L’inverno marchigiano in compagnia della Z 6II

A cura di: Jonathan Giovannini


Ho sempre amato la natura e gli animali selvatici e l’ambiente che preferisco in assoluto è quello invernale. Con la neve abbiamo una percezione diversa di ciò che ci circonda, tutto rallenta ed assume un aspetto incantevole. Fotografare in certe condizioni non è certamente facile, si soffre il freddo e la neve che cade bagna abbigliamento e attrezzatura. Già, l’attrezzatura viene messa a dura prova in condizioni del genere ed è importante avere con se dei mezzi di cui ci si possa fidare.

Sono fortunato a vivere nelle Marche, qui ci sono molti spunti fotografici come i Sibillini ed il Monte Catria ricchi di fauna e bellissimi paesaggi. Vista la breve distanza posso approfittare quasi sempre delle nevicate, che negli ultimi anni sono sempre più rare, recandomi in location anche durante la bufera che spesso rappresenta la situazione più bella in assoluto. Vivere in una zona non è come viaggiarci, si ha la possibilità di passare molto tempo sul territorio e di studiarlo a fondo in ogni stagione, potendo sfruttare le migliori occasioni che si presentano.

Durante tutto l’inverno ho utilizzato la Nikon Z 6II con battery grip ed il 400 f2.8 VR, in combinata con anello FTZ e teleconverter 1.4x e 1.7x. La bellezza di una lente come il 400 f2.8 è che permette di ottenere sfocati stupendi e immagini di altissima qualità anche in condizione di scarsa illuminazione, a discapito delle sue dimensioni e del suo peso motivo per cui il battery grip si è reso un accessorio indispensabile.

Gli animali selvatici sono sempre molto diffidenti e spesso la distanza a cui si scatta, anche con uno zoom, non è sufficiente a coprire il rumore dell’otturatore meccanico (ad esempio di una reflex). Usare una mirrorless in certi contesti fornisce un vantaggio importante, essendo macchine completamente silenziose evitano di farci scoprire al momento del “click”.

Non è semplice programmare un’uscita naturalistica, ogni volta ci sono molti fattori non calcolabili e d’inverno con la neve diventa tutto ancor più difficile: le abitudini degli animali vengono stravolte dal manto nevoso e questo potrebbe cadere a discapito del fotografo. Non possiamo permetterci errori, potrebbe capitare di vedere un animale nella giusta posizione per pochi secondi e per questo bisogna essere molto rapidi a tirar su la lente e scattare. Per sfruttare al meglio ogni incontro tengo sempre impostata la raffica veloce sulla Z 6II a 12 fps e con otturatore elettronico (per evitare qualsiasi rumore). In abbinamento sono solito usare la messa a fuoco continua AF-C impostata sul singolo punto che in alcuni casi può sembrare scomoda, ma in realtà garantisce la massima precisione e la massima velocità di messa a fuoco. Scatto spesso le mie foto in verticale e in questo il battery grip risulta essere molto comodo, sia per il secondo pulsante di scatto che per il secondo joystick grazie al quale posso spostare il punto di messa a fuoco a mio piacere.

Monte Catria

Il Monte Catria è il territorio in cui passo più tempo durante il corso dell’anno, vivendo in questa zona approfitto di ogni momento libero per un’uscita fotografica. In questa area si possono trovare svariati animali: daini, caprioli, volpi, lupi etc. ma sicuramente il soggetto che preferisco seguire in questa zona è il muflone. Un animale particolare, presente solo in poche zone del nostro territorio e con cui ho un legame particolare. Infatti il muflone è stato il primo soggetto su cui mi sono concentrato quando ho iniziato con questo genere fotografico.

Quest’inverno ho finalmente avuto del tempo libero da dedicargli in modo esclusivo e con le relativamente abbondanti nevicate invernali sono stato spesso a contatto con questo splendido animale, in contesti innevati davvero unici. Grazie alle potenzialità della Z6II ho avuto la possibilità di girare anche dei video slow-motion molto interessanti, anche senza l’ausilio del treppiedi sfruttando la stabilizzazione del sensore. Vi assicuro che quando si fanno delle riprese a mano libera con una lente che pesa 4,6kg avere una buona stabilizzazione risolve gran parte dei nostri problemi.

Un altro animale che sono solito fotografare nel territorio del monte Catria è il daino. Generalmente il momento migliore per farlo è nel mese di Ottobre, durante il suo periodo riproduttivo. In inverno diventa più schivo e difficile da avvicinare, ma le nevicate mi hanno regalato qualche momento con un maschio che aveva un palco enorme. La distanza era molto ravvicinata, quasi che non riuscivo ad inquadrare l’intera figura nel mio mirino. Se non avessi avuto lo scatto silenzioso avrei potuto fare al massimo una foto senza che scappasse, ma grazie alla Z6II ho avuto la possibilità di realizzare sia qualche foto che alcuni video in slow-motion.

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Mi sento a casa anche nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Anche qui possiamo trovare moltissimi animali come cervi, caprioli, volpi, cinghiali, lupi etc. ma l’animale simbolo del parco è sicuramente il camoscio appenninico. Quest’inverno ho avuto modo di trascorrere moltissime giornate in compagnia di questo fantastico animale e per mia grandissima fortuna sono state giornate molto nevose. Non c’è modo di raccontare le emozioni che si provano camminando in montagna, durante una nevicata, ancor più difficile se si deve raccontare l’incontro con un animale selvatico. Ciò che spero è che le mie foto possano trasmettere queste sensazioni e che siano all’altezza delle situazioni vissute.

Oltre al camoscio, ho avuto la grande fortuna di assistere ad un momento di caccia di una volpe, ancora una volta sotto una fitta nevicata. Avrei voluto aver con me una seconda macchina e un secondo obiettivo per poter portare a casa sia foto che video di questo bellissimo momento ma sono stato costretto a scegliere! In realtà poi ho scattato anche qualche foto, non potevo resistere!

Una nota fuori campo, una mia foto invernale senza neve, ma talmente importante che dovevo raccontare per forza. Di ritorno da una sessione all’alba ad inizio stagione, andata purtroppo male, ho avuto la rarissima occasione di avvistare un gatto selvatico (probabilmente un cucciolo dell’anno non troppo cresciuto). Talmente tanta l’emozione che ho quasi rischiato di perdere il momento fotografico, quasi non credevo ai miei occhi ed ero indeciso se godermi il momento o rischiare di prendere la macchina fotografica, alzare gli occhi di nuovo e non veder più quel favoloso animale. Sono stato fortunato, ho avuto tempo di tirar fuori la macchina fotografica e scattare un paio di foto al volo. Non ho avuto modo di montare il teleconverter, non c’era tempo ed essendo io amante dei ritratti mi son trovato costretto a “croppare” (ritagliare) molto la foto ottenuta. In questa occasione sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla resa del file della Z6II, nonostante i soli 24 megapixels sono riuscito a portare a casa un ritaglio di discreta qualità.

Nella fotografia naturalistica è fondamentale essere veloci e silenziosi delle doti ben rappresentate dalle nuove mirrorless, ma un altro elemento fondamentale è quello di non sbagliare lo scatto. Mettere a fuoco correttamente e poi avere un’esposizione sbagliata, senza accorgersene, era uno dei problemi principali nell’utilizzo delle reflex. La mia modalità di scatto preferita è quella manuale, in quanto ho sempre il controllo dei tempi di scatto e del diaframma, sono solito impostare gli ISO in automatico così da adattarmi ad ogni situazione di luce in modo rapido, spesso però a causa di luce molto contrastata o lettura esposimetrica errata, è possibile fare qualche errore. Ormai è praticamente impossibile sbagliare o perlomeno è impossibile non accorgersi di un’esposizione sbagliata. Vedere a mirino l’anteprima reale di ciò che si sta per fotografare è un vantaggio indiscusso, specialmente in situazioni dinamiche e irripetibili come quelle in cui sono abituato a lavorare.

Sembrerà incredibile, ma sono riuscito a vivere tutte queste esperienze nell’arco dello stesso inverno e a pochi passi da casa. Sono estremamente contento e soddisfatto quando riesco a valorizzare il territorio in cui vivo e spero che questo possa essere un incoraggiamento per chi condivide la mia stessa passione.

Cosa c'è nella Borsa di Jonathan Giovannini

Nikon Z6II
400 f/2.8 VR





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