Fotografare la canoa con la Z 6

A cura di: Diego Barbieri


È un week end di mezza estate, competizioni ed eventi sportivi sono fermi oppure sono stati rimandati all'anno prossimo e alcuni atleti master di canoa ci fanno sapere che passeranno il fine settimana ad allenarsi su un percorso di slalom in Francia a L'Argentière-la-Bessée, appena superato Briançon passando dal Monginevro, a due passi da casa.
Abbiamo per le mani la Z 6 ed è un'ottima occasione per provarne le potenzialità senza l'affanno della consegna del materiale e sfruttare la scusa per andare a fotografare in un magnifico contesto naturale.
Il percorso francese è utilizzato da squadre provenienti da tutta Europa e nonostante non risulti particolarmente tecnico è stato sede di gare internazionali e ci saranno occasioni per avere buone immagini. Senza nessuna esitazione prenotiamo una stanza nei dintorni e li raggiungiamo per due giorni di fotografia e relax.

CONDIZIONI DI RIPRESA E ATTREZZATURA

Iniziamo a pianificare le due giornate di riprese e i test che vorremmo effettuare per mettere alla prova la Z 6 cercando di simulare le condizioni di utilizzo durante una competizione.

La fotografia sportiva richiede di essere tempestivi nella consegna del materiale e sovente questo deve avvenire praticamente in tempo reale. La Z 6 mette a disposizione il collegamento bluetooth, estremamente utile per consegnare rapidamente i primi scatti da utilizzare per il final score della partita, per il post del vincitore della singola competizione oppure per accompagnare i comunicati stampa dell'evento. Non abbiamo intenzione di penalizzare la qualità dell'immagine o essere costretti a una difficile post-produzione sul cellulare e non vogliamo nemmeno scaricare le foto ed essere troppo impegnati nella preparazione rischiando così di non seguire con attenzione altre fasi interessanti dell'evento. Il bluetooth è una ottima soluzione, semplice da utilizzare, ma occorre avere immagini sulle quali fare quanta meno post produzione possibile, limitandosi magari al solo ricampionamento e un passaggio finale di nitidezza.

Ci concentreremo quindi su questo: avere già in macchina file in formato jpeg quanto più pronti possibile come se dovessimo inviarli direttamente.

Non conoscendo la location svolgiamo a qualche ricerca in rete e, vedendo che il campo di gara è decisamente ampio in larghezza, decidiamo di mettere nello zaino anche un moltiplicatore. L'attrezzatura che decidiamo di portare con noi è composta da:

Nikon Z 6 e adattatore F-TZ • Nikkor AF-S 300mm f/2.8 G ED • Teleconverter TC-17E AF-S II • Nikon 24 – 70mm AF-S G ED

Le condizioni di ripresa sul percorso di slalom sono impegnative, tipiche di molti sport outdoor.
La competizioni outdoor si svolgono sovente in primavera - estate nel corso della intera giornata quindi con luce durissima e proveniente dall'alto. Gli atleti sono spesso con il volto in ombra, la schiuma delle rapide è bianchissima e le attrezzature non ci aiutano: canoe, pagaie, mute nere e caschi bianchi determinano contrasti fortissimi.

Il percorso de L'Argentière-la-Bessée non è particolarmente impegnativo e i passaggi realmente spettacolari sono pochi, quindi la scelta delle postazioni da sfruttare si riduce e siamo costretti ad adattarci alle situazioni di illuminazione che troviamo. Siamo liberi di posizionarci dove vogliamo lungo il percorso ma i punti buoni sono al massimo due o tre e la luce cambia abbastanza rapidamente con il movimento del sole, portando i passaggi sulle porte da ombra a luce e viceversa, per via degli alberi.

PICTURE CONTROL E D-LIGHTING ATTIVO

In questa occasione quindi, vogliamo sfruttare a fondo le elaborazioni in macchina della Z6.
Impostiamo innanzitutto la qualità della immagine su Jpeg Fine*. Questo farà si che le immagini vengano memorizzate a 6048 x 4024 px con una ampia possibilità di cropparle ("Shoot tight, crop tighter", scatta stretto, taglia ancora più stretto e data la distanza non riusciremo nella prima!), mantenendo ancora una risoluzione più che sufficiente per gli impieghi che ci interessano e con la minore compressione Jpeg possibile.

Dato che l'azione si svolge in acqua, vogliamo sfruttarne al massimo gli effetti: non solo i colori ma anche i salti d'acqua e gli spruzzi che si formano quando la canoa attraversa i salti d'acqua e la nostra intenzione è di "congelare" questi istanti. I dati di scatto li troviamo con pochissimi tentativi: diaframma 4.5 per avere la giusta profondità e non sfocare eccessivamente le pagaie o la prua della canoa, tempi rapidissimi e 400Iso. La scelta della sensibilità è data dal fatto che vogliamo avere margine per poter rallentare il tempo mantenendo l'esposizione corretta quando l'atleta entra nell'ombra di un albero. In questo modo agiremo rapidamente sulla rotella per regolare il tempo di esposizione senza aver mai necessità di scendere sotto 1/2000sec.

La chiarezza (il contrasto sui toni medi della foto) ci aiuterà a dare enfasi all'acqua, ai suoi colori e agli schizzi ma contemporaneamente chiuderà le ombre nella parte bassa dei toni medi e per questo motivo portiamo il D-Lighting attivo a Molto Alto. Solitamente questa impostazione viene utilizzata per avere una preview dell'immagine sul monitor della macchina con le ombre non eccessivamente chiuse anche scattando in Raw, per avere una sensazione immediata di quanto potremmo ottenere con la post produzione, ma in questo caso la utilizziamo per il risultato sul Jpeg.

Lavoriamo quindi sui Picure Control della Z 6 dal menù Impostazioni di Ripresa Foto e Imposta Picture Control. Il punto di partenza è il Picture Control SD – Standard sul quale portiamo la Nitidezza a +6 e la Chiarezza a +3.

Viste queste impostazioni, l'esposimetro della Z 6 ci viene in aiuto. Dopo qualche tentativo e qualche regolazione notiamo che con una sottoesposizione di appena 1/3 di stop la foto è come la vogliamo: scarsissime bruciature sulle creste delle onde e sui caschi bianchi colpiti dal sole diretto e ombre sufficientemente aperte da visualizzare il volto degli atleti e i dettagli della canoa.

AUTOFOCUS PER RIPRESE DINAMICHE

Per le regolazioni autofocus, abbiamo impostato la macchina inizialmente con i settaggi classici utilizzati per soggetti in rapido movimento: AF Continuo, in modo tale che la macchina mantenga il soggetto continuamente a fuoco e AF Area dinamica. In questa modalità quando il soggetto va fuori fuoco sul punto utilizzato, la macchina corregge la messa a fuoco utilizzando i punti circostanti.

La tecnica che utilizziamo per seguire i soggetti in movimento consiste nel non usare il pulsante di scatto per mettere a fuoco ma il pulsante AF-ON. Lo controlliamo con il pollice e utilizziamo il pulsante di scatto solo per scattare con il dito indice. Si preme il tasto AF-ON per mettere a fuoco e lo si mantiene premuto seguendo il soggetto con il punto di messa a fuoco. In modalità AF-C l'autofocus continuerà a seguirlo e premendo il pulsante di scatto solo quando il soggetto è in posizione favorevole e in modo Scatto continuo ad alta velocità (5fps) realizziamo brevi raffiche, questo senza che la macchina debba focheggiare nuovamente ad ogni pressione del pulsante di scatto. Questa tecnica funziona a prescindere alle impostazioni della voce di menu Attivazione AF (Voce del Menu Personalizzazioni – a7).

Nella canoa slalom, gli atleti seguono il percorso attraverso porte bianco-verdi da attraversare a favore di corrente (da monte a valle) e porte bianco-rosse da attraversare al contrario (da valle a monte). Ogni porta è costituita da una coppia di paletti appesi a un cavo di acciaio a un minimo di 20cm dalla superficie dell'acqua. Cercando di ottenere una prospettiva a raso della superficie dell'acqua ci saranno continuamente pali che si frappongono tra l'atleta e l'obiettivo, dandoci problemi nella messa a fuoco continua. D'altronde le porte sono elementi fondamentali nel contesto, indispensabili per far capire quale disciplina è fotografata e li vogliamo inserire nelle immagini.

Per ovviare a questo problema, impostiamo il Focus Tracking + Lock On (voce a3 del menu Personalizzazioni / Autofocus) ad un valore di 3 o 4 (Ritardata). Regoliamo così la durata dell'attesa della macchina per rimettere a fuoco, nella modalità AF-C, nel momento in cui il soggetto va fuori fuoco. Con una reazione rapida il sistema AF rimetterebbe subito a fuoco la porta quando si frappone tra noi e il soggetto, con una reazione ritardata attende, mantiene il fuoco sul soggetto e da tempo al paletto di attraversare il punto.

Dopo una serie di ottime immagini siamo passati agli automatismi sulla messa a fuoco per sfruttare la messa a fuoco con l'inseguimento del soggetto. Abbiamo cambiato le impostazioni su Area AF Auto, lasciando l'impostazione del Menu Personalizzazioni / Autofocus alla voce a4 impostata su Rilevamento volto / occhi Area AF auto.

Premendo il pulsante di scatto per la messa a fuoco, o come già visto il pulsante AF-ON con il soggetto al centro dell'inquadratura, il sistema inizia l'inseguimento e mostra una griglia rossa su di esso. Dopo brevissimo è in grado di individuare il volto del soggetto. La griglia rossa viene sostituita da un quadrato giallo dando una sensazione rapida e chiaramente percettibile dell'inizio dell'inseguimento del volto. A questo punto possiamo far continuare l'inseguimento tenendo premuto AF-ON per scattare brevi raffiche quando lo riteniamo più opportuno. L'inseguimento non ha avuto esitazioni con una percentuale quasi assoluta di scatti a fuoco e solo qualche difficoltà quando le porte si intromettevano davanti al soggetto, nonostante le impostazioni del tracking.

La messa a fuoco senza inseguimento si è rivelata la scelta migliore in presenza di ostacoli che si interpongono tra noi e il soggetto, la messa a fuoco con inseguimento è stata eccezionale in campo libero rendendola un'ottima opzione per moltissimi sport.


MOLTIPLICATORE 1.7

Una volta realizzate le prime immagini, montiamo il moltiplicatore TC17-II. In questo modo oltre ad avvicinarci ulteriormente al soggetto otterremo un prospettiva più "dal basso" nelle immagini a piano medio e potremo concentrarci su dettagli e sulle espressioni degli atleti quando attraversano le porte.

CONCLUSIONI

In questo primo assaggio della Z 6 i risultati sono stati assolutamente all'altezza sia per la qualità di immagine che per l'utilizzo. Abbiamo avuto la possibilità di studiarla senza pressioni e siamo partiti dalle sue caratteristiche tecniche di base.
Passare a un corpo mirrorless ha richiesto pochissimo tempo per prendere confidenza con le dimensioni ridotte e queste sono state di aiuto dovendosi muovere sulle rive del torrente, ma ancora più stupefacente è stata la velocità con cui ci siamo abituati ad alcuni aspetti di cui abbiamo sentito la mancanza appena ripreso un corpo reflex.
Il mirino elettronico offre una visione eccellente e la possibilità di utilizzarlo per la preview e la verifica delle immagini, oltre che per selezionare le voci nei vari menù, è stata utilissima lavorando al sole. Questo consente di affaticare molto meno la vista rispetto alla preview a monitor nel corso della giornata di riprese.
In modo Scatto veloce, con la voce di menù d11 – Mostra tutto in modalità continua su ON, a differenza di quanto accade con una reflex, nel mirino elettronico continua ad essere visualizzata l'immagine durante gli scatti in sequenza. Dopo essersi abituati a questa novità si ha chiaramente la percezione di essere riusciti ad avere l'immagine che si cercava all'interno della sequenza. Questa modalità di visualizzazione può essere disattivata per la riduzione del consumo di batterie, le cui prestazioni (utilizzando una EN-EL15b) sono state all'altezza consentendo un paio di ore di riprese al mattino e altrettante al pomeriggio oltre ad effettuare la ripresa di qualche clip video, senza necessità di sostituirla.

Cosa c'è nella Borsa di Diego Barbieri?

Nikon Z 6 | adattatore F-TZ
NIKKOR AF-S 300mm f/2.8 G ED | NIKKOR 24-70mm AF-S G ED | Teleconverter TC-17E AF-S II





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