L'isola di Ouessant 

A cura di: Stefano Cuccolini

di Stefano Cuccolini

 

Il viaggio di andata – 17/18 dicembre 2010
1570 chilometri, questi i chilometri che io e un caro amico dovevamo affrontare per raggiungere Le Conquet, piccolo abitato da cui partono i traghetti per l'isola di Ouessant.
Dopo 20 ore esatte di viaggio, di cui 19 sotto la neve, eravamo al porto! La giornata era piovosa e umida, ma come spesso accade da queste parti, il tempo è girato al meglio e siamo arrivati sull'isola con un tempo splendido e relativamente mite.
Finalmente ero nuovamente su Ouessant e la fatica del viaggio è sparita di colpo e non vedevo l'ora di volare verso la Pointe de Pern, il punto più occidentale della Francia.

Domenica 19 dicembre
Durante la mattinata abbiamo potuto renderci conto della pericolosità del mare intorno ad Ouessant: da calmo ad onde di 4 metri nel giro di un'ora!
Ero molto felice di aver visto dal vivo una delle forze della Natura più affascinanti e che hanno reso famosa quest'isola e i suoi fari. In realtà per le coste di quest'isola onde di 4 metri sono la norma! Durante l'inverno infatti si possono scatenare tempeste con onde che possono arrivare anche a 10-15 metri e venti che superano tranquillamente i 100km/h!
Nel pomeriggio siamo usciti a piedi per percorrere un sentiero che costeggia le coste più belle dell'isola che rimangono tra il faro della Stiff e la Pointe de Pern. Rimanere fino all'accensione dei fari era senz'altro d'obbligo.

Lunedì 20 dicembre
Di buon mattino montiamo in sella alle nostre bici a noleggio e come temevamo un acquazzone in piena regola si scatenò sulle nostre teste, ma decidemmo comunque di continuare verso le scogliere speranzosi che fosse solo uno scroscio di breve durata.
Eravamo bagnati fradici, infreddoliti e tentati anche di tornare indietro, ma la Natura ci regalò uno di quegli spettacoli che mai mi era capitato di vedere

Quando si ha la fortuna di assistere a spettacoli di luce simili ti scordi di tutto. Del freddo, dei vestiti bagnati… pensi solo a vivere il momento. Un'emozione fortissima durata un lasso di tempo infinito. Solitamente gli arcobaleni sono fuggevoli, durano pochi istanti, invece qui sulla misteriosa isola di Ouessant questo fenomeno è durato un'eternità!

Martedì 21 dicembre
L'ultimo tramonto sull'isola di Ouessant lo passiamo in una baia nascosta al resto dell'isola da una barricata naturale di sassi e altri detriti depositati dalle onde di tempeste nel corso dei millenni.

Dopo qualche foto mi accorgo che alla destra del faro della Creach stava iniziando a sorgere la Luna piena. I due riflessi sembravano convergere verso di me e le due fonti luminose donavano colori e riflessi davvero magici agli enormi massi della baia.

Le atmosfere più belle sull'isola di Ouessant secondo me si respirano durante la notte. Ti ritrovi a rientrare dalle scogliere nel più completo silenzio. Solo il rumore del mare tutt'intorno ti ricorda che sei in mezzo all'oceano su di un isola che assomiglia in realtà più ad un semplice scoglio lanciato in mezzo mare. L'oscurità è interrotta solo dai fasci di luce del faro della Creach e la sua luce ad illuminare le poche case dell'isola, rende le notti su Ouessant molto misteriose e difficilmente si dimenticano.

Il viaggio di ritorno 22-23 dicembre
Il viaggio in barca è stato piuttosto lungo, circa due ore, e siamo arrivati al porto di Le Conquet per le 19. Il tempo di mangiare un boccone in auto e via, siamo già in viaggio seguendo le indicazioni del navigatore che riporta come "Distanza da Destinazione" la bellezza di circa 1600 km.
Mercoledì notte ci fermiamo in un'altra area di sosta e armati di sacca pelo ci addormentiamo per 3-4 ore sotto una bella nevicata. Alle 5 siamo nuovamente in viaggio e dopo altra neve, ghiaccio, nebbia e pioggia alle 17 eravamo a Reggio Emilia... 25 ore di viaggio.

Considerazioni finali
I colori e la luce trovata sono tipici dei mesi invernali e credo che siano anche i mesi migliori per cogliere appieno le atmosfere dell'isola quando gli abitanti si riappropriano dell'isola e li vedi girare per le stradine con le loro Renault 5 divorate dalla salsedine o intenti passeggiare sul fare della sera con il proprio cane lungo le scogliere magari fumandosi un sigaro. Dei turisti che assaltano l'isola durante l'estate non c'è più traccia e il resto dell'isola è deserto e solo il rumore del vento, delle onde e dei numerosi uccelli che vengono qui a cercare riposo nelle loro rotte migratorie, rompono il silenzio.


Stefano Cuccolini
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