Istanbul: l'incontro sublime tra modernità e tradizione

A cura di: Michela La Padula

di Michela La Padula

Ho iniziato il mio viaggio ad Istanbul ansiosa di cogliere le molteplici sfumature che fanno da sfondo alla città sul Bosforo, sospesa tra Europa e Asia che rappresenta un ponte verso l'oriente ma che è anche simbolo di modernità e slanci architettonici.
Il mio viaggio inizia alla scoperta delle moschee nella parte vecchia della città. Il primo edificio che decido di visitare è la Chiesa di Santa Sofia o Aya Sofya, costruzione imponente che si affaccia sulle acque azzurre del Bosforo, per lungo tempo la più grande cattedrale della cristianità.
Le pareti sono abbellite da splendidi mosaici con il fondo in oro ma ciò che colpisce sono alcuni grandissimi medaglioni che pendono ad un'altezza impressionante dal soffitto con scritte arabe che portano i nomi dei grandi personaggi dell'Islam.

Michela La Padula

Da lì continuo per la Moschea blu, progettata dall'architetto Sinan, celebre per i suoi sei minareti, il cui nome deriva dal fatto che al suo interno vi sono 21000 piastrelle di ceramica il cui colore dominante è blu. Come sempre ci attendono all'ingresso i venditori che propongono di tutto: dalle cartoline ai libri sulla città, ai flauti. La prima cosa che noto è la fila di rubinetti per le abluzioni, e mentre percorro il cortile interno mi sento avvolta da un'aria solenne dovuta probabilmente oltre alle imponenti dimensioni dell'edificio, al fatto che mi trovo nel centro di culto della preghiera islamica. Proseguo poi per l'antico Ippodromo, o cosa rimane di esso; un tempo era il fulcro della vita pubblica bizantina mentre oggi si possono ammirare solo tre dei monumenti che lo decoravano: l'obelisco di Teodosio, la colonna Serpentina e la Colonna di Costantino.

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Mi dirigo ora alla volta della Cisterna Yerebatan: antico serbatoio d'acqua costruito dai bizantini che ti accoglie direttamente nei sotterranei tra le sue 336 colonne con un suggestivo gioco di luci e ombre.
Si avvicina l'ora del pranzo e quale migliore occasione per visitare il Bazar Egiziano e il mercato coperto di Kapali Carsi, dove i profumi delle spezie, i colori e i sapori dei dolci mi danno il primo vero impatto con l'oriente.
Anche qui il canto del muezzin ricorda ai musulmani che è l'ora della preghiera.

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Con la mia Nikon D60, corredata dei suoi due obiettivi zoom, il 18-55 VR per splendide vedute e il 55-200 VR per non lasciarsi sfuggire nessun dettaglio, cerco di cogliere ogni sfumatura, ogni colore o volto che mi colpisce, sicuro, grazie alla mia Nikon, di trasformare questi frammenti di vita quotidiana in ricordi indelebili e di altissima qualità fotografica!
Nel pomeriggio decido di visitare la famosa pedonale Istiklal Caddesi nel quartiere più moderno e occidentale della città, dove le boutique d'alta moda si alternano ai caffè tradizionali.
Proseguo per la Fransiz Sokagi, piccola strada della metropoli turca, che sembra uno scorcio di Parigi. Qui bar, ristoranti e boutique riescono a mescolare il fascino misterioso dell'Oriente con la raffinatezza francese.
Ormai è quasi il tramonto ed è ora di ritornare in hotel. E' ora di riposare e di scaricare sul Photoviewer Epson P-5000 le centinaia di foto realizzate con la mia D60.

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Il mattino seguente sono alle porte del palazzo di Topkapi, cuore del vasto impero ottomano, che domina il Bosforo e il Corno d'Oro (Haliç). Quello che mi colpisce è che mi trovo all'interno di una vera e propria città circondata da 1400 metri di mura che la separano dal resto della metropoli. Ringrazio il digitale che mi consente di non perdere nessuno scorcio di questo magico luogo! Con la mia D60 e la mia card Lexar da 4 GB non temo di rimanere all'asciutto di memoria e posso permettermi il lusso di scattare in completa libertà.

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Nel pomeriggio, per assaporare al meglio la sua atmosfera senza tempo, mi regalo una gita in traghetto; scivolando lungo le docili acque del Bosforo ammiro Istanbul da un'altra, straordinaria, prospettiva. Il sole tenue sfiora le facciate delle ville di legno e dei palazzetti liberty. Un soggiorno ad Istanbul non potrebbe finire senza questa indimenticabile escursione. Le sue rive offrono un miscuglio di passato e di presente, di ricchezze e di bellezze naturali, imperdibili per la mia Nikon D60. Gli alberghi moderni vicino ai Yali (ville di legno in riva al mare), i palazzi di marmo bianco tra le fortezze di pietra e le abitazioni eleganti accanto ai piccoli villaggi di pescatori. Anche la frenesia di questa metropoli, con quindici milioni di abitanti, arriva ovattata e distante.

Un viaggio straordinario, oltre ogni mia aspettativa, che non vedo l'ora di rivedere e rivivere grazie alle tante immagini realizzate. Istanbul è davvero, come forse significa il suo nome, la “Città delle Città”.

 

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