Rassegne 1

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Perpignan, La Gacilly, Cannes
Francia

La fotografia è in crisi? Non sembrerebbe dalla vivacità, dalla qualità e dal numero di appuntamenti, rassegne, festival dedicati, che si tengono in Francia, soprattutto d'estate. Sguardi ne segnala tre: dal più grande festival internazionale di fotogiornalismo, Visa pour l'image a Perpignan, giunto alla 24a edizione, al Festival Peuples & Nature di La Gacilly, alla nona edizione, al Festival della Fotografia di Moda di Cannes, alla decima edizione. Perpignan è di certo, con l'ipercelebrato Arles, quello più importante. La sua formula? Innanzitutto, l'ambito: il fotogiornalismo che racconta il mondo, «il mondo così com'è» dichiara il suo direttore generale Jean-François Leroy. E poi serate di proiezione en plein air nel sontuoso scenario medievale del chiostro del Campo Santo, incontri, colloqui, forum di discussione, premi, letture, tutto ruota attorno ai reportage e ai progetti realizzati da fotogiornalisti del e nel mondo intero.

© Angelos Tzortzinis

© Angelos Tzortzinis / AFP - L'ONDE DE CHOC GRECQUE / THE SHOCK WAVE IN GREECE
Athènes, 20 octobre 2011. Manifestant fuyant les gaz lacrymogènes.
Athens, October 20, 2011. A demonstrator fleeing tear gas.
 

 

© Jim Lo Scalzo
© Jim Lo Scalzo / EPA - CES ETATS D'AMERIQUE / THESE AMERICAN STATES
Baltimore, Maryland, Etats-Unis, 22 août 2010. Des membres de la United House of Prayer for All People
("Maison de Prière pour Tous") sont baptisés à la lance à incendie à la fin de
l'assemblée annuelle de leur Eglise, une tradition qui remonte à 1926.

Baltimore, Maryland, USA, August 22, 2010. New members of the United House of Prayer For All People are baptized by fire hose, a church tradition since 1926, at the end of the churchis annual convention.

Quest'anno, dall'1 al 16 settembre, una trentina di mostre affrontano una gamma vastissima di argomenti. Singole storie prodotte per agenzie come VII, Noor o Getty e riviste come National Geographic o Figaro. Oppure approfondimenti personali, antologiche di uno o più fotografi. E così si va dall'onda d'urto greca rapidamente estesasi alle altri capitali europee, attraverso le immagini di proteste furiose, che a volte hanno preso le sembianze di una vera e propria guerra civile, catturate dai fotografi dell'ufficio di Atene dell'agenzia France-Presse Louisa Gouliamaki, Angelos Tzortzinis e Aris Messinis, allo sguardo dall'interno con cui Massoud Hossaini, fotografo afghano, testimonia dal 2007 le evoluzioni della guerra in Afghanistan. Si sosta nella baia di Guantánamo, a Cuba, con i ritratti di coloro che sono stati imprigionati in nome della guerra contro il terrorismo realizzati da Mathias Braschler e Monika Fischer. Si arriva in Kurdistan con le immagini di Julien Goldstein che narrano la rabbia di un popolo senza diritti, dimenticato, a cui è stata promessa la creazione di uno stato indipendente che non è mai nato.

© Doug Menuez
© Doug Menuez / Contour by Getty Images / Stanford University Libraries
UNE GENIE AUDACIEUX, LA REVOLUTION NUMERIQUE (1985-2000) /
FEARLESS GENIUS, THE DIGITAL REVOLUTION ( 1985-2000)
Du soleil chez NeXT, à Sanoma, Californie, 1986. Jeune employé de NeXT
au travail sur un des premiers ordinateurs Macintosh.

Sunlight, NeXT, Sonoma, California, 1986. A young NeXT employee working
on an original Macintosh focuses on the task at hand.

© Krisanne Johnson
© Krisanne Johnson / Prospekt - SWAZILAND, 2006-2011 / SWAZILAND, 2006-2011
A la campagne, dans le Swaziland, une jeune femme éclate en sanglots en entrant dans la maison de son nouveau mari, laissant derrière elle sa propre famille. Les hommes du Swaziland sont libres d'épouser toutes les femmes qui'ls veulent, pourvu qu'ils aient auparavant versé le lobola, une dot en bétail.
In rural Swaziland, a young woman bursts into tears as she enters the home of her new husband and symbolically leaves behind her own family. Swazi men are free to take as many wives as they wish, provided that they pay lobola, a payment made in cattle.

Justin Jin esplora ciò che i burocrati russi chiamano la "zona di disagio assoluto": Artico, una regione distante, fredda, invivibile, abitata da pochi uomini pagati per estrarre dalle profondità della tundra miliardi di tonnellate di petrolio, gas e minerali. Le fotografie di Erika Larsen esplorano il rapporto simbiotico che lega gli allevatori di renne Saami al loro ambiente, tra mondo moderno e radici ancestrali. Jim Lo Scalzo guarda il suo paese, gli Stati Uniti, dal di fuori, come un estraneo, e lo attraversa per raccontare gli estremi della cultura americana che contaminano poco a poco la bellezza della natura, le città, i cittadini. Stephanie Sinclair viaggia attraverso l'Afghanistan, il Nepal, l'Etiopia, l'India, lo Yemen per indagare la condizione dei bambini costretti a matrimoni combinati. Stanley Greene mostra i cimiteri dell'elettronica, il riciclaggio, diventato un'industria, di computer, smartphone, ecc. Amy Toensing segue la vita di alcune comunità aborigene per parlare della loro terra delle origini, dell'Australia autoctona che malgrado tutto sopravvive in piena era digitale.

© José Medeiros
© José Medeiros, Les visages du Brésil

© Ian Hodgson
© Ian Hodgson / Reuters
Summer, Aborigène australien, à une cérémonie à Manchester University, 2003

Il Festival photo Peuples & Nature de La Gacilly si vuole il più grande festival fotografico francese in esterni: 19 mostre, oltre 600 fotografie di grande formato per una durata di quattro mesi, dall'1 giugno al 30 settembre. Anche in occasione del vertice di Rio delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, il Brasile è l'ospite d'onore del festival: oggi sesta potenza mondiale, nel XIX secolo ancora in parte terra incognita. Si passa dalle immagini di José Medeiros, considerato il pioniere del fotogiornalismo brasiliano, il primo a fotografare le tribù isolate della Amazzonia negli anni '50, mostrando anche la diversità sociale e razziale del paese; a quelle del giovane Julio Bittencourt che usa la fotografia come "una sorta di megafono per dare voce a chi non ne ha", e ad Anouk Garcia che presenta il mondo degli indigeni brasiliani tra sciamanesimo e comunione con la terra.

© Amit Dave
© Amit Dave / Reuters - 1992 - 2012 : 20 photos qui ont frappé notre conscience écologique
Des gens se rassemblent autour d'un grand puit, village de Natwarghad,
Etat Occidental du Gujarat, Inde, 1er juin 2003

© Stuart Franklin
© Stuart Franklin / Magnum Photos - Peuples des villes / Cours d'aérobique, Sao Paulo, Brésil, 2002

Tra gli altri autori presenti, segnaliamo innanzitutto due firme dell'agenzia Magnum: Raymond Depardon con i suoi popoli del deserto e Stuart Franklin con le sue genti di città. Quanto ai sette miliardi di persone che ormai siamo, saranno evocati da un grande murale dell'agenzia Reuters fatto di 193 ritratti rappresentanti 193 paesi delle Nazioni Unite. E poi ancora, tra gli altri, Pierre de Vallombrosa offre le migliori immagini dei suoi cinque anni passati con gli Uomini Radici, Juan Manuel Castro Prieto "quadri" dai suoi viaggi nei cinque continenti, Heidi e Hans-Jürgen Koch il loro splendido lavoro sulle grandi scimmie, e il National Geographic una grande spedizione in Russia alla ricerca di una biodiversità sconosciuta. Si chiude con un omaggio a Robert Doisneau, nel centenario della nascita, con immagini dimenticate mai mostrate al pubblico.

Jeanloup Sieff
© Jeanloup Sieff

Infine, il Festival internazionale della Fotografia di Moda di Cannes anima fino al 28 agosto la Croisette e il lungomare. Un'edizione da collezionista, la decima, da celebrare con una retrospettiva degli ultimi nove anni passati in compagnia dei fotografi di moda più influenti del nostro tempo. Il Festival renderà omaggio, in particolare, a Jeanloup Sieff, l'artigiano discreto che voleva farsi dimenticare fotografando "in punta di piedi"; senza scordare specialisti del genere come Guy Bourdin, con i suoi "quadri enigma", e il fotografo franco-vietnamita Tyen, direttore creativo globale di Christian Dior Beauté, icona del luxury-beauty.

Guy Bourdin
© Guy Bourdin


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