Fotografare in viaggio

A cura di: Antonio Politano

Paesaggio e natura

Take a walk on the wild side. «L'occhio che si dice finestra dell'anima, è la principale via donde il comune senso può più copiosa e magnificamente considerare le infinite opere di natura» scriveva Leonardo da Vinci in "Pittura e poesia". A volte la macchina fotografica consente di individuare (in natura) una composizione di linee, volumi, luci, colori, che diventa significativa, a se stante, quasi astratta, non partecipe dell'uomo («La natura è un posto che allude a un'assenza di noi», ha scritto Erri De Luca).


© Antonio Politano
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Kiribati, Christmas Island: una coppia di sterne bianche nel santuario naturale dell’atollo,
tra i più grandi del mondo, che ospita milioni di uccelli marini

Foto di natura pura, senza presenza o intervento umani. Cieli, montagne, laghi, deserti, giungle, iceberg, uccelli, gorilla, delfini, cigni. Ma anche mondi in pericolo a causa di test nucleari, effetto serra, surriscaldamento del pianeta, bracconaggio. Il teleobiettivo ha permesso di catturare il volo di una coppia di sterne bianche nel santuario naturale di Christmas Island, atollo da dépliant che tra il 1956 e il 1962 è stato lo scenario di 32 devastanti esperimenti nucleari atmosferici e sotterranei; e l'espressione di una femmina di gorilla di montagna, una delle specie maggiormente a rischio di estinzione al mondo, che vive sotto la minaccia dei bracconieri e la pressione dei profughi delle guerre civili, nel Parco nazionale dei Vulcani, nel nord del Ruanda.
 

© Antonio Politano
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Ruanda, Parco nazionale dei Vulcani: una femmina di
Gorilla di montagna, una delle specie maggiormente minacciate
al mondo, osserva i visitatori che dopo ore di marcia attraverso
la foresta pluviale hanno raggiunto il suo gruppo familiare
© Antonio Politano
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Ghiaccio puro: l’Antartide è il più freddo,
il più elevato, il più secco, il più ventoso,
il più desertico, il più remoto, il meno abitato
ed esplorato continente della Terra;
non appartiene a nessuno, ma all’intera
comunità internazionale

«L'occhio sente la bellezza della natura» (Giacomo Leopardi). L'obiettivo ritaglia. La punta di un iceberg incorniciata da un'altra montagna di ghiaccio al largo della Penisola Antartica. Un delfino che nuota davanti alla prua di una barca appena sotto la superficie dell'acqua al largo dell'isola di Cozumel, di fronte alla costa dello Yucatán. Milioni di pipistrelli che puntualmente, due volte al giorno, lasciano alla ricerca di cibo le grotte del Gunung Mulu, il più esteso sistema sotterraneo del mondo, nel Borneo Sarawak. L'ombelico di sabbia nel “deserto dei deserti”, il Ténéré, in Niger. I fiordi avvolti in nuvole e nebbia delle Isole Faroer.
 

© Antonio Politano
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Malaysia, Borneo Sarawak: puntualmente,
due volte al giorno, milioni di pipistrelli lasciano
le grotte del Gunung Mulu National Park
alla ricerca di cibo; la Deer Cave e la Lang’s
Cave formano il più esteso sistema
sotterraneo del mondo
© Antonio Politano
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Niger, Ténéré: ombelico di sabbia

Dall'alto, l'occhio compone e mostra cose, di norma, non viste. La teoria di piani e rilievi della catena delle Ande osservata da un aereo in volo su Cile e Argentina meridionali. La tavolozza tinta dalla foce di un fiume ai margini meridionali del Circolo Polare Artico canadese. Il sublime cromatismo della Laguna Blu dell'Isola di Rangiroa.


© Antonio Politano
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Canada, Nord del Québec: in viaggio su un
idrovolante, a vista (senza radar) e a bassa
quota, volando su un universo di foreste
e tundra intersecato da migliaia di fiumi,
laghi e lingue di mare, fino ai margini
meridionali del Circolo polare artico
© Antonio Politano
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Isole Tuamotu, la Laguna blu
dell’atollo di Rangiroa

Dall'elicottero, il monolite rosso di Uluru Ayer's Rock si staglia sul nulla attorno, con le macchine dei turisti ordinatamente disposte per godersi lo show del tramonto sulla grande roccia. Prima dell'alba, invece, la scelta è di raccontare la montagna-totem come silhouette, piazzando il sole che sta per sorgere al suo centro, dietro, e cogliendo nel cielo il luccichio di Venere, in alto sulla sinistra dell'immagine, e il profilo della Croce del Sud, in posizione speculare a destra, mentre nel margine inferiore destro si intravedono i fari dei bus e delle macchine dei turisti che stanno per arrivare per osservare l'alba.


© Antonio Politano
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Australia, Northern Territory: il sole che sorge dietro Uluru Ayer’s Rock lascia
ancora intravedere le ultime stelle della notte; la Croce del Sud è bassa,
sul lato del monolite vicino alla strada che inizia a essere rischiarata dalle luci delle auto
e dei bus di turisti che vengono per lo spettacolo dell’alba, Venere brilla solitaria sul lato opposto

Gli animali esigono, di norma, focali lunghe (e tempi di otturazione brevi per evitare il mosso). Gli amanti del genere si dotano di attrezzature specialistiche molto spinte. Ma anche chi viaggia con un buon corredo di base può catturare qualche scatto significativo, avvicinandosi quanto più possibile e componendo nel contesto. Come nel caso dei fenicotteri e delle anatre nere fotografate nella Riserva naturale di Vendicari, nella Sicilia sud-orientale, dei cigni neri ritratti al largo delle Chatham Islands, a sud della Nuova Zelanda, delle renne intraviste tra gli alberi nella tundra del Finnmark norvegese.


© Antonio Politano
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Sicilia, oasi faunistica di Vendicari: fenicotteri, aironi,
cicogne, anatre, in migrazione verso nord
o l’Africa, sostano in questo territorio salvato
vent’anni fa da speculazioni edilizie e progetti
di industrializzazione, tra dune, pantani e saline
© Antonio Politano
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Norvegia, Finnmark:
renne nei dintorni di Capo Nord

«La cosa più abbondante sulla terra è il paesaggio» dice José Saramago. La sua contemplazione è uno dei piaceri per chi viaggia e anche per chi fotografa. Rispetto a soggetti in movimento, il paesaggio si lascia fotografare forse con più facilità, ma è impegnativo perché la fotografia racchiude necessariamente in due dimensioni tutta la sua ampiezza.


© Antonio Politano
Isole Marchesi, Fatu Hiva: la Baia delle Vergini di Hananave illuminata dagli schiaffi
dell’ultima luce del giorno, cangiante per il continuo movimento delle nuvole
sulle colonne di basalto che precipitano nell’acqua

L'occhio fotografico prova a restituirne il respiro, la forza. Come di fronte alla costa della Baia delle Vergini nelle Isole Marchesi, grazie agli schiaffi dell'ultima luce del giorno, cangiante per il continuo movimento delle nuvole, sulle colonne di basalto che precipitano nell'acqua. O al massiccio del Cerro Torre immerso nelle nuvole e nella luce d'oro e rosa del calar del sole nella Patagonia cilena. Sopra il cratere spento del Rano Kau invaso da lagune, nell'Isola di Pasqua, o sulla superficie piatta di un lago del Quèbec mentre scende la sera boreale.


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Cile, Patagonia: Torres del Paine

Si prova a restituirne l'armonia, spontanea o indotta dall'uomo. Due esempi italiani. La luna che risale pendici e guglie delle Dolomiti del Parco naturale Fanes-Sennes-Braies. Il rettangolo di cipressi e le colline ondulate nella Val d'Orcia senese, diventati negli anni un soggetto abusato, un raro esempio di grazia seppure ridotta a stereotipo.


© Antonio Politano
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Dolomiti, San Vigilio di Marebbe:
la luna risale le pendici e le guglie dei monti
del Parco naturale Fanes-Sennes-Braies
© Antonio Politano
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Val d’Orcia: cipressi e colline ondulate,
sotto il cielo di primavera

Infine, esiste un modo per superare, almeno in parte, la compressione del paesaggio nelle dimensioni di un fotogramma. Sono le fotografie panoramiche. Si possono ottenere, oltre ovviamente usando fotocamere specifiche (molto costose), ricorrendo in post-produzione a dei programmi di montaggio ad hoc. La base è realizzare una serie di immagini in sequenza del soggetto prescelto, ruotando la testa del treppiede e mantenendo la stessa esposizione manuale, e avendo cura di inserire nell'immagine una piccola parte in comune (utile per la sovrapposizione che si dovrà poi operare), il 20% circa da ciascun lato, presente nell'immagine precedente e in quella successiva.



 

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