Intervista a Bogdanel Ionut Ursu

A cura di: Dino del Vescovo

Una solida preparazione artistica, conseguita presso l'Accademia delle Belle Arti di Roma, ha permesso a Bogdanel Ionut Ursu, romeno di 29 anni e vincitore per la categoria YNG (Young) del concorso Nikon Talents 2012 ideato dalla Nital di Torino, di maturare uno stile fotografico dai risvolti molto interessanti.
Attratto dai colori freddi, ben visibili in molti dei suoi scatti, il giovane fotografo spiega come l'arte, in particolare la pittura, sappia mescolarsi alla fotografia in modo quasi involontario: «Da quando faccio fotografia, ho arricchito il mio stile lasciando che l'aspetto pittorico e quello fotografico si contaminassero a vicenda», sottolinea quando gli chiediamo di definire la sua fotografia.
Nel tempo libero si diverte con i rollerblade, passeggiando per le vie di Roma insieme a un gruppo di appassionati: giura di scendere stando sui pattini anche la famosa scalinata di Piazza di Spagna.

Cosa fai nella vita? Quando nasce l'interesse per la fotografia? E quando non fotografi, come ti diverti?   

Nella vita lavoro come fotografo e, per un'agenzia di moda, come booker, quindi mi occupo di selezionare i modelli e le modelle, di organizzare i casting, rapportandomi con i clienti, gli stilisti e i committenti in genere. Ho iniziato a fotografare circa due anni fa.
Ho studiato prima arti visive, in particolare la pittura e la scultura, per cui la fotografia è per me un punto d'arrivo, la possibilità di esprimere attraverso un nuovo strumento la mia indole creativa.
Al passaggio definitivo ha contribuito anche la mia preparazione in arte digitale, quindi la capacità di manipolare le immagini digitali. Quando non fotografo cerco di riposarmi: tra fotografie e tempo che dedico all'agenzia, resta ben poco per il divertimento.


Ti capita di dipingere? E con quale tecnica? 

Mi capita ma ho, come appena detto, poco tempo per assecondare questa mia passione. Quando posso prediligo l'olio su tela. Da quando inoltre faccio fotografia, ho arricchito il mio stile lasciando che l'aspetto pittorico e quello fotografico si contaminassero a vicenda.

 

Hai immaginato, anche per un attimo, mentre caricavi le tue immagini per il concorso Nikon Talents 2012, che avrebbero avuto tanto successo?  

Sicuramente l'ho sperato, ma non avrei immaginato mai di vincere addirittura il concorso. Ho caricato i miei lavori in due momenti diversi per cui ho avuto modo di constatare che, almeno al pubblico, gli stessi erano piaciuti molto.

 

Ti è piaciuta la serata di premiazione? Ricordi un momento in particolare?

Sì, molto carina e interattiva, movimentata e divertente. Per quanto riguarda i momenti in particolare, mi sono emozionato quando mi hanno chiesto di rispondere ad alcune domande di fronte al pubblico. Non sono abituato, né amo in modo particolare stare dall'altra parte dell'obiettivo. Quando poi hanno pronunciato il mio nome, per la premiazione finale, sono stato contentissimo.
 

Come definisci la tua fotografia?

Difficile definire la mia fotografia con poche parole. Il mio è un mix fra fotografia di moda e Fine Art. Cerco in pratica di sfruttare tutte le mie conoscenze pittoriche e di trasferirle nella fotografia di moda. In altri termini, metto l'arte in qualcosa che avrà poi fini commerciali. Ti faccio un esempio: mi capita mentre scatto di attingere alla visione metafisica di De Chirico e “metterla” nelle mie foto. Ovviamente è un meccanismo naturale e spontaneo, direi involontario. I collegamenti li vedo soprattutto dopo, quando analizzo il lavoro finito.

 

Mi spiegheresti il significato di “fotogenia”?

Non credo particolarmente alla fotogenia. Ritengo invece che ogni soggetto, se osservato e fotografato dalla giusta prospettiva, possa risultare fotogenico. È molto importante, nella fotografia di ritratto, mettere il soggetto a proprio agio. Se lo stesso è teso o è a disagio, il servizio fotografico ne risente molto. Conta quindi la complicità, la “connessione” fra il fotografo e il modello o la modella: quando ciò avviene, il secondo intuisce al volo le idee e le intenzioni del primo. Succede talvolta che il soggetto sia così affascinato dalle idee creative del fotografo, da non vedere l'ora di iniziate con il set. Si instaura così un rapporto quasi elettrico fra i due.

 

È una mia impressione o ti piace desaturare i colori?

Più che togliere saturazione al colore, diciamo che mi piacciono i colori freddi. Malgrado tutto do molta importanza al colore e faccio attenzione affinché la fotografia risulti “cromatica”, che i colori in essa contenuti, come nella pittura, siano cioè in perfetta armonia.

 

Da quanto tempo sei Nikonista?

Non sono nikonista, devo ammetterlo. La prima macchina che mi è stata regalata era una Canon e come spesso capita, ci si lega a un marchio senza un preciso motivo. Vedremo in futuro, non si sa mai. Devo sotto questo aspetto riconoscere la professionalità e l'imparzialità della giuria Nikon nel decretare i vincitori del concorso Nikon Talents: sono state premiate le immagini e non gli strumenti con i quali queste sono state realizzate. Davvero un bel gesto!

 

Hai avuto modo di provare la nuova Nikon 1 V1? Ti è piaciuta?

Mi è piaciuta moltissimo, per la qualità delle immagini e per l'ingombro molto limitato. La trovo ottima anche per girare i video ad alta definizione.

 

Cosa si intende per fotografia Fine Art?

È la fotografia artistica per eccellenza, scevra da scopi commerciali e figlia esclusivamente della ricerca artistica del suo autore, cioè del fotografo. Il soggetto della fotografia Fine Art non è quindi fisso ma dipende esclusivamente dal gusto del fotografo. A me per esempio piace ritrarre il corpo umano in tutte le sue forme. Dal punto di vista del mercato, quello della fotografia Fine Art è lo stesso della pittura.

 

Esistono luoghi comuni in fotografia? Quello più diffuso?

Penso sia legato alla post-produzione: in molti pensano che intervenendo via software sugli scatti si risolva ogni problema. In realtà, le fotografie vanno pensate prima e il risultato deve ottenersi già in produzione.

 

Tu lavori poco quindi in post-produzione?

No, può sembrarti una contraddizione ma io dedico molto tempo alla post-produzione. Solo che non si vede perché intervengo solo nel modellare i colori.

 

L'invasione delle fotografie sul web fa bene o male alla fotografia?

Per me fa bene anche perché, dando visibilità a tutti, genera più concorrenza fra chi produce le immagini innalzandone la qualità. Questo almeno è il mio parere.

 

Per concludere, cosa vuoi fare da grande?

Vorrei fare quello che faccio oggi ma a livelli più alti, quindi lavorare per committenti sempre più importanti, per grandi stilisti e pubblicare su riviste nuove. In sostanza vorrei continuare a fare il fotografo, ma farlo sempre meglio.

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