Wood, wind and waves: fotografare una regata di vele d’epoca

A cura di: Francesco Rastrelli & Roberta Roccati / Blue Passion


L'aliscafo da Sorrento parte in perfetto orario: destinazione Capri, l'isola azzurra. Qui si svolge la prima edizione della Capri Classica, regata riservata alle barche a vela d'epoca della International Schooner Association (gli Schooner sono imbarcazioni a 2 alberi, di cui quello maestro, a poppavia, è più grande di quello di trinchetto) e organizzata da The Classic Yacht Experience, di cui siamo da anni i fotografi ufficiali.

Quando si viene a sapere che andiamo a lavorare a Capri, la reazione unanime è sempre "Beato te" ma noi sappiamo bene che il primo scoglio è già arrivare sull'isola con le attrezzature ben protette e senza trasformarci in "sherpa himalayani" una volta sbarcati. Per noi la soluzione ideale è adottare i bauli stagni HPRC con rotelle, facilmente trasportabili come una valigia ma da utilizzare poi anche in mare, con cui raggiungiamo la sede dello Yacht Club Capri, nostra base tecnica per l'attrezzatura e la postproduzione durante l'evento.

Il Welcome Drink con staff ed equipaggi ci attende all'apertura del Villaggio Regate, dove siamo onorati di aver allestito la nostra Mostra fotografica "Mare Forza Venti": mentre facciamo da cicerone ai molti interessati agli scatti di vela d'antan, dobbiamo assolutamente estrarre la Nikon Z6 con il 24-70 per immortalare il tramonto mozzafiato che incornicia la banchina di Marina Piccola.

Il primo giorno di regate promette sole e un vento fresco da nord est e, dopo il briefing tecnico, mi imbarco sul gommone, in questo caso un ottimo Coastal da 10 metri. Un adeguato mezzo tecnico, con un driver esperto, è il primo requisito fondamentale per un buono shooting: la lunghezza di almeno 6 metri consente stabilità sulle onde, un motore potente permette di togliersi d'impiccio velocemente in manovra e un bravo driver deve recepire bene e in fretta le indicazioni del fotografo in uno scenario così variabile. A prua ci deve essere uno spazio stabile dove collocare il baule (che in questo caso contiene il drone DJI Mavic 2 Pro con lente Hasselblad, gli indispensabili filtri Polar Pro PL-ND 4-8-16, il 300mm f2.8 VR, il 70-200mm f2.8 VR II, la D5 e la Z6 con il 24-70mm Z-series e il 16-35mm f4 VR con FTZ mount adapter) nonchè abbastanza grande per far decollare/atterrare il drone in sicurezza e a poppa lego la sacca stagna con la cerata, scarpe antiscivolo, pelli di daino, cappello con visiera, crema solare e burro di cacao, in modo da essere preparato per sole e pioggia, l'acqua salata e le onde ci saranno di sicuro!

Gli schooner Mariette del 1915, Orianda del 1937, Puritan del 1930 e la replica Naema mollano gli ormeggi e, raggiunta la linea di partenza, iniziano a issare le vele sui loro meravigliosi scafi in legno da 40 metri, che improvvisamente diventano come grandi e veloci gabbiani, lanciati verso Punta Campanella.

Io lavoro con la D5 e gli zoom (le scelte tattiche degli skipper in cerca del vento fanno disperdere gli yacht in un ampio tratto di mare e sono spesso costretto a seguirne uno per volta da vicino, usando i tele per gli altri), mentre uso la Z6 con il 24-70 e il 16-35 (con FTZ mount adapter, in attesa che arrivi a breve il 14-30 Z-series) quando sono sottobordo. I tempi di scatto devono ovviamente essere rapidi, essendo sia io che i soggetti in movimento ma le differenti andature, che pongono le imbarcazioni controluce, in ombra o in pieno sole nel giro di pochi secondi, mi fanno preferire lavorare in manuale piuttosto che in a priorità di tempi o di diaframmi. Di grande aiuto, in questo caso, è la Z6 con la visualizzazione in tempo reale nel mirino delle variazioni apportate all'esposizione. Provo ad usare il 300mm e il 70-20mm con la Z6 e non rimpiango assolutamente la D5!

Mentre seguo le singole imbarcazioni sul campo di regata, alzo anche il Mavic per immortalare le Signore del Mare da angolazioni inusuali, sempre attento che i gabbiani non considerino il drone una preda o una minaccia…

Roberta invece è a bordo di Puritan, con le sue due D500, una corredata del versatile tele Nikon 18-200mm VR II e l'altra con un grandangolo Nikon 12-24mm f/4. Li usa alternativamente per incorniciare le altre barche tra cime e bozzelli sfocati in primo piano, per riprendere le manovre dei marinai, i dettagli o la maestosità delle vele auriche che si stagliano nel blu del cielo. Fotografare a bordo non è affatto facile, perché la prima regola è non intralciare le operazioni di regata: muoversi in uno spazio limitato, scivoloso, inclinato, in mezzo a cime e legni vari, con molte persone che corrono indaffarate ovunque, richiede un'esperienza marinaresca ancor prima che fotografica. Il tipo di inquadrature a bordo, se la barca fosse stata ferma in porto, sarebbe stato quello ideale per il Nikon 35 mm f1.4 ma in mare diventa di difficile gestione.

Il secondo giorno lo scenario cambia: arriva un forte vento di grecale, il cielo si copre di nuvole nere e minacciose, le onde si innalzano a più di 1 metro e pioggia e freddo fanno presto dimenticare la pittoresca immagine delle bianche vele nel blu davanti ai Faraglioni di Capri. Indossate le cerate, occorre proteggere le macchine, per quanto ben tropicalizzate, con la Easycover e un nastro adesivo speciale della PROtectape per isolare tasti strategici; la stessa cosa fa Roberta, oggi con me sul gommone, con le D500 e cerchiamo entrambe di utilizzare una macchina sola con differenti ottiche, per essere complementari senza rovinare più attrezzatura del dovuto. Cavalcare le onde sul gommone ci rende più simili a cowboy da rodeo sotto la pioggia, quindi le maggiori difficoltà tecniche nelle riprese sono l'inquadratura, la pulizia delle lenti dall'acqua salata e dalla pioggia, il rischio di micromosso per la poca luce e il costante movimento, nonché la protezione dell'attrezzatura e quella del proprio fisico (le cadute non sono infrequenti…). Personalmente, però, credo che questo genere di condizioni meteo esalti la potenza delle barche tra le onde, oltre ad aumentare sicuramente la nostra adrenalina e a permetterci gli scatti migliori, forse perché più ardui da realizzare. Ovviamente oggi il drone resta a terra ma i gabbiani che abbelliscono ogni scatto e il contrasto tra i nuvoloni neri e il bianco spumoso degli spruzzi, non ci fa rimpiangere le inquadrature aeree.

Il terzo giorno il sole di nuovo ci riaccompagna allegramente con una brezza leggera che permette una bellissima partenza in bolina, con le barche che si stagliano sullo scenario d'eccezione del Vesuvio. Dopo la prima virata a Punta Campanella, un gruppo di delfini ci accompagna verso Capri, il vento cala e ci regala un lento arrivo con i Gennaker in poppa sulla boa del finish, posizionata sotto i mitici Faraglioni, che riesco ad immortalare in tutta la loro maestosità grazie agli scatti unici del drone.
Giusto il tempo per la premiazione (dopo un cambio di batterie perché in regata si scatta davvero tanto), la postproduzione immediata per l'ufficio stampa, un'accurata pulizia dell'attrezzatura, ed è già ora di rientrare a Sorrento e ripartire per la prossima avventura, perché il nostro lavoro è anche, e soprattutto, questo!

Capri Classica

Cosa c'è nel baule di Francesco Rastrelli & Roberta Roccati?

Nikon Z6 | Nikon D5 | Mavic 2 Pro |
NIKKOR Z 24-70mm f/2.8 S
| FTZ mount adapter | AF-S NIKKOR 300mm f/2.8G ED VR II |
AF-S NIKKOR 70-200mm f/2.8G ED VR II | AF-S NIKKOR 16-35mm f/4G ED VR |
filtri Polar Pro PL-ND 4-8-16





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