Bangkok

A cura di: Mirko Rotondi

Dove i contrasti che separano gli opposti, non hanno spazio per le sfumature

Avevo percorso centinaia di chilometri attraversando campagne, strade, villaggi; le ferrovie in Thailandia sono molto efficienti.

Prenotai per la seconda classe senza aria condizionata; al centro di ogni vagone erano sistemati potenti ventilatori azionabili dalla propria cuccetta, che per tutta la notte funzionarono meravigliosamente.
Viaggiare in treno è confortevole ed offre molti vantaggi.

A parità di costo con un autobus privato, c'è più spazio per muoversi e per dormire abbastanza bene, i finestrini sono ampi e possono essere aperti senza problemi; il dondolare delle carrozze dopo un po' si fa' ipnotico e quasi gradevole…dopotutto non è uso quotidiano percorrere la Thailandia in treno tra strade d'oriente e foreste tropicali.


© Mirko Rotondi

La mèta era vicina.
Un uomo magro e gentile, lo stesso che la sera prima trasformò in pochi istanti il mio sedile in un confortevole letto con tanto di cuscino e materasso, mi venne incontro chiedendomi se avessi gradito far colazione...la scelta cadde su un'ottima porzione d"''fried rice and vegetables".
Feci un giro per le carrozze, tra pendolari, viandanti, donne e bambini assonnati; una luce radente penetrava dai finestrini, donando al tutto una calda atmosfera.
Il popolo Thai ha il dono di influenzare positivamente il nostro stato d'animo; il loro sorriso, la loro calma e l' innata gentilezza, ci regalano una sensazione di serenità, creando il giusto feeling con la natura del posto.
Andai in bagno, mi lavai, mi sistemai un poco.

Stavo percorrendo da un po' la grande periferia ed i finestrini mi regalavano frammenti di vita quotidiana; un susseguirsi di immagini e suoni ricchi di storia e tradizioni, tra mercati e risaie, vicoli e strade dove il tempo sembra essersi fermato, mentre scorre inevitabilmente in uno sfondo di moderni grattacieli che s' innalzano su nel cielo.

Restai per qualche minuto affacciato fuori, ed un caldo vento d'oriente accompagnava le mie sensazioni.

Tornai al mio posto e controllai di aver recuperato tutte le mie cose, sparse qua e la tra i sedili.
Un frastuono ed il rallentare ulteriormente del treno, mi comunicarono l'imminente arrivo in stazione; l'uomo magro della colazione mi guardò dalla carrozza anteriore… lanciandomi un sorriso, mi salutò con un gesto.

Le porte si aprirono e Bangkok era lì ad accogliermi.

La stazione di Hualamphong, all' estremità sud orientale di Chinatown, è grande e pulita.
Costruita precedentemente lo scoppio della Prima Guerra Mondiale su progetto di architetti ed ingegneri olandesi, è il primo classico esempio di art dèco thailandese, con il suo tetto metallico a volta ed un porticato in stile neoclassico.

Frequentata da turisti, pendolari provenienti dalle zone periferiche, studenti e viaggiatori, presenta al proprio interno un'infinità di agenzie dove è possibile prenotare un hotel in città, un biglietto aereo, un soggiorno nelle isole.

Mi recai all'interno di una graziosa agenzia per prenotare una stanza adatta al mio soggiorno; erano da poco passate le 7:00am ma il personale era già al lavoro.

Fui accolto da una sorridente operatrice con un gesto a mani giunte, simile all'atto della preghiera ed il classico saluto "sawat - dii kha".
Risposi più o meno nello stesso modo, utilizzando la forma maschile, terminando il saluto i "khrap" e non i "kha".


© Mirko Rotondi

Non è difficile trovar feeling con i thailandesi; oltretutto la maggiorparte delle persone che lavorano in strutture turistiche, statali o comunali, parlano inglese abbastanza bene.

Prenotai un discreto hotel a 3 stelle non molto distante dalla stazione, raggiungibile a piedi in pochi minuti.

Bangkok è una città sicura, come del resto la maggiorparte delle città asiatiche; non ci sono rischi per il turista che decide di girarla in lungo e in largo a parte quelli di avventurarsi in zone remote nelle ore notturne, o portando a vista oggetti di valore; ma questo vale per qualsiasi altra parte nel mondo, non meno nelle nostre grandi città italiane.

Arrivato in hotel, fui gentilmente accompagnato in camera da un elegante ragazzo in divisa che si preoccupò di portare i miei bagagli all'ottavo piano di un palazzo moderno e ben curato.

La stanza era luminosa e
spaziosa; come tutte le strutture alberghiere in città, non inferiori alle due stelle, aveva al proprio interno il bagno con vasca e doccia, ed era provvista di aria condizionata e frigo bar.

La grande finestra panoramica era perfetta per il mio lavoro; il paesaggio esterno era già visibile nel mirino della mia inseparabile
Nikon F6 montata su cavalletto, pronta a regalarmi immagini significative di una città dinamica, cosmopolita, caleidoscopio di luci, suoni e colori, dove i netti contrasti che separano gli opposti, non hanno spazio per le sfumature.


© Mirko Rotondi

I primi anni novanta furono stimolanti per l'economia del paese.
Un forte boom economico favorì la nascita di una flotta di centri commerciali, discoteche, luoghi e divertimenti di ogni tipo frequentati da uomini d'affari e giovani benestanti.

Nuovi posti di lavoro, nuove professioni: Bangkok divenne mèta di classi operaie provenienti dalle campagne thailandesi, nonché luogo d'affari e di investimenti per asiatici ed imprenditori occidentali.

Questo periodo durò soltanto pochi anni, fin quando non sopravvenne la grande crisi economica.

Dovuta in gran parte ad investimenti sbagliati degli imprenditori, che acquistarono affrettatamente dollari per saldare i propri debiti, nel 1997 si ebbero i primi segni di un calo esorbitante: la valuta monetaria thai (il baht) entrò in un circolo deflazionistico che la svalutò in pochi mesi circa del 40%.

L'economia del paese si fermò del tutto; da città leader del boom economico, Bangkok divenne la metropoli dove il tasso di disoccupazione e lo svuotamento dei posti di lavoro era il più alto dell'Asia.

Fu' proprio in quel periodo che i contrasti si accentuarono, creando quel netto distacco che attualmente separa la Bangkok moderna e tecnologica, dalla vita nelle case di periferia e sulle palafitte lungo il Mae Nan Chao Praya, l'importante fiume che attraversa la città e funge da via di trasporto sia per i passeggeri che per le merci provenienti dall' entroterra.


© Mirko Rotondi

Impostai il mio viaggio seguendo un progetto ben definito, dove la visione del turista, distaccata e generica, e quella del viaggiatore, profonda e selettiva, si sovrapponevano donandomi il giusto equilibrio che mi ha permesso di trovare le immagini perfette e rappresentative di questa grande città.

Autobus, Taxy, Tuk-Tuk, Automobili; camminando per i marciapiedi lungo l'ampia Rajdamnoen Road, una delle arterie principali della città che conduce dal Palazzo Reale al Parlamento, restai affascinato dalla varietà di mezzi di trasporto che ne occupavano l'asfalto, ma ancor di più di come quell' intenso traffico, che iniziava fin dalle prime ore del mattino, era comunque lineare.

Nella metropoli vivono circa 8 milioni di persone che tutti i giorni si muovono e si spostano all'interno della capitale utilizzando gli efficienti servizi pubblici; la cosa straordinaria è vedere come tutto ciò funziona a dovere.
Lo SkyTrain, inaugurato nel 1999, è la soluzione ideale per spostarsi da un quartiere all'altro in pochi minuti.

Costituito da una linea ferroviaria sopraelevata ha inciso positivamente sul tenore di vita di molte persone che ne fanno ora un uso quotidiano.

La stazione centrale è quella di fronte a Siam Square e Siam Center; qui giovani studenti, impiegati, turisti ed operai, si susseguono davanti alle biglietterie generando fiumi di persone che si spostano da un centro commerciale all'altro, da un piccolo negozio ad un mercato all'angolo, utilizzando ascensori, scale mobili e marciapiedi.

Anche se l'impronta consumistica in stile occidentale, oramai radicata anche qui, tende a spostare tutti i valori dei giovani portando ad essere il telefono cellulare e l'abbigliamento alla moda, degli status symbol di cui nessuno può fare a meno, avvertivo e percepivo ovunque un' armonia di fondo che lega questo popolo alle proprie radici e tradizioni millenarie.

Una fusione di elementi, un'alchimia in costante evoluzione dove monaci buddisti, megaschermi al plasma, templi e centri hi-tech, sono soltanto alcuni ingredienti che rendono questa metropoli un delizioso piatto elaborato.


© Mirko Rotondi

Centri commerciali a più di otto piani contenenti il mondo intero, sono l'immagine simbolo della Bangkok consumistica; luoghi di culto per i giovani thai che passano nel loro interno la maggior parte del tempo libero, come in grandi città del futuro chiuse in un' ampolla, isolate dallo smog, dal traffico, ma anche dai verdi giardini e dai parchi circostanti.

Strutture in vetro e in acciaio, dove l'aria condizionata è vicina ai 15° ed all' esterno ne sono circa il doppio; splendide opere di architettura contemporanea simili ad immense cattedrali tecnologiche, dove ogni elemento perde la propria individualità assumendo un valore estetico collettivo.

Nel loro interno non è difficile venire assorbiti dagli innumerevoli input e sparire tra un livello e l'altro, risucchiati da scatole tecnologiche e bancarelle di ogni tipo che offrono uno spettacolo unico ai nostri occhi europei.

Passai parte del mio tempo in queste strutture, alla ricerca dell' immagine perfetta, dove organico ed inorganico si integrano perfettamente, dialogando senza l'uso di parole.


© Mirko Rotondi

Non molto distante da Siam Square, percorrendo pochi chilometri in taxy sull' asfalto rovente del primo pomeriggio e giungle di grattacieli, Bangkok mi regalò uno scenario completamente differente.

Ogni singolo elemento riacquistò la propria individualità e la propria dimensione umana; l'arte del passato e l'impronta spirituale del presente, trovavano spazio nella natura circostante ed incontaminata in prossimità del fiume, nei pressi del molo Tha Tien.

Alle mie spalle il
Wat Phra Kaeo, comunemente chiamato Palazzo Reale, si erigeva statuario in tutto il suo splendore.
Fu eretto nel 1782 in onore della fondazione della nuova capitale, e per dare una reggia al proprio Sovrano.

Costituito da un complesso di edifici sacri, dove è possibile entrare soltanto con abiti adatti (bastano i pantaloni lunghi ed una camicia), è circondato da mura che ne proteggono l'interno e la Cappella sacrale contenente lo spettacolare
Buddha di Smeraldo, una delle sculture più venerate di tutta la Thailandia.

Le decorazioni in
oro, intarsi in madreperla e mosaici in ceramiche colorate, rendono questo Wat (luogo sacro Buddhista) uno stupefacente complesso di edifici religiosi, tra i più meravigliosi dell' Asia.

Ne percorsi le vie interne, tra orde di turisti, gruppi di giovani studenti e monaci in preghiera che, vestiti nei loro sgargianti abiti color arancio, liberavano nella calda aria tropicale, incensi profumati.

I
Thai sono un popolo estremamente religioso e rispettoso verso i propri sovrani; questo non implica comunque nessun obbligo o norme di comportamento particolari da parte del turista, se non quelle di adottare atteggiamenti civili nei luoghi di culto, e rispettare le figure del Buddha e dei Sovrani.


© Mirko Rotondi

All'uscita del Wat, prenotai un giro in barca nei canali del Mae Nan Chao Praya, osservando direttamente dal fiume, la vita cittadina svolgersi lungo le sue sponde.

Immagini di
miseria e povertà si alternavano davanti ai miei occhi: palafitte, case e baracche con il tetto in lamiera, sono il contorno di un ricco piatto, di hotel di lusso e sedi di multinazionali.

Qui vive la
gente povera, parte di quelle persone che hanno perso tutto nel periodo di crisi profonda, ex imprenditori al volante di lussuose automobili, ora in strada con il banco dei tagliolini; pescatori che si guadagnano da vivere lavorando dignitosamente, invalidi senza una propria dimora che trovano posto negli angoli e nei vicoli adiacenti al fiume stesso.

A crepuscolo inoltrato toccai di nuovo il molo di Tha Tien, dove nel giro di pochi minuti un procacciatore di turisti si offrì per portarmi a destinazione con il suo Tuk-Tuk.
Simile alla nostrana "ape", il
Tuk-Tuk è il mezzo di trasporto più affascinante della capitale, nonché la soluzione ideale nelle ore di punta quando il traffico diventa intenso.

La tariffa base è di circa 150 baht (poco più di 2 euro) ma, come nelle altre forme di commercio a Bangkok, è usanza comune quella di contrattare il prezzo del tragitto prima di percorrerlo.

Raggiunsi in pochi minuti il mio hotel, accompagnato dal simpatico conducente con un inglese incomprensibile, ma che non aveva nulla di cui invidiare ai fratelli Schumacher.


© Mirko Rotondi

L'impatto con la stanza non fù dei più rilassanti; il personale delle pulizie usa spesso regolare il termostato del condizionatore alla temperatura più bassa (circa 10°) ma a volte si dimentica di riportarlo nei settaggi ottimali; fui costretto ad aprire per un po' la finestra panoramica cercando un compromesso tra una temperatura più umana e qualche zanzara.

Feci una doccia e, prima di uscire per la cena, scrissi parte di questo diario, ed ebbi cura della mia fotocamera e dei miei ineguagliabili obiettivi Nikkor.

La
notte è giovane a Bangkok ed è veramente difficile trovare una motivazione per annoiarsi.

Le
vie notturne sono disseminate di locali, insegne al neon e schermi ultrapiatti che intrattengono i giovani dinamici alle fermate degli autobus, trasmettendo le ultime novità musicali.

Mi avventurai nei vicoli dei
mercati notturni nella zona di Th Khao San ed in quella di Rajaprarop Road, testando l'arte culinaria degli ambulanti, che a Bangkok raggiunge i massimi livelli.


© Mirko Rotondi

I thailandesi usano mangiare poco e a tutte le ore; non meravigliatevi quindi se all'interno di un moderno centro commerciale, il responsabile di un settore tecnologico vi accoglie sorridente degustando un'ottima zuppa a base di riso, spezie, e sapori orientali.

Camminavo da un pò per quei vicoli stretti, saturi di storia e tradizioni, dove gli
odori ed i sapori del cibo cotto e cucinato sulla brace, raccontavano più delle parole.
La strada si apri e mi trovai d'innanzi ad un'
immensa struttura vertiginosa, la cui vetta spariva su in alto, confondendosi nel blu della notte "The Baiyoke Sky Hotel", l'albergo più alto dell' Asia, la cui vetta supera abbondantemente i 310 metri.

La sua immagine di lusso e potere, era in
netto contrasto con le scene di vita quotidiana nei mercati e nei piccoli negozi disseminati qua e la nella stessa via.

Prenotai un biglietto per l'ultimo piano, e due simpatici ragazzi, vestiti con una elegante divisa blu, mi accompagnarono all' ingresso degli ascensori.
Giunsi a destinazione percorrendo velocemente un condotto a vetri da cui, salendo, è possibile vedere tutta la città.

L'ultimo tratto era percorribile soltanto a piedi usando una scala interna per arrivare definitivamente all' ottantaquattresimo piano.
Lo spettacolo fu
emozionante ed unico: una piattaforma girevole, le luci, ed il suono di campane tubolari suonate dal vento, mi catapultarono in un universo alieno e lontano dal contesto sottostante.

Credo sia possibile restar incantati per ore ed ore, lasciandosi trasportare da quella sensazione di libertà ed immortalità che ti avvolge e ti cattura per tutto il tempo che resti lì, distante anni luce dalla frenesia della città, dal cuore pulsante di una Bangkok in continua espansione.

Ero giunto quasi al termine del mio viaggio che da Singapore, attraversando la
Malaysia, mi portò per più di 2 mesi in quelle terre lontane e distanti che, ignare dei costumi nostrani, godono il Sole per tutto l' anno.

Pianificai l'ultima parte del mio lavoro a pochi giorni dal volo per il rientro, concentrando tutta la mia attenzione sugli enormi
contrasti che separano le diverse realtà di Bangkok, ritraendo senza maschere il volto sincero e naturale della "Città degli Angeli", dove anni ed anni di storia si susseguono, tradizioni ed usanze continuano ad esistere e ad essere presenti nella vita di tutti i giorni del popolo Thailandese.

www.mirkorotondi.com

La fotocamera: Nikon F6-Nikon F90X
Le Ottiche: Prevalentemente AF 50mm 1.4 - AF 105mm macro - Nikkor AF 20mm 2.8
Pellicola: Fuji Provia 100F in tutte le situazioni

 

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