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Il terzo occhio


© Melina Mulas - Gheshe Rabten

Fino al 29 gennaio al Palazzo Santa Margherita di Modena: "Melina Mulas. Il Terzo Occhio", curata da Angela Vettese.
Circa sessanta immagini in bianco e nero, testimonianza di un imponente lavoro di ricerca iniziato 14 anni fa e terminato nel 2002 sotto la guida del Dalai Lama che ha orientato l'autrice verso i maestri più rappresentativi e l'ha aiutata a raggiungerli attraverso l'India, il Sikkim, la Francia, l'Austria, il Nepal, la Svizzera e l'Italia.
Obiettivo: la testimonianza rigorosa dei volti dei Lama buddisti.
L'antica tradizione spirituale tibetana, preservata e trasmessa nella sua integrità grazie all'insegnamento dei maestri rifugiati dagli anni Sessanta in India e in Nepal, è prima protagonista della mostra. Il secondo protagonista è lo sguardo: quello che noi rivolgiamo all'esterno e quello che riceviamo.
I Lama tendono a sviluppare, nelle loro pratiche meditative e grazie a un'educazione costante, ciò che si definisce il terzo occhio. Queste immagini, quelle appese alle pareti della mostra così come quelle del catalogo, rappresentano dunque sguardi particolarmente educati a vedere – tranne nel caso dei lama bambini, individuati come reincarnazioni di grandi Lama ma ancora, ovviamente, all'inizio della loro formazione spirituale.
Con il semplice espediente di chiedere loro di guardare l'obiettivo, Melina Mulas ha messo questi personaggi in condizione di regalarci appunto il loro sguardo. Nessuno è riuscito a distruggere quegli sguardi e ciò di cui sono eredi. A nostra volta, queste fotografie ci pongono in condizione di sentirci osservati e di osservare. È il primo passo attraverso cui riceviamo una lezione rivolta al sapere guardare.
A corredo della rassegna la casa editrice 5Continents di Milano edita un volume di fotografie di Melina Mulas, intitolato "Il terzo occhio. I Lama del Tibet" (183 pagine, 40 euro in libreria).


© Melina Mulas - Dalai Lama

© Melina Mulas - Menri Ponlop

 

 

Alek Wek

A Milano Massimo Gatti ha riproposto, presso la Galleria Salamon, la mostra Wind Shapes, presentata in anteprima a Venezia durante la 62° Mostra Internazionale d'arte cinematografica.

Sedici immagini della top model africana per eccellenza Alek Wek, scattate in Sud Africa a Sodwana Bay, dove "il deserto della sabbia si riflette nel deserto del mare sotto un sole aspro, durissimo". "Nella luce bianca del mezzogiorno Alek Wek ha movimenti disincarnati da farfalla, da aquilone", scrive la giornalista Giusi Ferrè nella prefazione del catalogo edito da Electa (pagine 80, euro 34).

 

 


© Massimo Gatti
La prima parte del volume è dedicata alle foto protagoniste delle mostre alla Biennale del Cinema di Venezia e a Milano, in cui la modella diventa Forma pura, una sottile statua di ebano stagliata sulla cocente sabbia del deserto, avvolta da una luce limpida e abbagliante. La seconda parte racconta invece un simbolico ritorno di Alek alla sua terra, con una visita a un villaggio Zulu, colto da Gatti nei suoi aspetti più autentici e sorprendenti.
L'autore si misura con foto di moda ambientate in splendide quinte di foresta, foto di animali in libertà, particolari costruttivi del campo indigeno, ritratti di persone del luogo.
   

© Massimo Gatti

 

 

Donna donne

"Donna Donne. Uno sguardo sul femminile nell'arte contemporanea", mostra itinerante a cura di Adelina von Fürstenberg, ideata dall'Ong Art for The World in occasione del decimo anniversario della Dichiarazione di Pechino, è a Firenze (Palazzo Strozzi), fino all'8 gennaio e proseguirà poi a Bruxelles e a San Paolo.
I 33 artisti partecipanti, uomini e donne, italiani e provenienti da diverse parti del mondo, lavorano sugli aspetti principali della percezione femminile della vita e della creatività, offrendo così un panorama molto largo delle differenti sfaccettature dell'identità femminile.
La donna nel mondo contemporaneo, l'autobiografia e la rappresentazione del femminile, sono i temi principali sviluppati nelle opere in mostra, pitture, sculture, fotografie, video-installazioni provenienti da prestigiose collezioni europee pubbliche e private, nonché dagli artisti stessi.
Durante il periodo della mostra, il Festival dei Popoli presenterà ogni giorno (orario 10-19, ingresso gratuito) una rassegna di documentari del proprio archivio realizzati da cineasti di fama internazionale dedicata alle grandi tematiche del femminile.

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