Sardegna, non solo “brullità”

A cura di: Silvia Amato, Gianluca Talento

In un periodo di crisi, in cui tutto è globalizzato, volto al consumismo in grandi centri definiti “non luoghi”, si concretizza la necessità di evadere per un breve periodo di vacanza, relativamente economico, in un luogo con caratteristiche uniche e identità geografiche ben definite.

L’uomo ha lasciato ben poco spazio incontaminato, soprattutto nel vecchio continente, ma fortunatamente ci sono ancora ”isole felici” da scoprire, vivere e sviluppare, nel rispetto dell’ambiente, miscelando nelle giuste proporzioni tradizioni e nuove tecnologie.
Noi italiani siamo fortunati, abbiamo una perla del Mediterraneo: la Sardegna che risponde a queste esigenze, presentando una varietà di paesaggio tale per cui le potenzialità e le possibilità sarebbero innumerevoli, se oltre alla volontà, si investisse anche nel territorio. Per poter far tutto ciò, è necessario perlustrare quel che non si conosce, o che si conosce relativamente poco.

Per iniziare la nostra prima esplorazione, abbiamo fatto una tappa di circa un centinaio di chilometri sulla costa nord-ovest dell’isola. Per essere più precisi abbiamo visitato il territorio compreso tra Isola Rossa (OT) e Stintino (SS).
Questa parte di Sardegna è particolarmente ricca di diversità geomorfologiche.

Il punto di arrivo in terra sarda è Porto Torres (SS), dopo circa 12 ore di nave.

La città circonda il porto e dalla sua posizione si percepisce immediatamente che le attività principali sono legate alla pesca e al trasporto con un indotto che permette a questo piccolo centro di mantenersi. Spostandosi verso est di circa trenta chilometri, troviamo Castelsardo (SS), un borgo medievale con un centro storico che si è mantenuto intatto nel tempo e che grazie alla sua conservazione e alla sua valorizzazione con attività culturali e artistiche, è stato definito uno dei borghi più belli d’Italia.

Spostandosi ancora di una ventina di chilometri verso est, si arriva a Badesi (SS). Questa località grazie alla presenza costante di vento, è piena di giovani che praticano sport acquatici, in particolar modo windsurf e kitesurf.

Spingendosi ancor più ad est, dopo aver percorso una parte della strada principale nell’entroterra brullo e selvaggio, pieno di saliscendi e di tornanti, ci imbattiamo nella piccolissima località di Isola Rossa, chiamata così per il caratteristico colore delle rocce del promontorio su cui sorge.
Anziché proseguire verso Santa Teresa di Gallura, decidiamo di invertire la rotta e di tornare indietro, verso ovest.

A questo punto il nostro viaggio passa nuovamente per Porto Torres, percorrendo una strada alternativa e dirigendoci a Stintino. In auto percorriamo la strada statale e le strade provinciali, non sempre di bell’aspetto e con una viabilità in alcuni tratti pericolosa. Non passano inosservati lungo il nostro cammino siti dedicati alle fonti di energia rinnovabile: spiccano le pale eoliche, abbondanti in questa zona per la presenza degli Alisei. L’arrivo a Stintino, oltre che segnalato da parecchi cartelli stradali, si nota dalla presenza di spiagge che brillano, grazie al caratteristico colore bianco della sabbia, densamente popolate da bagnanti. L’acqua è cristallina e il fondale sabbioso è basso per diverse centinaia di metri verso il mare aperto: di fronte lo spettacolo inconfondibile dell’isola dell’Asinara.

I minimi comuni denominatori della Sardegna, nonostante le tante diversità tra una località e l’altra, sono sostanzialmente due: l’ospitalità e la tradizione.

Seppur definito duro, ostico al primo impatto, il popolo sardo risulta col passare del tempo ospitale e caloroso. Per quanto riguarda la tradizione, la cucina e l’artigianato sono ai primi posti.
Entrambi questi aspetti sono radicati nel tempo, sono il punto di forza, l’idea di solidità che danno i sardi, proprio come la pietre che caratterizzano questa bellissima regione.

Così, quando arriva il momento di partire per tornare a casa, viene da fare una smorfia buffa e un po’ triste, perché non si vede l’ora di tornare a viaggiare nella terra dei quattro mori.

ATTREZZATURA FOTOGRAFICA UTILIZZATA:
Reflex: Nikon D300s, Nikon D60
Compatte: COOLPIX P310, COOLPIX s32
Obiettivi: AF-S Nikkor 50mm f/1.8G, AF-S Nikkor 70-200mm f/2.8G VR, AF-S Nikkor
17-55 mm f/2.8G

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