Il Fantasma della follia, abita ancora qui

A cura di: Urania

Volterra (PI) marzo 2007

La bellezza incantata del bosco stride con la grigia freddezza delle mura intrise di memoria del Manicomio, che ha ospitato migliaia di "folli" dal 1889 agli anni '70.

Mentre mi muovo lentamente, nel cortile del Padiglione Ferri dove venivano internati i casi più gravi e meno gestibili, ascolto il silenzio che grida.... un vecchio dolore. Le porte murate, come cerotti sulle ferite, ... ma non basterà a far dimenticare, a cancellare la memoria di questo luogo.

Mi sento "matta" e credo di sentire le loro voci... anime perse rinchiuse per sempre tra quelle vecchie pareti, sulla collina.
Luoghi dimenticati, abbandonati.... scomodi.


Il graffito di un internato, inciso con la fibbia della cintura sul muro perimetrale esterno del Padiglione...
un aggroviglio di codici; lettere, numeri e simboli....,
Vide impazzire e poi morire centinaia di sfortunati suoi compagni vittime delle torture e della mancanza d'amore. NOF4, così amava definirsi lui, Nannetti Oreste Fernando rinchiuso nel reparto 4 del Ferri per anni.
Diceva di sè....
"Sono un astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale, questa è la mia chiave mineraria.
Sono anche un colonnello dell’astronautica mineraria astrale e terrestre".

Molti di loro non oltrepassarono piu' il cancello della loro Prigione.... Vennero spogliati dei vestiti, della dignità, della loro identità. Figli dell'abbandono, figli della Follia. Morti a causa dell'elettroshock, di contagio da malattie infettive e da mancanza di amore.
Anime dietro le sbarre.... anime vittime di una follia che non stava dentro di loro... ma fuori.
Vittime dell'abbandono, dell'indifferenza..... dell'odio. Figli di un Dio diverso.

Sparsi sulla collina diversi padiglioni e luoghi adibiti a cucine e altri annessi del manicomio.

C'è anche una struttura moderna... l'ospedale psichiatrico giudiziario (risalente credo agli anni 90) completamente abbandonata, predata da vandali e "disegnata" probabilmente dai giovani graffittari "detenuti".
Lascio parlare le immagini... che dicono piu' delle parole.






Chiudo con una frase di Alda Merini (poetessa contemporanea che ha vissuto l'esperienza drammatica del manicomio nel quale fu internata per diversi anni)

"Chi regala le ore agli altri vive in eterno".
 

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