GorillaPod, il selfie non è mai stato così facile

A cura di: Gerardo Bonomo

California, San Francisco, Silicon Valley e non solo. Negli ultimi cinquant’anni, alcune tra le più grandi invenzioni dell'uomo sono state concepite proprio lì, e pare che l’inventiva dei residenti non sia affatto cessata. Proprio da quelle parti è nata la Joby, un nome che forse non dice molto. Tra i suoi prodotti c'è però il GorillaPod, nome che invece dice, eccome, soprattutto nel mondo del digital imaging.

Il GorillaPod ha l’aspetto e le misure di un piccolo treppiedi da tavolo. Le sue gambe sono però formate da più segmenti, quindi snodate e in grado di assumere qualsiasi forma. Il GorillaPod, oltre che poggiare su una superficie orizzontale, può così assicurarsi a un ramo d'albero, a un palo, a qualsiasi oggetto o supporto di fortuna intorno al quale possano avvinghiarsi le sue gambe.

Un microattacco rapido permette di sganciare e agganciare la fotocamera dal GorillaPod in un secondo

Esistono diverse varianti di treppiedi GorillaPod. Quella che non può e non deve mancare nella tasca di ogni fotografo è l’Original. Pesa 45 g ed è lungo appena 15 cm. Può essere piegato in tanti modi diventando a riposo molto più corto. Può sostenere tranquillamente una fotocamera di peso pari a 325 g.

L’attacco rapido è previsto di un blocco che previenelo sgancio accidentale.

Serve ancora il treppiedi? Le fotocamere di ultima generazione raggiungono sensibilità elevatissime che permettono di scattare a mano libera anche di notte. Gli obiettivi hanno sistemi di stabilizzazione ottica e a loro volta permettono di scattare a mano libera anche con tempi di posa piuttosto lunghi, evitando che le foto risultino mosse.

Nonostante ciò, ancora oggi, scattando alla sensibilità nativa della fotocamera si ottengono immagini di ottima qualità. Ci sono però situazioni in cui l'uso del treppiedi è necessario: quando si scatta con l’intervallometro, o quando si registrano filmati in timelaps, o ancora quando si vuole fissare la camera al manubrio della bicicletta o della moto. E per finire ci sono i selfie, che in realtà ci sono sempre stati. Permettono appunto di fotografarsi, da soli, o con gli amici. Un treppiedi tradizionale è sempre piuttosto ingombrante. Se poi si utilizza la compatta per questioni di praticità, un treppiedi tradizionale avrebbe ancor meno senso. Di qui la comodità di utilizzare il GorillaPod.

L’attacco rapido è miniaturizzato. In questo modo è possibile accedere al vano batteria e scheda di memoria della fotocamera senza staccare il cavalletto.
Il modello Original di GorillaPod è davvero miniaturizzato: pesa solo 45 g ed è lungo appena 15 cm ma è in grado di sorreggere una fotocamera fino a un peso di 325 g.

Il GorillaPod Original dispone anche di un comodo attacco rapido, da tenere sempre fissato alla fotocamera. È in grado di sostenere perfettamente una compatta, uno smartphone – per questo c’è un modello apposito – oppure una mirrorless. Per le reflex il modello di GorillaPod ideale è l' SRL Zoom in grado di sostenere fotocamere fino a 3 kg di peso. La lunghezza è di soli 25 cm.

Il GorillaPod Original è disponibile anche nella versione Magnetic: qui i piedini incorporano ciascuno una calamita in grado di assicurare il treppiedi a superfici metalliche, senza graffiarle, anche non orizzontali. Il materiale magnetico è interno al piedino rivestito in gomma.
Basta quindi con le acrobazie, cercando di posizionare la fotocamera in equilibrio da qualche parte, come si fa con l’asso di picche su un castello di carte: se in una tasca avete la vostra compatta, nell’altra mettete un GorillaPod Original.

È l’accessorio perfetto per una fotocamera leggera e sottile come una COOLPIX
La versione Magnetic del GorillaPod

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