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Un libro, unico, sui 125 anni del National Geographic

Ancora un libro sul National Geographic? Beh sì, ma questo della Taschen - National Geographic Around the world in 125 years - è un po’ speciale. Innanzitutto per il prezzo: 399 euro, per un’edizione limitata di 125 mila copie in tutto il mondo. Poi per la sostanza: tre volumi per 1468 pagine di fotografie, con autori come James Nachtwey, Steve McCurry, Frans Lanting, George Rodger e decine di altri fotografi del National Geographic che hanno coperto il mondo da Timbuktu a Tuvalu, e poi saggi introduttivi e biografie dei fotografi e ogni cofanetto che si trasforma in leggio. Da cinque generazioni, la rivista della National Geographic Society ha abbagliato ed educato con i suoi reportage provenienti dai quattro angoli della terra. Combinando viaggi, natura, scienza, storia, cultura, ha ispirato milioni di lettori a interessarsi e conoscere di più il pianeta che abitiamo. In occasione del suo 125° anniversario, National Geographic ha dato a Taschen accesso completo ai propri archivi. Il risultato è un viaggio trans-continentale che inizia nelle Americhe e in Antartide (Volume 1, da cui sono tratte le immagini qui accanto), attraversa l'Atlantico verso l'Europa e l'Africa (Volume 2), e, infine, l'Oceano Indiano verso l'Asia e l'Oceania (volume 3). Dalle prime immagini in bianco e nero al digitale. La bellezza del mondo ma anche le questioni sociali e le minacce ambientali. Con l’attenzione di Taschen al dettaglio e il livello di perfezione delle riproduzioni che rendono omaggio alle visioni di ciascun fotografo.

Qui si può sfogliare (gratis) il lungo capitolo di 146 pagine dedicato alle Americhe e all’Antartide.

 

Less is more, Patrizia Savarese

«Less is more», ma anche «God is in the details», sono i celebri motti dell’architetto Ludwig Mies van der Rohe che più si addicono a descrivere i soggetti minimalisti, essenziali, neutrali, e contemplativi delle foto di Patrizia Savarese in mostra allo Shenker Culture Club di Roma dal 30 gennaio al 31 maggio 2014. Un reportage fotografico realizzato in un metro quadrato, in cui vengono recuperate piccole cose trascurabili, di vita quotidiana, ma capaci di bellezza se riscoperte da uno sguardo accurato. Un reportage a chilometro zero, perché esplora e racconta solo ciò che sta a portata di mano. In un metro quadrato. Testimonianze di una nuova dimensione basata sulla parola meno. Meno consumi, meno sprechi, meno rumore, meno traffico, meno stress, meno fretta, meno paura. Patrizia Savarese porta avanti da anni una ricerca derivante dalla sua sensibilità ai problemi ecologici, al degrado della bellezza, alla volgarità incapace di gustare una sfumatura di colore, il profilo di una foglia, la venatura di una pietra. Dai set pieni di luci, modelli ed effetti speciali delle sue foto precedenti, dai concerti rock di cui è stata attenta fotocronista, è approdata allo spazio minimo del suo balcone, al silenzio della sua casa, alla consacrazione estetica di piccoli oggetti, dalle foglie secche ai cocci di vetro, che nelle sue foto diventano cose preziose da osservare con sorpresa e da trattare con amore. Non la ricerca di novità, ma la maestria della pennellata zen, nella tradizione delle grandi foto minime di Stieglitz, Adams, Weston, che insieme con le grandi immagini con cui hanno fatto la storia della fotografia, hanno saputo stupirci anche con un peperone, una affettauovo, il tacco di una scarpa. Le foto di Patrizia Savarese sono raccolte nel libro Minimal - foto in 1 metroquadro, con testi di Umberto Santucci (Edizioni Blurb.com). In contemporanea, è disponibile anche il libro The Heart of Green (Blurb) che contiene alcune delle immagini di “cuori verdi”, piccoli giardini zen per addestrare lo sguardo e il pensiero, in mostra a Roma.

 

La Gondoliera, Yamada Hanako & Alex Hai

Dal 4 febbraio al 29 marzo Jarach Gallery di Venezia ospita l’esposizione La Gondoliera, nata dalla collaborazione e dalla passione comune per Venezia tra l’artista emergente Yamada Hanako, attualmente “artista in residenza” presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, e la celebre ma discussa gondoliera (la prima a diventarlo interrompendo un’antichissima tradizione), oltre che fotografa e regista, Alex Hai. L’esposizione ripercorre il viaggio cinematografico de La Gondoliera attraverso una serie di fotografie scattate dalle due artiste e una selezione di articoli e documenti che raccontano la storia di quella che qui è definita “eroina combattente”.
 Le fotografie sono nel formato cinematografico 16:9, con le caratteristiche bande orizzontali nere. Scatti e soggetti evocano una rappresentazione emblematica della Venezia contemporanea, un ritratto cinematografico della città visto attraverso gli occhi di Yamada e di Alex. Si annuncia una conversazione fatta di contrappunti, che invita a riflessioni sulla autenticità delle immagini e della nostra necessità di definire per categorie.

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