Intervista a Brando Quilici

A cura di: Dino del Vescovo


Le scene del film “Il ragazzo e la tigre”, distribuito da Medusa, sono state girate da Brando Quilici - che ha curato interamente la regia - e dalla sua troupe nel Mustang, distretto del Nepal, alternando cineprese da cinema con fotocamere mirrorless Nikon Z, in particolare corpi Nikon Z 6. Una soluzione che in passato, facendo uso delle reflex Nikon, è stata già adottata nelle produzioni del celebre regista e documentarista italiano, ma che con “Il ragazzo e la tigre” si è spinta ben al di là di un uso marginale. Abbiamo raggiunto Brando Quilici nel suo studio per farci raccontare come e quanto le nuove mirrorless di casa Nikon possano essere utilizzate su set cinematografici senza far rimpiangere le ben più costose e ingombranti apparecchiature da cinema...

Brando Quilici

Sul set del film “Il ragazzo e la tigre” con la Nikon Z 6

Il ragazzo e la tigre - film di Brando Quilici in uscita nelle sale italiane il prossimo 13 ottobre 2022 - narra la storia del piccolo Balmani (Sunny Pawar), nove anni, che scappa dall’orfanotrofio in cui vive per raggiungere Kathmandu, capitale del Nepal. La sua strada incrocia quella di un cucciolo di tigre catturato da una banda di bracconieri, dopo averne ucciso la mamma, per venderlo al mercato nero. Il bambino decide di sottrarlo al suo triste destino per portarlo con sé al famoso Monastero di Taktsang, noto come “Tana della Tigre”, dove l’animale sarebbe stato al sicuro per il resto della sua vita. Durante il viaggio, affascinante e al tempo stesso pieno di difficoltà, i due protagonisti scopriranno le bellezze della natura, ma anche le insidie che essa nasconde. Aiutato nell’impresa da Hannah (Claudia Gerini), direttrice dell’orfanotrofio, Balmani instaurerà, tra pericoli e panorami naturali mozzafiato, un rapporto di reciproca amicizia e fiducia con il piccolo tigrotto. Una storia di amore e abnegazione che attraverso la battaglia di Balmani vuole ricordare allo spettatore l’importanza di difendere il nostro pianeta e i suoi abitanti dalla barbarie e dalla prepotenza dell’uomo. Le scene del film, distribuito da Medusa, sono state girate da Brando Quilici - che ha curato interamente la regia - e dalla sua troupe nel Mustang, distretto del Nepal, alternando cineprese da cinema con fotocamere mirrorless Nikon Z, in particolare corpi Nikon Z 6. Una soluzione che in passato, facendo uso delle reflex Nikon, è stata già adottata nelle produzioni del celebre regista e documentarista italiano, ma che con “Il ragazzo e la tigre” si è spinta ben al di là di un uso marginale. Abbiamo raggiunto Brando Quilici nel suo studio per farci raccontare come e quanto le nuove mirrorless di casa Nikon possano essere utilizzate su set cinematografici senza far rimpiangere le ben più costose e ingombranti apparecchiature da cinema.

L’attore Sunny Pawar e il cucciolo di Tigre
L’attore Sunny Pawar e il cucciolo di Tigre.
Nikon Z 6
Nikon Z 6
Cucciolo orfano di due mesi d'età nel parco del Chitwan Nepal
Cucciolo orfano di due mesi d'età nel parco del Chitwan Nepal

Dalle reflex alle Nikon Z. Quali differenze?

I progressi compiuti in termini di prestazioni e versatilità, nel graduale passaggio dalle macchine reflex alle mirrorless Nikon Z, sono stati enormi. Quando, insieme con il regista canadese Roger Spottiswoode, al Mar Glaciale Artico, abbiamo girato il film “Il mio amico Nanuk”, nel 2014, a supportare l’attrezzatura da cinema c’erano due reflex Nikon D800 che abbiamo utilizzato solo in alcune scene. Con la Nikon Z 6, sul set de “Il ragazzo e la tigre” abbiamo fatto molto, ma molto di più. Anzi, posso affermare con certezza che alcune scene di questo nuovo film esistono solo grazie alla mirrorless di casa Nikon.

I luoghi del film Il ragazzo e la tigre

A quali momenti del film ti riferisci?

Ad alcuni capitoli in cui, grazie alla tecnica del composite shot, abbiamo sovrapposto a scene di paesaggi innevati girate in precedenza con la Nikon Z 6, altre successive, ottenute durante la lavorazione effettiva del film, che ritraevano il bambino insieme con la tigre. Mi spiego meglio…
Durante i viaggi di pre-produzione in Mustang, condotti a febbraio 2020 con la guida Tsewang Bista, nipote dell’ultimo sovrano del Mustang Jigme Dorje Palbar Bista, e il restauratore latinense Luigi Fieni che ha ridato vita a una serie di monasteri locali di grande interesse storico, avevo utilizzato la Nikon Z 6 per riprese panoramiche dei paesaggi innevati, constatando una qualità video davvero sorprendente.
Quando, durante le riprese ufficiali, abbiamo avuto la necessità di girare con il bambino e la tigre negli stessi posti, il caso ha voluto che non vi fosse neve, elemento indispensabile alla coerenza scenica. Abbiamo quindi girato le nostre scene in luoghi privi di neve, assicurandoci di posizionare la mirrorless alla stessa inclinazione che aveva in fase di pre-produzione per poi, grazie alla tecnica del composite shoot, sovrapporre il bambino e la tigre sulle scene catturate l’anno precedente. La possibilità di girare in RAW a 12 bit, quindi di bilanciare perfettamente il colore in fase di post-produzione, ha fatto il resto. La qualità del risultato finale, osservata sul grande schermo, è stata la stessa che avrei ottenuto se avessi usato le classiche macchine da presa da cinema con risoluzione 6K.

L’attore Sunny Pawar e il cucciolo di Tigre
L’attore Sunny Pawar e il cucciolo di Tigre.
Nikon Z 6 in azione
Upper Mustang, Nepal. Gli attori Sunny Pawar (Balmani), Leegyan Thapa (Madhav, membro della tribù Gurung degli honey hunters), e il cucciolo di tigre.
Upper Mustang, Nepal. Gli attori Sunny Pawar (Balmani), Leegyan Thapa (Madhav, membro della tribù Gurung degli honey hunters), e il cucciolo di tigre.

In quali altre occasioni avete girato con la Nikon Z 6?

La mirrorless Nikon Z 6 si è rivelata insostituibile e ben più comoda delle ingombranti videocamere da cinema anche nelle riprese ravvicinate alle tigri. Può confermarlo Doug Allan, uno degli operatori di natura e animali selvatici più conosciuti al mondo, con cui ho spesso il privilegio di lavorare. Avevamo infatti bisogno di un dispositivo di ripresa maneggevole, compatto, veloce da configurare e soprattutto che passasse inosservato agli occhi degli animali impiegati sul set, i quali perdevano interesse e si lasciavano distrarre molto facilmente.
Montando sulla Nikon Z 6 l’obiettivo AF-S Nikkor 600mm f/4E FL ED VR mediante l’adattatore FTZ, abbiamo catturato le migliori espressioni delle nostre tigri senza che queste se ne accorgessero. Se avessimo usato la normale attrezzatura e team composti da diversi operatori, avremmo innanzitutto impiegato il triplo del tempo - e si sa che durante la lavorazione di un film impiegare tempo costa molto - e fatto fatica a mantenere intatta la naturalezza degli animali coinvolti. Con la Nikon Z 6 in mano, una volta sdraiatosi sulla neve, Doug era praticamente invisibile.

Quanti esemplari di tigre avete utilizzato?

Diversi. Ogni esemplare ha interpretato la tigre protagonista del film nelle sue varie fasi di crescita. Il film inizia infatti con un cucciolo di alcuni giorni e si conclude con un esemplare di sette mesi che pesa circa 100 kg.

Il cucciolo di tigre.
Il cucciolo di tigre.
Fiume Narayani, sud Nepal. Il cucciolo di tigre di tre mesi
Fiume Narayani, sud Nepal. Il cucciolo di tigre di tre mesi.
I luoghi del film Il ragazzo e la tigre

Altri vantaggi della Nikon Z 6 sul set?

Sicuramente la facilità di trasporto, anche in elicottero. Abbiamo utilizzato la Nikon Z 6 anche per effettuare le riprese dei grandi panorami, quelle che nel film incantano gli spettatori per la bellezza dei paesaggi in cui si svolgono i fatti. Mi riferisco, per esempio, alle albe e ai tramonti con il monte Everest o altre montagne sullo sfondo. Anche in questo caso, Doug e io abbiamo preferito la leggerezza e la maneggevolezza della Nikon Z 6 all’attrezzatura da cinema convenzionale.
Lo ripeto: muoversi leggeri sui grandi spazi significa infatti ridurre il numero degli operatori e, cosa altrettanto importante, impiegare meno tempo. Il fattore tempo gioca un ruolo importante, per esempio, quando ci si sposta in elicottero, come abbiamo fatto noi per effettuare alcune riprese sull’Everest. Essere rapidi e predisporre la mirrorless in pochi attimi vuol dire permettere ai velivoli di atterrare senza spegnere i motori, effettuare le riprese muovendosi agevolmente, cambiare gli obiettivi se necessario, risalire a bordo e tornare alla base nel giro di qualche ora.

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