PC-E Nikkor 24mm f/3.5D ED tilt and shift nella fotografia di architettura

A cura di: Eugenio Tursi con la collaborazione di Saverio Lombardi Vallauri

Il nuovo obiettivo decentrabile e basculante Nikkor PC-E 24mm f/3.5 viene valorizzato dal pieno formato del sensore FX che consente di sfruttare a pieno la focale grandangolare. L’abbiamo provato in un lavoro di architettura urbana.


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La sua presentazione sul catalogo Nikon è chiara: “Obiettivo grandangolare Nikkor con Controllo prospettiva (PC-E) per la fotografia architettonica e di paesaggio: eccezionali capacità di decentramento e basculaggio. È dotato di trattamento ottico Nano-Crystal e lenti a bassa dispersione per prestazioni ottiche superiori con le fotocamere reflex digitali moderne a elevata risoluzione. Consente il controllo elettronico del diaframma e la messa a fuoco manuale per l'utilizzo con fotocamere dotate di telemetro elettronico”.

La sintesi è un dono di pochi e questa volta Nikon ne può fare vanto, ma non mi riferisco a questa descrizione, quanto al 'concentrato di conoscenze' che l’azienda ha inserito all’interno di quest’ottica che ben si sposa con le nuove reflex digitali Full-Frame FX, ovvero la D3, la D700 e la D3x.

La ritrovata disponibilità di un 24mm basculante, ma soprattutto decentrabile, su formato 'pieno' FX consente finalmente al fotografo di affrontare con disinvoltura le riprese negli ambienti più stretti; pensando alla situazione precedente, quando si disponeva solo del PC 28mm che si accoppiava ad un formato DX, la situazione è radicalmente cambiata.
Dagli equivalenti 42mm si passa dunque ad un bel 24mm da 85 gradi di angolo di campo. Volendo sfruttare appieno gli 11.5mm di decentramento a disposizione (vedremo con quali limiti) si arriva a contare fino ai 101 gradi di campo, che permettono di affrontare qualunque situazione classica di scatto in interni e in esterni.

La sua realizzazione poi è di pregio: rivestimento Nano-Crystal per uno dei gruppi ottici, tre lenti ED e tre asferiche, oltre ad una meccanica dei movimenti molto curata. Il diaframma è a 9 lamelle e la messa a fuoco manuale.

Alla prova ha collaborato il fotografo di architettura Saverio Lombardi Vallauri che ha realizzato appositamente una serie di immagini della città di Milano.


Gli ambiti di impiego

Un’ottica decentrabile non è certo comune all’interno del corredo ottico di un fotografo amatoriale; un decentrabile è un obiettivo specialistico che generalmente trova posto solo nella borsa di un professionista che si occupa di architettura o di ripresa di interni.
Ma perché parlare sempre di decentramento quanto quest’ottica consente anche il basculaggio?
Dipende da quali movimenti si utilizzano più frequentemente.

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Un decentrabile consente sostanzialmente al fotografo di mantenere la fotocamera in bolla pur inserendo nell’inquadratura dei particolari che altrimenti, per angolo di campo e posizione di ripresa, con un qualsiasi altro obiettivo sarebbero rimasti esclusi. Insomma serve a catturare quelle parti del cerchio d’immagine che altrimenti rimarrebbero al di fuori del rettangolo di cattura. Da ciò si capisce che il 24mm decentrabile proietta un cerchio di immagine più ampio di quello di un 24mm classico, oltre che qualitativamente più sfruttabile.

Il basculaggio invece consente di inclinare il gruppo ottico (in questo caso il gruppo anteriore) lungo piani differenti da quello parallelo al sensore/pellicola. Con quali vantaggi? Semplice, significa poter disporre di una profondità di campo che 'viaggia' in una direzione differente rispetto a quella classica. Un esempio tipico è la foto di un piatto di alta cucina collocato su un tavolo e ripreso dalla posizione del 'commensale': uno scatto normale consentirebbe di avere a fuoco solamente una 'fetta' del cibo, tanto più spessa quanto più chiuso è il diaframma. Un basculaggio (verso il basso) può consentire invece di mettere a fuoco l’intero piatto con una profondità di campo che ‘entra’ nel tavolo su cui esso è collocato. Difficile? È una questione di pratica. Fatto sta che le ottiche basculanti vengono apprezzate nel momento in cui vi è una focheggiatura difficile da gestire; per altro sono situazioni che spesso si possono risolvere abbastanza bene diaframmando a f/32 quando si dispone di un buon 24mm!

La tecnica del basculaggio sarà quindi più usata con ottiche più lunghe (oppure anche solo montando questo 24mm su un sensore DX che lo trasforma in un 36mm), o per specifiche applicazioni di still-life o di food. Più apprezzabile del basculaggio è quindi il decentramento di 11.5mm nelle varie direzioni, soprattutto per un fotografo di architettura.

 
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Il nuovo 24mm decentrabile e basculante consente di bloccare i movimenti impostati per non rischiare modifiche accidentali.
Ottimi i comandi di spostamento micrometrico, sebbene ci siano problemi di interferenza sulle reflex dotate
di flash integrato sporgente.


 

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