Artificial Artworks 2

A cura di: Roberto Roseano

È il secondo volume del fotografo bergamasco. Ancora una volta le immagini ritraggono una realtà, costruita al solo scopo fotografico, che scompare subito dopo lo scatto...
 

Nella primavera del 2010 ho pubblicato un libro dal titolo “Artificial Artworks” che raccoglieva immagini realizzate nel corso di quasi un trentennio. Il titolo del libro ben sintetizzava la natura di quelle fotografie: l'attributo “Artificial” descriveva infatti una realtà costruita al solo scopo fotografico, che scompariva subito dopo lo scatto e che lasciava come unica traccia della sua esistenza, una rara immagine, modificata in post-produzione così da aggiungere un ulteriore tocco di artificiosità. La totale libertà creativa, associata all’intenso lavoro artigianale di elaborazione digitale, giustificava poi il termine “Artworks”.

Per la serata di presentazione avevo realizzato un video per ciascun capitolo del libro (Stop Motion, Black Profiles, Tribal Sculptures, etc.), scegliendo brani musicali del repertorio classico e contemporaneo. Tutti erano di grande impatto emotivo ma volutamente sconosciuti ai più.

Devo dire che la proiezione su grande schermo e il sincronismo con la musica, diffusa da un impianto sonoro da concerto rock, ha dato una grande potenza espressiva a quelle immagini, ben più di quanto avrebbe fatto una statica esposizione di foto appese a una parete.
Da allora mi sono convinto che il modo migliore per fruire di una serie fotografica (perlomeno una delle mie) è quella di montarla in un video ed esaltarla con una adeguata colonna sonora.
Alcune foto del libro e i link ai vari video, sono presenti nell’articolo pubblicato sul portale NikonSchool.it nel Luglio 2011.

Come appena detto, il materiale sul quale avevo lavorato era frutto di quasi 30 anni di passione fotografica e di sperimentazione creativa.
Non immaginavo tuttavia che nei tre anni successivi avrei ideato così tante nuove serie e sviluppato alcuni filoni precedenti, da giustificare l’uscita di un nuovo libro di 160 pagine, il cui titolo non poteva che essere “Artificial Artworks 2”.

È sicuramente stato un periodo di grande vena creativa, ma è grazie alla tecnologia digitale che sono riuscito in breve tempo a fare cose che, nella precedente era analogica, erano fuori dalla mia portata.
“Stop Motion” è una serie che ho ulteriormente sviluppato, visto che offre infinite possibilità di variazione. In questa serie, il genere ritratto si fonde con il genere hi-speed, simulando il fermo immagine di una scena in cui oggetti vari volteggiano nell’aria o cadono dentro a bicchieri pieni d’acqua o di latte o che semplicemente… esplodono.
È una serie di grande impatto visivo e abbastanza originale. Prova ne sia che una immagine di questo ciclo, l’esplosione di un palloncino pieno d’acqua, realizzata con la Nikon 1 V1, ha vinto il primo premio della sezione Motion Snapshot al Nikon Photo Contest 2012-13.

Per realizzare quel breve filmato ho fatto esplodere molti palloncini, ma con le riprese di backstage ho potuto anche creare un interessante video dal titolo “Baby Boom”.

“Dancer in the Sky” è una serie nuova, che avevo in stand-by da molti anni, e che in fondo si basa ancora una volta sul principio dello stop motion controllato.
In questo caso il soggetto è una ballerina, Nicole Riva, colta all’apice di un salto tipico della danza.
Ma anziché essere in teatro, il suo corpo si staglia contro un cielo pieno di nuvole, da quelle bianche-azzurre del mattino a quelle infuocate del tramonto o grigio-nere di un temporale. Sarebbe stato troppo impegnativo e time consuming realizzare dal vero questa serie (non tanto per le nuvole, ma per la disponibilità della modella-ballerina). Quindi ho ritratto Nicole in studio con luce flash e poi l’ho inserita in foto di nuvole, scegliendo le più belle tra le migliaia del mio archivio.

Per rendere più credibile l’immagine ho volutamente inserito parecchi effetti di mosso durante la fase di post-produzione. Inutile dire che questa serie si prestava magnificamente a una trasposizione video.


La collaborazione con Nicole Riva ha portato alla realizzazione della serie “Flying”, dove abbiamo abbondato con la… farina bianca.
Ultimamente si vedono molte immagini con questa tecnica. Mi sembrava giusto cimentarmi anch’io. Del resto gli esiti sono sempre diversi e irripetibili.
Un’altra serie nuova è “Underwater”. Le due modelle Giuvi e Selenia sono state molto brave a posare sott’acqua alla luce del flash, finché non abbiamo ottenuto i risultati che volevamo.

L’importante era riuscire a trovare la giusta combinazione di quattro azioni: far ondeggiare i capelli, far uscire qualche bolla d’aria, far increspare leggermente la superficie dell’acqua e mantenere una espressione naturale e non sofferente. In aggiunta era anche necessario controllare che l’acqua non deformasse eccessivamente i lineamenti. Per cui è stato necessario fare molti scatti e molte… immersioni.

Sono molto affascinato dal genere ritratto, ma sento sempre la necessità di introdurre un elemento che lo caratterizzi maggiormente e lo porti a sconfinare in un qualche altro genere, a volte nel surreale.

“Bad Girls Collection” è esemplare: un improbabile album di figurine numerate in cui ogni protagonista con sguardo dolce e romantico combina qualcosa di veramente brutto a un peluche o a una bambola.

In “The Brush”, le modelle invece si imbrattano il volto di pittura fresca o si spruzzano con un aerografo.
Altre volte l’elemento caratterizzante il ritratto può essere invece molto piccolo e talora quasi impercettibile a prima vista, come nella serie “Small Creatures”.
In queste immagini ho semplicemente aggiunto qualche insetto o qualche minuscolo anfibio. Si tratta di presenze a volte discrete, a volte più esplicite, e a volte addirittura un po’ provocatorie, come nelle foto dal titolo “Spring is in the air”.

In molte di queste immagini, mi sono avvalso della collaborazione di altri fotografi (Erve Miozzo, Melchiorre Pizzitola e Igor Siwanowicz), che mi hanno fornito i piccoli ma fondamentali protagonisti.
Così come per il ritratto, anche quando fotografo i corpi cerco di introdurre un elemento di creatività, legato all’ambientazione o alla luce che li illumina.

Nella serie “Inside my PC” ho miniaturizzato le modelle e le ho fatte vagare tra i circuiti stampati di un personal computer, illuminandole con fasci luminosi che evocano una città notturna e un po’ gotica. In altre foto le modelle sono aggrappate ai rami di un albero sospeso su un fiume o alle lancette dell’orologio di un campanile.

La proiezione di luci, forme e colori sui corpi, è invece l’elemento chiave della serie “Light Sculptures”, anche questa ricca di infinite possibilità combinatorie.
In queste immagini c’è pochissima post-produzione. L’impegno maggiore è quello di scegliere le diapositive da proiettare e soprattutto quello di posizionare i proiettori in modo tale che luci e forme si plasmino e deformino nel modo migliore sui corpi delle modelle.
Con questa tecnica, dei nudi probabilmente banali si arricchiscono di grande fascino e talora di mistero.
Il tema del mistero è protagonista di un’altra serie, che ho iniziato da poco e che svilupperò ulteriormente in futuro, anche ai fini di un progetto di video-art.

Girando per le città italiane si vedono mura e pareti di case che a volte risalgono al medioevo. Osservando queste vecchie mura, ho spesso pensato a quante epoche hanno visto passare e di quali e quanti eventi sono state testimoni. A volte in queste mura la mia immaginazione ha intravisto labili tracce di esseri umani.
Da qui l’idea della serie “Mysterious Walls”, in cui volti e corpi emergono flebilmente dalle imperfezioni e dalle crepe di pareti e mura scrostate ed erose dal tempo.

Nonostante la grande diversità di luci e ambientazioni, le immagini di tutte queste serie si sono miracolosamente amalgamate nel video che ho realizzato a supporto del lancio del libro.
Per una visualizzazione ottimale consiglio di settare la qualità video ad almeno 720p.
Poiché la musica gioca un ruolo fondamentale, consiglio l’ascolto in cuffia.

versione ebook versione ebook

Chi è interessato a un preview dei miei due libri (46 delle 160 pagine totali) può cliccare i link alle versioni e-book:
Artificial Artworks 1
Artificial Artworks 2

Non so tra quanto ci sarà materiale sufficiente per il terzo “Artificial Artworks”.
Tuttavia, chi vuol essere sempre aggiornato sulle mie nuove serie fotografiche e i relativi video, può seguirmi attraverso il mio sito web
o la mia pagina ufficiale Facebook.

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