India

A cura di: Carlo Macinai

 

E' quasi banale citare Tiziano Terzani per introdurre le emozioni di un viaggio in India. Lo è forse di più se è passato un anno da "QUEL" viaggio con ancora impressioni contraddittorie che si rincorrono, quando ci rifletto.

L'India o la ami o la odi. La ami per tutto ciò che è lontanissimo da noi, dal nostro modo di vedere e di percorrere la vita la odi… per la stessa ragione. Torni e ti senti come liberato da un incubo poi ti accorgi che non vedi l'ora di tornare a rivivere quell'incubo o quel sogno.

Continuano a rincorrersi, in me, desideri e pulsioni.

Dell'India che ho visto, della piccola parte di questo subcontinente che ho visitato, le emozioni più intense le ho vissute in Gujarat.

Il Gujarat confina col Pakistan ed è uno degli Stati dell'India meno toccati dai flussi turistici, inoltre il 2 Gennaio del 2001 è stato colpito da un terremoto di grande intensità, le vittime sono state oltre 10.000, e negli anni successivi, moltissimi abitanti hanno lasciato le aree colpite dal sisma. Le difficoltà incontrate nel viaggio sono state innumerevoli: mancanza di strutture alberghiere, viabilità difficoltosa, cibo non "in linea" coi nostri gusti, ma l'accoglienza, a volte commovente, che abbiamo ricevuto ha fatto passare in secondo piano i disagi affrontati.

Di questo viaggio due i ricordi indelebili i templi di Palitana e le genti del Klutch.

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Il Gujarat è la patria del Gianismo, una religione che tende a raggiungere la piena "purezza" dell'anima. Questo si concretizza in uno Stato che è totalmente "Vegan" ovvero vegetariano "puro". Niente carne, niente pesce, niente uova… nessun cibo che possa interferire col ciclo vitale di altri organismi viventi. I Gianisti stretti non si nutrono nemmeno di patate o di vegetali che crescono sotto terra in quanto lo sradicarli disturba le creature che vivono nel terreno. Ovviamente anche i turisti si devono adeguare non per integralismo ma per totale mancanza di alternative…..

Palitana è il centro religioso del Gianismo.
863 templi, costruiti nell'arco di 900 anni, che si dispiegano su una collina ed una scalinata di oltre 3.000 gradini per raggiungerli in un flusso incredibile di fedeli che salgono e che scendono sorridenti.

I più abbienti, gli anziani o i malati si avvalgono di portantine (doli) portate a braccia da magrissimi addetti; ho tentato anch'io l'aiuto del doli ma… primo non peso come un indiano medio e lo sentivo dall'ansimare dei poveri portatori, secondo non ho l'elasticità di un indiano, stare seduto a gambe conserte su una tavoletta di legno di 20x20 non è fra le mie posizioni preferite… terzo il fiume di gente era troppo intrigante per non fotografare.

Qundi NON sono arrivato in cima, ho fatto felici i miei portatori con due foto ed una bella mancia… salvo farmi risuperare da loro, dopo 20 minuti, con un altro cliente in groppa!

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Kutch, regione isolata e affascinante, è abitata da diverse tribù, la più numerosa è quella dei Rabari, semi-nomade: gli uomini pascolano il bestiame, la fonte principale di ricchezza è infatti la produzione di prodotti caseari; le donne realizzano raffinati ricami con intarsi di specchio.

Nei villaggi abbiamo incontrato solo donne dapprima "sospettose", inizialmente ci studiavano, poi capivano, captavano la nostra simpatia nei loro confronti, vedendoci sorridenti cominciavano a sorridere anche loro: mia moglie ha cinquant'anni, evidentemente dà fiducia a tal punto che una mamma le ha dato il suo piccolino da tenere in braccio… urlava come un'aquila e ha continuato ad urlare, era bagnato, forse avrebbe desiderato essere cambiato, sicuramente non era denutrito.

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Nel proporci i loro articoli, non sono mai state insistenti, hanno sempre dimostrato molta dignità e noi abbiamo donato loro ciò che avevamo portato dall'Italia senza aspettarci neanche un grazie, che commozione vedere i loro occhi illuminarsi…

Di scuole ne abbiamo viste pochine, ma qualcosa, ci ha detto un'insegnante, si sta facendo, per fortuna!

Sicuramente, del viaggio in India, le tribù del Kutch sono state la tappa meno turistica, più emozionante e, fotograficamente, più esaltante per i colori, i volti, e la disponibilità sorridente dei soggetti!
 

 

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