Il Festival buddista dell'Esala Perahera 

A cura di: Edoardo Agresti

NIKON SCHOOL TRAVEL - SRI LANKA
di Edoardo Agresti


PREMESSA
Ogni Nikon School Travel, cerco di legarlo a un evento particolare, in genere a un festival o a una cerimonia. Ma anche un particolare evento atmosferico, come la stagione delle piogge che farà da sfondo al mio prossimo appuntamento in Zambia, a dicembre, rappresenta tuttavia una buona opportunità per fare scatti interessanti.
L'ultimo workshop in Sri Lanka si è svolto invece intorno al Festival buddista dell'Esala Perahera. Devo dire che in fase di programmazione avevo qualche dubbio, credendolo troppo “turistico” e privo di quell'essenza di spiritualità che dovrebbe caratterizzare ogni cerimonia religiosa. Mi sbagliavo!

I PRIMI SCATTI
Arriviamo di primo mattino nella sacra Kandy, piccola cittadina patrimonio dell'Unesco, che sorge sulle sponde del laghetto artificiale dove si svolge il Festival. Migliaia di bandiere addobbano le strade, bancarelle ricche di fiori e incenso profumano l'aria di un piacevole aroma. Come sempre accade, quello che più mi interessa documentare non è tanto l'evento in sé, ma ciò che ruota intorno. Chiedo a Lallo, la nostra guida, se è possibile ottenere dei pass stampa in modo da muoversi liberamente tra i preparativi della festa. La tessera NPS fa il suo dovere e l'accredito arriva, non solo per me, ma per tutti i partecipanti, diventati, per l'occasione, miei assistenti.
Così, scortati dal responsabile di una sorta di ufficio relazioni esterne, iniziamo a scattare. Molte sono le situazioni che si presentano davanti a noi e il reportage inizia a prendere forma: la vestizione dei bambini in candidi abiti bianchi, i giocolieri che si esercitano con le torce ancora spente, gli elefanti – protagonisti della serata – che vengono accuditi come una mamma fa con i propri figli. I pellegrini accendono candele votive e preparano ghirlande di fiori per onorare la sacra reliquia: il dente del Buddha, motivo della festa e della sacralità assunta dalla cittadina di Kandy.

LA LEGGENDA
Si narra che quando Buddha, nel V secolo a.C., fu cremato su di una pira di legno di sandalo, a Kusinara in India, il suo canino sinistro fu recuperato da uno dei suoi fedelissimi.
La reliquia divenne proprietà del re indiano e, nel tempo, simbolo e diritto di governare la propria terra, tanto che vi furono guerre per assicurarsi il possesso della reliquia conservata nella città di Dantapuri (l'attuale città di Puri nello stato indiano di Orissa).
Nel IV secolo a.C. la reliquia apparteneva al re Guhasiva di Kalinga il quale, temendo che potesse finire nelle mani dei suoi nemici, la affidò a sua figlia, la principessa Hemamali. Questa, insieme al marito Dantakumara, la trasportò segretamente in Sri Lanka nascondendola nella propria acconciatura (fonte Wikipedia). Re Megavanna fu così felice di avere la reliquia sulla sua isola, che organizzò una sfilata per le vie della città mostrando orgogliosamente ai suoi sudditi il sacro dente. Da oltre 400 anni, nel mese di agosto, nei 10 giorni che precedono la luna piena, ogni sera si rievoca quella prima sfilata.

I PREPARATIVI DELLA FESTA
Al mattino, nel tempio, tra suoni di tamburi e strumenti a fiato, i fedeli onorano la teca d'oro contenente la reliquia. Una copia della stessa viene poi caricata sull'elefante reale che percorrerà, addobbato a festa, le strade cittadine.
Un momento spettacolare è la vestizione dell'enorme pachiderma. Sotto lo sguardo attento dei monaci, sacerdoti del tempio, viene caricato di sella e addobbato con ornamenti in preziosi tessuti damascati e rivestito di catene di luci colorate. La proboscide, curiosamente arrotolata intorno all'enormi zanne e l'aria, almeno in apparenza rilassata, danno all'elefante l'aspetto di una vecchia signora che legge un giornale di gossip sotto il casco del parrucchiere.
Dopo alcune ore, prossimi all'imbrunire, alcune esplosioni annunciano che tutto è pronto e che quindi la festa può avere inizio.

AVVOLTI DA SUONI E LUCI
La processione si apre con lo schioccare delle fruste e con le torce infuocate dei giocolieri. Si susseguono ballerini e acrobati che precedono l'ingresso degli elefanti. Quello reale, maestosamente rivestito, fa il suo ingresso a metà sfilata e la festa raggiunge il suo culmine. Le danze si fanno più sfrenate, i tamburi più violenti, i suoni più assordanti. I fedeli assiepati lungo i bordi della strada, si prostrano in preghiera con le mani giunte all'altezza del cuore. La sfilata dura un paio d'ore.
Con i nostri pass ci muoviamo praticamente senza limiti, sempre rispettosi della sacralità dell'evento. Le nostre Nikon scattano migliaia di foto, le ISO sono tirate al limite dei 6400 (a dispetto di chi ancora oggi è convinto che la 'vecchia' pellicola sia migliore, in termini qualitativi, del digitale), l'adrenalina al massimo, le situazioni si susseguono velocemente.
Si cerca di trovare la giusta accoppiata tempo/diaframma per creare giochi di mosso e tentare di enfatizzare quello che abbiamo davanti. I giochi di luce creano molti contrasti, ma grazie al NEF ogni scatto sarà ben equilibrato in post-produzione.
L'ultimo corteo ci passa davanti nel momento stesso in cui il primo raggiunge di nuovo il punto da cui è partito. La festa sta finendo e noi ci allontaniamo. E' stata una giornata veramente ricca e densa di situazioni da raccontare. Ciò che in partenza ritenevo “turistico”, si è rivelato un qualcosa di vero, per certi aspetti profondo e carico di religiosità. Le immagini spero riescano a trasmettere le emozioni da noi vissute. Buona luce.

P.S. Come sempre faccio, concludo con i ringraziamenti, innanzitutto alla Nital, quindi a Marco Rovere e a Roberto Bachis che continuano a credere in me. Spero sempre di essere all'altezza.
Poi al gruppo che mi ha accompagnato in questa avventura cingalese: Luigi, ormai un veterano dei Nikon School Travel (12 o 13 all'attivo, non ricordo più), poi a tutti gli altri partecipanti con i quali non avevo mai viaggiato, ma che si sono rivelati fantastici. Credo di aver trovato in loro nuovi amici: Aurora, Piccarda, Margherita, Simona, Anna, Guido e Federico. Infine un ringraziamento particolare a Lallo, la nostra guida, e alla Tucano che ha organizzato magistralmente questo viaggio.



Edoardo Agresti
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