Intervista a Franco Cappellari

A cura di: Dino del Vescovo


Specializzato in reportage geografico e in fotografia aerea, Franco Cappellari, fotografo professionista di Venafro, località molisana della provincia di Isernia, collabora con diverse riviste di viaggio ed enti ufficiali del turismo (Argentina, Venezuela, Sudafrica, Kenia e Cina).
Nikonista da sempre, si dedica anche alla fotografia sportiva, prediligendo gli sport d'azione, in particolare il rugby.
Ama la montagna, andare in mountain bike, fare trekking e giocare a basket. Dei suoi viaggi, apprezza e analizza anche l'aspetto enogastronomico. Se non fosse stato ispirato dalla fotografia – sostiene -, quasi sicuramente sarebbe diventato sommelier.
È Master Photographer per i workshop di Nikon School e Nikon School Travel ed ha appena tenuto un workshop di fotografia aerea.

Buongiorno Franco, l'elicottero è l'unico mezzo da cui praticare la fotografia aerea?

No, a volte si fotografa dall'aereo, altre volte dalla mongolfiera. Ho vissuto anche l'esperienza di fotografare dal parapendio.

Ci sono differenze fra un mezzo e l'altro? Dal punto di vista fotografico intendo...

Sì, qualche differenza c'è. La mongolfiera produce meno vibrazioni di un aereo o di un elicottero e soprattutto ti consente di lavorare in silenzio. Dal punto di vista tecnico quindi, le impostazioni della macchina cambiano da un mezzo di trasporto a un altro.

Tu quale preferisci?

L'elicottero, perché ti permette di volare lentamente e a bassa quota spostandoti rapidamente da un punto all'altro. E di fotografare senza il portellone utilizzando un'imbragatura. Tra gli aerei mi piace molto il Cessna 182, munito di un'ala alta che mi dà la possibilità di fotografare verso il basso senza impedimenti.

Sul tuo sito web www.francocappellari.it si osservano bellissime fotografie aeree. Rientrano in un particolare progetto?

Più che di un solo progetto, parlerei di progetti e committenti diversi. Delle immagini aeree che vedi pubblicate sul mio sito, alcune mi sono state per esempio commissionate dall'ente del turismo keniota per la realizzazione della campagna europea del Kenia. Ho avuto qui la possibilità di sorvolare diverse aree, per quattro ore, a bordo dell'elicottero dei guardiaparco. Una esperienza indimenticabile anche perché la fotografia aerea è una delle mie più grandi passioni. Abbiamo osservato dall'alto la Rift Valley e i laghi del Kenia, con milioni di fenicotteri che abbellivano ulteriormente il paesaggio. Oltre a questa esperienza, ne ho vissute molte altre in Italia, in Brasile, Venezuela, Colombia, Panama e Olanda.

La fotografia aerea. Un modo insolito di osservare la realtà o una nuova opportunità di lavoro?

La fotografia aerea mi attrae profondamente, i paesaggi fotografati dall'alto assumono forme impensabili. Si pensi ai disegni tracciati dall'uomo con il suo lavoro nei campi. I greti dei fiumi e le strade diventano linee sinuose, le coltivazioni di fiori coloratissimi tappeti di petali. Per quanto riguarda le opportunità di lavoro, al momento non sono molte, ma prevedo un florido futuro per questa branca della fotografia grazie anche all'avvento dei droni.

Che attrezzature utilizzi per le tue foto aeree? Quali tempi e quali diaframmi?

Due corpi macchina, una Nikon D4 e una Nikon D810. Per quanto riguarda le ottiche, lavoro con uno zoom grandangolare AF-S Nikkor 24-120mm F/4G ED VR a cui affianco un AF-S Nikkor 70-200mm F/2.8G ED VR II. Attivo sempre lo stabilizzatore VR anche se, per sicurezza, non scatto quasi mai con tempi inferiori ad 1/1000 s. Regolo la messa a fuoco su infinito e utilizzo aperture comprese tra F/4 e F/5.6 in quanto la profondità di campo, fotografando dall'alto, non è poi così determinante.

Sulla composizione che consigli puoi darci?

Di individuare, come in ogni genere fotografico, forme e soggetti interessanti in modo da creare composizioni equilibrate e sensate.
Dall'alto tutto ci sembrerà bellissimo, quasi irreale e proprio per questo si corre il rischio di fotografare un po' a caso.

Qual è l'orario ideale per la fotografia aerea

Dipende dal tipo di lavoro. Potendo scegliere, preferisco le prime ore del mattino o della sera, quando la luce è calda e le ombre sono lunghe e l'aria è più limpida. Spesso e volentieri, quando il tempo di permanenza in volo è breve, opto per le ore centrali della giornata che regalano un'illuminazione uniforme, anche se un po' dura e con poche ombre.

Qual è la quota media di volo?

In genere, non c'è bisogno di volare a quote troppo alte, 300 m sono più che sufficienti. Resta inteso che l'altitudine operativa varia anche a seconda della tipologia di foto aerea, e del tipo di elicottero.
Vanno comunque sempre seguite le procedure stabilite dalle autorità aeroportuali, in particolare dei controllori di volo.

Quali argomenti hai trattato nelle due ore in aula che hanno preceduto il volo?

Innanzitutto gli argomenti inerenti la sicurezza. Come salire e scendere dall'elicottero, uno alla volta, rimanendo a vista dell'equipaggio. Quando si è a terra poi, si deve rimanere sempre nelle zone laterali del velivolo, evitando la anteriore e la posteriore ritenute pericolose nelle fasi di atterraggio e decollo. Quella posteriore in particolare per la presenza del rotore di coda, reso invisibile dall'alta velocità di rotazione. Come entrare nella cabina del velivolo e come spostarsi lateralmente. Come assicurarsi agli ancoraggi predisposti. Seguiranno poi i consigli tecnici sulla fotografia aerea.

Quanto dura in media una sessione di fotografia aerea?

Se ti riferisci al lavoro di un professionista, non ci sono limiti. Dipende dall'importanza dello stesso. Se invece parliamo di un workshop, circa 30 minuti.

Servono particolari requisiti fisici?

Se si è in buone condizioni di salute e non si soffre di vertigini, non c'è nessun problema. A quelli che non hanno mai volato in elicottero, e che non se la sentono di farsi imbracare per fotografare con il portellone aperto, consiglio di fare il primo shooting posizionandosi dal lato della porta, con il finestrino aperto. In questo modo possono prendere confidenza con l'altitudine e con i movimenti del mezzo.

Se si sbaglia una scatto, si può riprovare?

Con i voli turistici è praticamente impossibile. Durante il workshop si può riprovare invece solo se l'immagine da riprendere è fondamentale per la buona riuscita dello stesso. Altrimenti, è meglio andare oltre, considerando che ogni minuto di volo incide non poco sui costi finali.

Workshop a parte, come ci si esercita per diventare esperti professionisti?

Di base è necessario avere una grande passione per la fotografia e il volo, poi va da sé che più ore trascorri a bordo e più hai possibilità di affinare la tua tecnica, in quanto le situazioni che incontrerai non saranno mai le stesse.

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