La messa a fuoco

A cura di: Claudio Cerquetti


Tra le varie operazioni che devi compiere prima dello scatto, la messa a fuoco è sicuramente una delle più importanti: devi eseguirla dopo aver portato all'occhio la macchina fotografica e quasi contemporaneamente alla composizione dell'inquadratura.
La fase di messa a fuoco, meccanicamente parlando, consiste nella regolazione della distanza del gruppo-lenti dell'obiettivo dalla pellicola in modo che su quest'ultima sia proiettata un'immagine nitida dell'elemento prescelto.

Con le fotocamere tradizionali, per una corretta messa a fuoco, devi ruotare la ghiera presente sull'obiettivo, mentre in quelle dotate di autofocus (AF) è sufficiente premere a metà corsa il pulsante di scatto: lo spostamento del gruppo delle lenti, in questo caso, avviene grazie ad un piccolo motore elettrico.
Tutti gli obiettivi sono caratterizzati da una minima distanza di messa a fuoco, al di sotto della quale non è possibile ottenere fotografie nitide senza l'aggiunta di altri speciali accessori. Con le ottiche di focale 50mm, questa distanza corrisponde mediamente a 45cm. Oltre un certo limite la distanza del soggetto dalla fotocamera (diciamo oltre i 40 metri con un'ottica normale) non influisce più in modo apprezzabile sulla nitidezza finale e, con la ghiera dell'obiettivo portata a fondo corsa (ossia fissa sul limite detto "infinito", indicato dal simbolo di otto rovesciato) non è più necessario mettere a fuoco.

Regolazione diottrica
Se porti gli occhiali, inquadrare con la macchina fotografica può essere piuttosto scomodo perché la lente può urtare contro la cornicetta dell'oculare. Per alcune fotocamere sono disponibili le cosiddette "lentine di correzione diottrica" che, inserite nell'oculare della fotocamera, correggono parzialmente o totalmente il difetto di vista del fotografo il quale, così, può inquadrare togliendosi gli occhiali.

Uso dell'autofocus
Poni il riferimento AF che si trova al centro dello schermo di messa a fuoco sul soggetto e premi leggermente pulsante di scatto. La fotocamera esegue la messa a fuoco e, nel mirino, si accende una spia verde, fissa o lampeggiante, oppure una rossa.
Verde accesa fissa: il soggetto è a fuoco. Lampeggiante: le condizioni del soggetto non consentono la focheggiatura automatica. Rossa fissa: il meccanismo sta cercando di mettere a fuoco. Se il soggetto è troppo buio entra in funzione l'illuminatore di assistenza autofocus.
Con alcuni modelli di fotocamere, quando il selettore è regolato su autofocus, l'otturatore non scatta se il soggetto non è nitido.

Con il selettore del modo di messa a fuoco regolato su AF, una leggera pressione del pulsante di scatto attiva il sistema autofocus e quindi la comparsa nel mirino della spia verde che indica che l'obiettivo è regolato per la massima nitidezza.

Esistono due categorie di impostazione autofocus: la fotocamera seleziona la messa a fuoco singola oppure continua a seconda che il soggetto sia fermo oppure in movimento. In questo caso l'AF rileva anche la direzione del moto e imposta la posizione del gruppo-lenti prevedendo il punto in cui l'elemento prescelto si troverà al momento dell'apertura dell'otturatore.
AF singolo: raggiunta la corretta messa fuoco, l'AF si blocca e puoi scattare liberamente.
AF continuo: la fotocamera mantiene costantemente a fuoco i soggetti movimento.
Selezionando il vari-program "sport" la fotocamera si predispone automaticamente sull'autofocus continuo nonché sullo scatto motorizzato a raffica, mantenendo il soggetto costantemente nitido.

Nella messa a fuoco manuale, invece, l'otturatore è libero di scattare a prescindere dallo stato di messa a fuoco del soggetto nel caso tu voglia, ad esempio, ottenere immagini volutamente sfocate per fini creativi.
I sistemi di messa a fuoco automatica (AF), si rivelano sempre piuttosto efficienti nonostante ciò esistono dei limiti per l'autofocus.

Nel caso di soggetti statici e ben illuminati ad esempio, l'autofocus è sempre molto veloce e preciso. I problemi sorgono quando il soggetto non appare "grande" e fermo nel mirino, come una moto in corsa oppure un bambino che corre veloce.

In pratica, se il soggetto esce anche per un istante dal campo di lettura dell'AF (che in genere è rappresentato da un piccolo riferimento visibile al centro del mirino) l'obiettivo va a cercare il punto di messa a fuoco praticamente "a caso", con una notevole perdita di tempo.
Inoltre, nel caso di soggetti monocromatici, come un cielo coperto, l'autofocus, nel tentativo di valutarne la distanza può anche andare in "tilt" (dobbiamo però dire che in quest'eventualità anche l'occhio umano avrebbe dei seri problemi).
In questi casi è consigliabile disinserire la messa a fuoco automatica e affidarsi al più versatile cervello umano.
Quelli enunciati sono comunque "casi limite" piuttosto infrequenti.

 

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