'ambito della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta, fanno viaggiare verso est. Fino al 26 febbraio, nelle grandiose Aule delle Terme di Diocleziano, la mostra A Oriente: città, uomini e dei sulle Vie della Seta consente un tuffo nelle terre dove gli uomini e le carovane furono sospinti, oltre che da impulsi mercantili, anche dalla sete dell'ignoto e dagli aneliti missionari. Palmira, Tur ‘Abdin, Ctesifonte, Taq-e Bostan, Merv, Samarcanda, Ghazni, Swat, Kucha, Turfan, Dunhuang, Xi'an, sono le tappe del viaggio "a Oriente", attraverso le leggendarie Vie della Seta, tra il II secolo a.C. e il XIV secolo d.C. (nel II secolo a.C., quando i mercanti cominciarono a trasportare la lucente e flessuosa seta verso occidente, in Cina - l'altro estremo dell'Eurasia - la si produceva da oltre mille anni).

© A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta
© A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta
Il giardino delle ombre - Studio Azzurro

Nel percorso multimediale spicca la Carta del Paesaggio mongolo dell'inizio del XVI secolo d.C., esposta in assoluta prima mondiale dopo essere stata rinvenuta e acquistata in Giappone nel 2002 da una società d'asta di Pechino. La mappa si presenta come un rotolo di seta dipinto, lungo oltre 30 metri, che raffigura vividamente luoghi e soggetti rinomati delle Vie della Seta, ossia di un vastissimo territorio esteso dal lembo più occidentale della provincia cinese del Gansu (Cina nord-occidentale) al Mar Rosso, con oltre 200 toponimi in cinese, molti dei quali traslitterati dal mongolo, dall'uiguro, dal persiano, dall'arabo, dal latino (anche la Mecca, Tianfang, è ad esempio presentata come una nobilissima città della Cina).

© A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta
© A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta
Il mercato dei suoni - Studio Azzurro
© A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta
© A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta
Il tappeto volante - Studio Azzurro

E, oltre alla copia delLivre des Merveilles di Marco Polo appartenuta a Cristoforo Colombo e piena di sue annotazioni autografe, il percorso si avvale anche della presenza eccezionale della bibbia tascabile nota come Bibbia di Marco Polo, perché databile al XIII secolo, epoca del grande viaggio dell'esploratore veneziano. Oggi conservata alla Biblioteca Medicea Laurenziana, fu rinvenuta in Cina nel XVII secolo dal gesuita Philippe Couplet, che nel suo viaggio in Italia ne fece dono a Cosimo III dei Medici.

© Antonio Politano, il Milione con le annotazioni di Cristoforo Colombo, Biblioteca Colombina, Siviglia
© Antonio Politano, il Milione con le annotazioni di Cristoforo Colombo, Biblioteca Colombina, Siviglia
© A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta
© A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta
Riflessi d'acqua - Studio Azzurro

La Sala Mostre del Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano ospita sempre fino al 26 febbraio e nell'ambito della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta, la mostra Luci cinesi 1981/2011, un reportage di oltre 100 fotografie a colori e bianco e nero di Enrico Rondoni sui complessi cambiamenti della Repubblica Popolare Cinese colti dal primo viaggio nel 1981 all'ultimo in Tibet nel 2011. La Cina dei primi reportage fotografici e giornalistici di Rondoni usciva da un periodo politico non semplice: Mao Tse-Tung era morto cinque anni prima, il paese era appena uscito dalla lotta per il potere tra la cosiddetta Banda dei Quattro e i riformatori di Deng Xiao Ping che avevano avuto la meglio; era iniziata la grande corsa modernizzatrice, il libero mercato controllato dal partito unico, che ha portato la Cina ai risultati di oggi.

Enrico Rondoni
Enrico Rondoni, Pechino,
Piazza Tian An Men, 1981
Enrico Rondoni
Enrico Rondoni, Sovrimpressione:
Pechino, 1981; dietro: grattacieli oggi, 2011

Il paese dei primi anni '80 (da Pechino a Shanghai, da Xian a Canton, da Chendu a Kunming, da Hangzhou a Nanchino) era ancora immerso in una civiltà contadina dove le comuni del popolo, nonostante le quattro modernizzazioni volute da Deng, erano una realtà e uno dei luoghi che venivano fatti visitare con fierezza. «Quando sono arrivato a Shanghai nel 2010 per l'Expò Universale, con in mente le giunche dalle vele rosse nel porto e i palazzi sul Bund che ricordavano una New York degli anni '30» racconta Rondoni «lo stupore è stato superiore alle aspettative». Così, mentre era impegnato a girare un reportage per il TG5, Rondoni ha ripreso a fotografare - con la stessa macchina usata allora, in pellicola - gli stessi luoghi di trent'anni prima. Da quelle immagini è nata l'idea della mostra.

L'ultima carovana
Tien Shan Mountains, Kirgizstan 1996
L'ultima carovana
Tien Shan Mountains, Kirgizstan 1996

Infine, il Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano propone dal 14 febbraio all'11 marzo L'ultima carovana sulla Via della Seta, una mostra fotografica e audiovisiva del fotografo turco Arif Aşçı, che ha ripercorso, con una carovana di otto persone e dieci cammelli battriani, un antico tracciato commerciale partendo da Xian ed arrivando ad Istanbul. «Le carovane che percorsero la Via della Seta», racconta Arif Aşçı, «amalgamarono fra loro lingue, religioni, tradizioni, invenzioni, gusti e, cosa più importante, idee provenienti dall'Oriente e dall'Occidente. Per oltre due millenni, dunque, la Via della Seta lasciò un segno indelebile sulla storia delle nazioni che si trovavano nell'Asia orientale ed in quella occidentale».

L'ultima carovana
Bukhara, Uzbekistan 1997
L'ultima carovana
Kashgar, Uyghur Province, China 1996

«Così come il buddhismo, il cristianesimo e l'islam viaggiarono con le carovane da ovest verso est», continua Arif Aşçı, «anche invenzioni di fondamentale importanza storica - come il compasso, la carta e la polvere da sparo - vennero importate in Occidente dai coraggiosi viaggiatori. Ma le carovane non trasportavano solo porcellane, seta, spezie e polvere da sparo: portarono anche le conoscenze necessarie per fare la pasta, il tè ed il gelato. Ci siamo sforzati di fare il più possibile come gli antichi carovanieri: percorrevamo 25-30 km al giorno, cucinavamo sul fuoco da campo, dormivamo in tenda ed ai cammelli davamo da mangiare le piante del deserto.  Partendo dalla Cina, in 18 mesi abbiamo attraversato il Kirghistan, il Turkmenistan e l'Iran, e dopo 12mila chilometri siamo finalmente giunti ad Istanbul».

 

 

 

Metodi di pagamento: