Fotografare in viaggio

A cura di: Antonio Politano

Gente vita quotidiana

Un viaggio è fatto di incontri. Nella fotografia di reportage, di viaggio, il fattore umano è fondamentale. Dà anima e calore, verità se è possibile, un'idea delle dimensioni del contesto sia in esterni sia in interni. Scene di vita quotidiana, gente comune, volti, storie. Incroci, transiti in realtà familiari o inconsuete. «Io preferisco gli uomini ai paesaggi» fa dire Michelangelo Antonioni al protagonista del suo Professione reporter. «Mi interessa di più la gente che abita il paesaggio che il paesaggio in sé», diceva Federico Garcia Lorca, «posso stare a contemplare una scena per un quarto d'ora; ma subito corro a parlare con il pastore o il tagliaboschi di quella scena».


© Antonio Politano
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Isole Marchesi, Suzanne, pronipote di Gauguin, attende il postale al porto di Hiva Oa

I ritratti non possono mancare, in posa e ambientati (con il soggetto fotografato nel corso delle sue attività) o istantanei, quando si coglie l'attimo senza intervenire. Un teleobiettivo permette di rimanere a distanza, senza stare addosso al soggetto. Il grandangolare proietta dentro l'azione. In contatto. Bisogna fare attenzione agli sfondi, alla presenza di elementi non voluti, di disturbo. È importante alternare inquadrature strette e ampie, inquadrare anche il contesto per far capire dove ci si trova.


© Antonio Politano
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Myanmar, Irrawaddy: con le giare al fiume

Può essere molto difficile fotografare la gente. Chiedere o no il permesso? «È più facile ottenere indulgenza che un'esplicita autorizzazione», dice Jodi Cobb, una delle veterane del National Geographic. Dipende dalle situazioni, varia molto a seconda della propensione della gente a essere fotografata; a volte, per non perdere l'attimo decisivo e non far cambiare gli elementi della scena che attrae, si fotografa senza chiedere esplicitamente; è comunque sempre meglio accennare con il capo l'intenzione di fotografare e se non ci sono reazioni sconvenienti continuare.


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Cuba, Trinidad: nel salone di un’antica casa coloniale trasformata in pensione,
ci si allena per la gara di biliardo che ogni anno un inglese trasferitosi a Cuba organizza per gli appassionati locali;
in palio, cento dolares per il vincitore e pollo e cerveza per tutti

Fotografando la gente si riesce a volte a cogliere momenti di quotidianità, frammenti del genius loci (il cosiddetto “spirito del luogo”), facendo sempre molta attenzione alle trappole del pittoresco, delle immagini che si hanno in testa, prima, e che si tende a rintracciare in ciò che si osserva, poi.


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Cile, incontro con due gauchos in una delle estancias sconfinate della Patagonia,
quasi dei mini-stati, regno di pecore e guanachi, vittime ogni tanto del passaggio di un puma

Cogliere verità, normalità e diversità, se possibile, quando possibile. Con Paul Bowles: «Penso che per un viaggiatore sia naturale cercare la diversità, e che sia l'elemento umano ciò che lo rende più consapevole della differenza. Se la gente e il suo modo di vivere fossero uguali dappertutto, non avrebbe molto senso spostarsi da un posto all'altro». Ma anche con Thomas Mann: «Il paese della nostra nostalgia è invece il normale, il decoroso, l'amabile, è la vita nella sua seducente banalità».


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Argentina, Ushuaia: in riva all’oceano
nella città più "australe" del mondo
© Antonio Politano
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Norvegia, Finnmark: il porto di Kirkenes,
alla frontiera con la Russia

Nel dialogo tra due amici in riva al mare, di fronte a una nave arenata, nella città più australe del mondo (Ushuaia, nella Tierra del Fuego argentina). O a pesca su una piattaforma nel porto di Kirkenes, nella Norvegia settentrionale al confine con la Russia, un'altra terra estrema, questa volta del nord del mondo.

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Cina, Kashgar: filatura dei bachi nella leggendaria città-oasi dove da tempo immemore,
si tiene ogni domenica il più grande mercato dell’Asia centrale

Nella Cina dell'ovest, delle popolazioni non appartenenti all'etnia dominante Han, la filatura dei bachi da seta e la ricerca delle pietre di giada nel fiume di Hotan lungo la Via della seta. Nella vallata del Karakorum, al confine tra Pakistan e Cina, una carovana di cammelli tra la neve. A Tokyo, una fase di contrattazione al mercato del tonno. In Arizona, un negozietto accanto all'entrata di un parco dove i natives vendono monili fabbricati a Bali e Hong Kong.


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Giappone, Tokyo: il mercato del tonno
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L'epopea della frontiera occidentale
si è consumata a spese del popolo dei natives,
i Cheyenne, Sioux, Navajo di mille film e fumetti;
alcuni dei quali vendono oggi i loro monili,
fabbricati a Bali e Hong Kong,
accanto alle entrate di parchi e riserve

Nella Patagonia cilena, due gauchos di un'estancia dopo il passaggio di un puma tra le mandrie di pecore e guanachi. Nell'Isola di Pasqua, una danza sotto le palme dopo una domenica in famiglia. In una remota isola del Pacifico, il saluto all'aeroporto di chi parte. Nelle Marchesi gauguiniane, una partita di basket a due, con una noce di cocco come pallone, e la pronipote del pittore francese con sullo sfondo una ghirlanda di fiori.


© Antonio Politano
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Isole Marchesi, partita di basket con una noce di cocco come pallone

Nella Birmania/Myanmar mortificata da un regime quarantennale, la raccolta dell'acqua dal fiume Irrawaddy, l'ultimo controllo delle giare prima dell'invio al mercato, i pescatori che dragano le acque basse del fiume. In Mongolia, l'interno della scuola buddhista del monastero principale di Ulaan Baatar, e nelle isole San Blas, al largo delle coste caraibiche di Panama, l'interno di un'abitazione di un villaggio Kuna.


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Mongolia, Ulaan Baatar:
la scuola buddhista del monastero
di Gandantegchinlen
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Myanmar, Mandalay:
pescatori dragano le acque
basse dell’Irrawaddy

In Provenza, una partita a carte in un café che ricorda un quadro di Cézanne. In Sicilia, un esterno di Santa Margherita del Belice, patria del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Nel Veneto, il lavoro nei vigneti di un castello medievale.

A Cuba, i campi benedetti da una luce laterale lungo la strada che porta all'Habana, la gara di biliardo nel salone di un'antica casa coloniale di Trinidad (con in palio 100 dolares per il vincitore e pollo e cerveza per tutti), il trionfo di lustrini e riflettori per le evoluzioni delle ballerine del Tropicana Nightclub, la postura di una ragazza in attesa del suo autobus per la capitale.


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Cuba, La Habana: lustrini, riflettori e grande orchestra
per le evoluzioni delle ballerine
del celeberrimo Tropicana Nightclub, icone di
uno show iper-professionale al limite del kitsch,
un pezzo del mito cubano più antico (1939)
della stessa revolución di Fidel (1959)
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Cuba, l’attesa dell’autobus
per la capitale

In Iran, la preghiera del mattino in una moschea lungo la strada verso Shiraz. A Istanbul, una coppia in posa nei giardini davanti alla moschea di Santa Sofia. In Etiopia, un pescatore al crepuscolo sulle acque del Lago Tana dove nasce il Nilo Azzurro.


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Iran, lungo la strada verso Shiraz
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India, Rajasthan: pellegrini a Pushkar,
i colori e le fogge di un turbante parlano,
informano sull’appartenenza di chi lo indossa
a una comunità, casta o fede religiosa;
i musulmani tendono a indossare turbanti bianchi
o kaki, gli hindu a usare molti colori, a seconda
delle caste, privilegiando le varianti del rosso

Nel Rajasthan, i giochi di fogge e colori dei turbanti dei pellegrini hindu a Pushkar. In Libia, il meritato riposo degli autisti tuareg, nelle loro vesti migliori, dopo tre giorni di attraversamento del deserto del Murzuq, con uno di loro che legge il futuro nella sabbia facendo rotolare datteri edisegnando scenari con il palmo della mano.

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Libia, Murzuq: seduta finale con l’indovino, che legge il futuro nella sabbia facendo
rotolare datteri e disegnando scenari con il palmo della mano


 

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