Scatti nell'aria sottile, Manaslu 8.163 m

A cura di: Alice Cavallera, Alberto Pacellini

Manaslu, in sanscrito “Manasa” è “la montagna dello spirito”. Questa la nostra meta, questo il nostro sogno. Dal 1 settembre al 12 ottobre: 45 giorni di avventura nella catena montuosa del Mansiri Himal, nell'Himalaya centro-occidentale, in territorio nepalese.

Il Manaslu è l'ottava montagna più alta del mondo con i suoi 8.163 m. Si parte da Kathmandu, caotica e inquinata capitale del Nepal. Sempre sveglio il quartiere di Thamel, brulica di turisti in cerca di affari o di trekking avventurosi. Odori e colori riempiono l'aria.
Rimaniamo a Thamel il tempo minimo per ottenere il permesso, obbligatorio, di salita al Manaslu, e poi ci spostiamo con un pulmino più a occidente, fino a Bhubhule.

Qui inizia il trekking di avvicinamento alla montagna che dura una settimana e solca le bellissime valli nepalesi Marshyangdi e Buri Gandaki.

Scopriamo villaggi e volti di cultura induista e buddista. La natura predomina e detta i suoi ritmi. Le bandierine di preghiera sventolano sopra i tetti, spesso diroccati o malconci, dei villaggi. I volti sorridono e sfuggono davanti al nostro obiettivo.
Raggiunta quota 4.800 m siamo al Campo base del Manaslu. La tenda diventa la nostra casa e il punto di partenza per la spedizione. Siamo sulla morena del Manaslu Glacier e la nostra meta sovrasta il panorama.

Per salire su una montagna di 8.000 metri bisogna acclimatare il proprio organismo alla quota. Per questo iniziamo a salire e scendere dalle pendici del Manaslu. Sono quattro i campi intermedi tra il campo base e la vetta. A ogni tappa spostiamo tende, sacchi a pelo, fornelli e attrezzatura. Gli zaini si riempiono e pesano tanto, troppo. Più saliamo più i passi si fanno pesanti e il respiro si accorcia.

Il sole caldo del giorno lascia spazio a notti gelide e venti impetuosi. Sopra i 5.000 metri ci sono solo ghiaccio e neve. I colori si unificano sui toni del bianco.

I ramponi graffiano la neve sotto i passi lenti, le mani stringono le corde. Si sale, piano piano, passo dopo passo. L'aria diventa sottile, quella sensazione che non ne hai mai a sufficienza.

Ai campi alti rimani chiuso nella tuta in piuma, un piccolo guscio di calore, mentre attorno tutto brilla coperto dal ghiaccio. La fatica accompagna ogni gesto, anche il dormire.


Poi alzi lo sguardo e tutto lo sforzo acquista significato, il panorama, e quel senso di “star bene” ti travolge. In altissima quota il mondo rallenta, i passi si fanno più lenti, i rumori lasciano spazio al vento e al debole colpo della piccozza nel ghiaccio. I pensieri corrono sulle creste delle montagne e la fatica incredibile diventa soddisfazione.

Un anno di preparazione per vivere questi momenti, per essere pronti a gustare la magia della natura. Una serie di scatti per tenere vivo il nostro sogno. Manaslu 8.163 m.

ATTREZZATURA UTILIZZATA:
• Nikon D3100
• AF-S Nikkor 18-55mm f/3.5-5.6G VR DX
• AF-S Nikkor 55-300mm f/4.5-5.6G ED VR DX
(utilizzata durante il trekking di avvicinamento e al campo base)

• Nikon D5200
• AF-S Nikkor 18-55mm f/3.5-5.6G VR DX
• AF-S Nikkor 55-300mm f/4.5-5.6G ED VR DX
(utilizzata durante il trekking di avvicinamento e al campo base)

• Nikon COOLPIX S9300, qualità ottima nella sua categoria
(utilizzata durante il trekking di avvicinamento e al campo base)

• Nikon COOLPIX AW100, macchina eccezionale per uso in ambiente freddo e impervio.
(utilizzata oltre i 7.000 metri di quota, a temperature inferiori a –20°C. Veramente consigliata per chi ama gli sport estremi).

Sito ufficiale spedizione: www.23gradinord.com

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