Cipro, l'isola dalle mille sorprese

A cura di: Annalisa Maione

Testo di Annalisa Maione

Foto di: Franco Cappellari, Filippo Silvestris, Camilla Morandi, Alfonso Lorenzetto, Stefano Gerardi,
Giuseppe Bertolucci


Parto da Roma per andare a scoprire Cipro senza sapere bene cosa aspettarmi da questa piccola isola nel mediterraneo.

Atterro all'aeroporto di Larnaca in tarda serata. Ad aspettarmi c'è un fuoristrada che mi servirà per girare le montagne dell'entroterra, e una strada nuova e ben segnalata che mi porterà a Limassol (Lemesos). Limassol è oggi il maggiore porto dell'isola, ma vanta una storia millenaria. La mattina decido di alzarmi all'alba per andare a visitare Amathus. La zona archeologica è in una bellissima posizione di fronte al blu intenso del mare. Decido poi di andare nella poco distante Kourion che conserva alcuni tra i più importanti scavi archeologici di Cipro. L'insediamento risale al XIV secolo a.C. e conserva resti di varie epoche, tra cui spicca il teatro che impera sul mare.

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Mi dirigo poi verso il castello di Kolossi. Edificato nel XIII secolo ha un impatto visivo molto diverso da ciò che avevo visto nel corso della mattinata. Il castello è infatti una sorta di fortezza in stile Veneziano attorniato da un piccolo complesso della stessa epoca su cui spicca una favolosa chiesa gotica. La vista dal castello è molto bella e permette anche in questo caso di scorgere il blu del mare in lontananza.

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Rientro verso la città e decido di andare a cenare nell'area antica di Limassol, situata nella zona del vecchio porto. La struttura che sicuramente spicca in questo piccolo dedalo di stradine dalle costruzioni basse e ravvicinate le une alle altre è il bellissimo castello nel quale avvennero le nozze tra Riccardo Cuor di Leone e Berengaria di Navarria. Il castello ha vissuto fasi alterne passando in mano turca ed essendo usato come fortezza prima, come prigione poi, per poi divenire caserma militare. All'interno di questo bellissimo castello un museo ben strutturato di arte medievale.

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La mattina successiva mi alzo presto perché voglio muovermi verso Paphos seguendo la strada costiera che mi permetterà di scorgere Petra tou Romiou, ovvero il luogo prescelto dagli dei, secondo il mito, per far apparire dalle schiume la dea Venere. Il posto è bellissimo: da una parte la roccia bianca scende a picco nel mare, mentre dall'altra degrada dolcemente, lasciando in superficie delle rocce che affiorano dall'acqua. Proseguo il mio tragitto verso Paphos, ma prima di arrivare è d'obbligo fermarsi nella zona archeologica. Si possono ancora ammirare la splendida casa di Dionisio ed i suoi famosi mosaici. Impressionanti anche le tombe dei re risalenti al III secolo a.C. Proseguendo ancora si incontra l'antica città, in riva al mare, che raggiunse il massimo splendore in epoca ellenistico romana. Ayia Kyriaki, la chiesa in tipico stile bizantino è costruita a fianco della Colonna di San Paolo, su cui, narra la leggenda, fu flagellato il Santo. Nella stessa area bellissimi sono il piccolo teatro Odeon, scavato nella roccia come anche le chiese di San Salomone e Sant'Elia.

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Proseguo poi per la città in cui arrivo in tarda serata, giusto in tempo per cogliere una splendida luce blu che fa da sfondo alla Fortezza bizantina che sembra emergere dalle acque del porto di Paphos. Ceno in uno dei ristorantini in zona e vado a dormire in uno degli alberghi sul mare.

La meta per la mattina seguente è arrivare alla penisola di Akamas. La zona non è raggiungibile con la macchina, per questo la mia jeep risulta utilissima. Il mare qui è bellissimo e si susseguono coste, baie, anfratti e verso l'interno dei villaggi caratteristici. In questo mio giro scopro inoltre dell'esistenza della Fontana Amorosa, ricordata nell'Orlando furioso. Le acque di questa graziosa cascata legherebbero chi le beve con vincoli d'amore indissolubili.

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Stanca dal lungo cammino decido di rimettermi in macchina e tornare a Paphos. La mattina successiva mi aspettano le montagne di Troodos. Lontana dal caldo, il massiccio di Troodos è un'altra scoperta dell'Isola di Cipro. Le stradine tortuose di montagna mi portano sempre più in alto fino a quasi 2000 m. di altezza. Decido di perdermi tra queste stradine e scopro dei villaggi costituiti da poche case tipiche in cui il tempo sembra essersi fermato. Il rigoglioso bosco invita a scendere dalla macchina e a fare due passi nel verde. Mi trovo in cima quindi a questa catena montuosa e scorgo in lontananza il blu del mare! Mi dirigo verso Platres, paesino che è anche centro turistico della zona. Raccolgo informazioni su cosa vedere e scopro che proprio in questa zona molte sono le chiese bizantine riconosciute dall'UNESCO come Patrimonio mondiale dell'Umanità. Le chiesette sono come incastonate nel bosco dal quale spuntano fuori quasi all'improvviso.

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La mattina dopo, scendendo verso Nikosia incontro Lefkara, famosa per i suoi pizzi. Il piccolo paese, molto caratteristico, è arroccato su una roccia in mezzo al verde di questi monti e offre, oltre appunto al famoso pizzo, uno splendido panorama. Nel pomeriggio arrivo a Nicosia, la capitale. Le mastodontiche mura che cingono la città sono di epoca Veneziana e sono il simbolo della città stessa, soprattutto la famosa porta di Famagosta. Una volta questa bellissima porta era l'entrata principale della città, adesso invece è un centro culturale. Giro per il centro storico e rimango stupita dall'alternanza di costruzioni moderne e piccoli gioielli delle varie epoche in cui la città è cresciuta. Da Nicosia mi sposto nuovamente a Larnaka.

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L'ultima mattina a Cipro la dedico a visitare la zona di Ayia Napa. Inizio subito dal centro abitato in cui troneggia un antico monastero. All'interno una chiesa in stile bizantino ed un piccolo chiostro molto ben curato. L'atmosfera è molto differente rispetto al chiasso della città tipica del mediterraneo che ci aspetta fuori e rimango in contemplazione del silenzio e di questo posto fuori dal tempo.

Nel pomeriggio decido invece di costeggiare il litorale, alla scoperta di tante piccole spiagge e cale dall'acqua purissima. La sera rientro a Larnaca da cui ripartirò il giorno successivo consapevole che questi pochi giorni mi hanno potuto dare solo un assaggio di una terra così varia e ricca di cultura. Ora capisco perché Antonio offrì questa isola come dono d'amore alla sua Cleopatra.
 



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