Penisola Valdes: non sempre le cose vanno come avevi immaginato!

A cura di: Paolo Petrignani


Erano anni che l'idea della Penisola Valdes era presente nei miei pensieri, da quando vidi un documentario, ormai datato, di National Geographic che mostrava la singolare tecnica di caccia di una famiglia stanziale di orche presenti a queste latitudini. Un desiderio mai sopito che quest'anno si è concretizzato, il sogno di fotografare la Penisola Valdes è divenuto realtà.
Quasi un anno di lavoro, per intrecciare contatti, coinvolgere enti, patrocinatori ed i classici sponsor. Con il mio amico e collega Alessandro Beltrame decidiamo le date consigliati da esperti dell'organizzazione Punta Norte Orca Research, "sicuramente il periodo migliore per fotografare le orche è marzo-aprile, quasi sempre da metà marzo in poi arrivano", ci dicono, "lo scorso anno hanno fatto la loro apparizione da metà marzo in poi", …ma come tutti sanno, in effetti le date sono un po' una lotteria, con le orche niente è sicuro: la natura è cosi. Ma tutto era ormai fissato e siamo partiti, ci sentivamo sicuri che il periodo era quello giusto e ci avrebbe consentito di scattare le immagini che avevamo progettato e sognato!

Tre ore di volo da Buenos Aires e si arriva a Trelew, capitale della provincia di Chubut. Ci troviamo nell'emisfero australe, sulla costa atlantica della Patagonia Argentina, molto più a nord rispetto ai grandi ghiacciai del sud a 42,30 di latitudine sud e 64,00 longitudine ovest. La Penisola Valdes è una riserva naturale integrale e si estende su una superficie di circa 4.000 chilometri quadrati caratterizzati da un terreno arido interrotto da grandi laghi salati, ma la sua caratteristica principale è la forte presenza di fauna marina che la contraddistingue rispetto a tutte le altre zone della Patagonia, motivo per il quale è stata eletta Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.
Il paesaggio della Penisola Valdes è unico. Essendo un clima semi desertico la bassa piovosità rende i cieli sempre di un blu molto intenso che poi contrasta con l'azzurro del mare, regalando al viaggiatore un'atmosfera straordinaria dove la protagonista assoluta è la natura.
Tolte alcune fattorie presenti in questo territorio già molto prima che venisse istituita la riserva, la Penisola Valdes è praticamente disabitata. Puerto Piramides, un piccolo "pueblo", che si affaccia sul Golfo Nuevo è l'unico centro abitato e d'estate si affolla di centinaia di turisti che arrivano da tutto il mondo per ammirare le bellezze naturali.

Un territorio molto dinamico che ti porta in breve davanti a scogliere rocciose alte fino a cento metri, baie poco profonde e lagune costiere in movimento con vaste distese fangose, spiagge sabbiose e di ghiaia, dune di sabbia e piccole isole.
Il tutto però legato alla presenza importante dei grandi mammiferi marini come la balena franca australe, che si trasferisce in quest'area tra giugno e ottobre: qui ci sono i più importanti luoghi di riproduzione di una specie, la balena franca australe, che ha sofferto duramente della caccia commerciale fino al punto da rischiare la sua totale estinzione. Anche delfini, leoni ed elefanti marini e i pinguini di Magellano oltre a circa 180 specie di uccelli molte delle quali si possono ammirare a Isla de Los Pájaros.
In aggiunta, quello che attrae turisti e viaggiatori, tra questi molti fotografi, sono le orche, motivo principale anche della nostra missione.

Le orche che vivono a queste latitudini fanno parte di un unico gruppo familiare, circa 24 elementi presenti nella Penisola Valdes praticamente da sempre. Sono uniche perché unico è il loro spettacolare metodo di caccia che negli anni hanno sviluppato tramandandone la tecnica alle nuove generazioni. Questo consiste in uno spiaggiamento intenzionale sulla riva per la cattura soprattutto dei cuccioli di leone e di elefante marino. Di questo gruppo soltanto sette lo effettuano poiché non è una tecnica di caccia facile ed è anzi è molto pericolosa per la possibilità di rimanere spiaggiate!

Nei mesi di dicembre-gennaio i leoni marini o "lobos" in spagnolo, mettono alla luce i loro cuccioli che nel periodo di marzo-aprile raggiungono le dimensioni giuste, diventando per le orche delle prede ideali, anche perché non avendole mai viste non hanno esperienza e rimangono in acqua nonostante il pericolo. Punta Norte è il luogo scelto da sempre come teatro di caccia. Circa 3 km di costa nella parte estrema della penisola dov'è presente il cosiddetto "canale d'attacco": un vero e proprio canale visibile solo con la bassa marea. Una sorta di via preferenziale che le orche percorrono durante lo spiaggiamento volontario. Sulla costa della Penisola Valdes i livelli di marea variano dai 3 ai 5 metri e la possibilità di attacco vanno da tre ore prima a tre ore dopo la marea momento in cui il canale è completamente sommerso.
Durante questo viaggio nella mia borsa c'era la nuova Nikon D850 una macchina eccezionale, la reflex FX (Full Frame) da 45,4 megapixel risoluzione da primato, che insieme a velocità e sensibilità ISO diventa un connubio fantastico. La sfida era con la velocità dei leoni marini che in acqua sono imprendibili e la messa a fuoco a 153 punti si è rivelata veramente eccezionale. Affidabile e maneggevole si impugna veramente bene. Per chi è Nikonista da sempre sa che nella tradizione di Nikon c'era in alcune macchine la possibilità di smontare il pentaprisma che le trasformava in macchine a pozzetto per inquadrature estreme dal basso. Nella D850 non si smonta il pentaprisma ma questa funzione viene assolta egregiamente dallo schermo posteriore movibile veramente notevole! Un'altra funzione che ho trovato utilissima è la connessione wifi che abbina lo smart-device all'App snapbridge permettendo di controllare la macchina direttamente dallo schermo e immagazzinare immagini di due mega molto utili nel momento di mandare delle anteprime ad un cliente. Da fotografo, è una macchina alla quale non riesco a trovare punti deboli.

C'è stato un periodo in cui il leone marino e l'elefante marino apprezzati per le loro pelli e il grasso venivano cacciati dall'uomo, una mattanza durata per molti decenni legalmente fino al 1953 e illegalmente fino agli anni '70. A memoria di questo in alcuni luoghi specialmente in Punta Norte è possibile notare enormi strati di ossa che per l'erosione della costa affiorano e sono messi a nudo.
Seguivamo con i binocoli qualsiasi movimento avvenisse tra le onde nella speranza di scorgere la famigerata pinna nera. La nostra guida, Hector, ci assicurava che sarebbero arrivate, ma i giorni passavano e proporzionalmente aumentavano tensione e frustrazione per non riuscire a vedere con i nostri occhi quello che i guardia-fauna ci avevano raccontato fino a quel momento.
Per tutto il periodo abbiamo osservato i leoni marini: il loro comportamento, il rapporto con i cuccioli, la loro inesperienza e la loro spensieratezza ignari del pericolo. Il richiamo delle madri e la stridente voce dei piccoli leoni marini che le cercavano. Alla fine sapevamo un po' tutto e realmente si pensava che i giorni precedenti erano stati solo di preparazione alla giusta conclusione: la speranza era forte.

Ogni giorno, per quindici giorni, si partiva da Puerto Piramides e si percorrevano gli 80 km di piste sterrate che portavano a Punta Norte. Ogni giorno avevi la speranza che quello sarebbe stato il giorno buono per riuscire a fotografare qualcosa che stava diventando una chimera. Abbiamo condiviso questi momenti con altri fotografi arrivati dai più svariati angoli del mondo. Il nostro periodo era terminato e abbiamo dovuto abbandonare la presa!
Lo stesso giorno del nostro rientro in Itala le orche hanno fatto la loro apparizione e sono rimaste in Punta Norte per tutto il mese di aprile!

Progetto supportato da Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia, Aerolineas Argentina, Ministerio de Turismo de Chubut, Ente Mixto de Promoción Turística de Puerto Madryn, Amministrazione Area Naturale Protetta Penisola Valdes, Argentina Vision.

Sponsor
: Marmot, Garmin, Thule, Vibram.
Sponsor Tecnico: Nikon Nital.

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