Sudafrica

A cura di: Emiliano D'Andrea

di Emiliano D'Andrea

con la partecipazione di:
Ivan Capponi, Marisa di Silvio, Isabella Ibba, Chiara Albricci, Manuela Fiore, Gianluca Murgia

Foto di:
Filippo Silvestris, Leonardo Olmi, Franco Cappellari, Roberta Krasnig, Marco Ventimiglia

Pranziamo all'aeroporto di Fiumicino, ceniamo a Lisbona in un tipico locale del Bairro Alto, poi via con un volo della TAP, e per colazione siamo a Johannesburg. Sono in totale quasi ventiquattro ore di viaggio, che ci fanno volare dall'Europa all'Africa. Una volta atterrati, sembrano esser passato solo un istante. Nel tempo di una notte ci troviamo dal fotografare la Torre di Belene tra le mille luci della città portoghese a catturare rapidamente le immagini del Ponte Mandela, sotto un solleone africano, il gap è forte anche per i miei amici fotografi dell'NPS, esperti viaggiatori, ma l'ebbrezza di essere arrivati in Sudafrica è incontenibile.

Non c'è un istante da perdere, anche se il viaggio sarà lungo, e i nostri diversi itinerari ci faranno attraversare praticamente tutto il paese dell'arcobaleno, e quindi mano alle fotocamere e si comincia a scattare già da dentro il taxi, in barba a qualsiasi legge, contro i riflessi devastanti dei finestrini chiusi e delle luci abbacinanti della notte di Johannesburg.
 
Franco inizia subito forte, D3X e 70-200 VR, cattura sguardi in movimento tra le centinaia di persone che camminano lungo i boulevard di una città immensa.
Roberta è più goliardica e scatta con la sua Nikon D700 direttamente nell'abitacolo della nostra vettura, per immortalare le nostre facce, le nostre espressioni stupite. Saranno foto che riviste a casa ci faranno di certo sorridere.

La prima mattina a Johannesburg, ci svegliamo e per noi compagni di volo è già il momento dei saluti, partiremo ognuno per una diversa destinazione e con nuovi compagni e colleghi, ci rincontreremo al rientro in Italia.

Franco visiterà il mitico parco Kruger mentre Roberta è attesa da una Johannesburg in versione night life, una Durban tutta mare e surf e poi al nord, dal Parco UkhahlambaDrakensberg.

Franco Cappellari

Io invece all'alba incontro Filippo, con cui faremo un'immersione nella natura africana, quella della regione del KwaZulu Natal.
Il KwaZulu Natal è forse, per l'insieme di diversità, la provincia più suggestiva del Paese.
Si estende dal Mozambico, allo Swaziland e poi a sud con le provincie di Mpumalanga e Free state Eastern Cape.

La provincia di KwaZulu-Natal venne istituita nel 1994, unificando il Bantustan di KwaZulu, in lingua zulu "terra degli zulu", e la provincia di Natal. Il nome "Natal", letteralmente Natale in portoghese, fu dato alla zona da Vasco de Gama che giunse per primo sulla coste orientali del Sudafrica il 25 dicembre 1497.

Un aereo ci porta in due ore sulla costa sudorientale del Paese esattamente nel parco dell'Isimangaliso. Ad aspettarci una guida e una jeep che in un istante ci introducono tra le bellezze naturalistiche del Sudafrica.

Il parco, dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 1999, ricopre circa 300.000 ettari, inclusi 200 km di costa incontaminata dell'oceano Indiano e si estende da Kosy Bay a nord, affollata di antichi villaggi di pescatori, al villaggio di St Lucia a sud. All'interno di Isimangaliso, ben otto ecosistemi interagiscono tra loro e ospitano una profusione di specie di pesci, fauna selvatica e flora.
Ci sono poi dune costiere, esistenti da 25.000 anni, tra le più elevate al mondo, che sono state associate ad antiche pratiche agricole, itinerari commerciali ed esplorazioni da parte degli zulu.

Pochi luoghi al mondo possono competere con la magnificenza e le meraviglie naturali del Parco Isimangaliso Wetland, conosciuto anche come Greater St Lucia. Situato sulla costa settentrionale del KwaZulu-Natal, questo parco, ad onore delle sue bellezze, è stato battezzato con un nome che in zulu significa “terra dei miracoli”.
E di miracolo si tratta quando girata una curva ci imbattiamo in una coppia di rinoceronti neri, madre e piccolo, assolutamente disinvolti si lasciano fotografare per quasi un ora senza mostrare il benché minimo disappunto.

La nostra visita continua con una gita lungo le basse e calme acque del lago Santa Lucia, al cospetto dei coccodrilli e delle famiglie di ippopotami che animano queste placide zone. Navighiamo per quasi un'ora sino ad arrivare all' estuario del fiume che si perde in un'immensa spiaggia sulle coste sferzate dal vento dell'Oceano Indiano.

Il giorno dopo siamo già in viaggio, destinazione il Phinda Private Game Reserve.
L'alba sulla pianura del parco del Phinda è l'alba del Mondo. Da prima nell'oscurità si inizia a intravedere la sagoma degli alberi, della foresta e più in là lontano, all'orizzonte, il riflesso del mare. Poi il volo degli uccelli e il loro canto coglie la tua attenzione, e di seguito ecco comparire gli animali più imponenti e maestosi d'Africa. Un camminare lento di giraffe, circonda la nostra jeep, poi è la volta delle zebre e dei bufali. Filippo posiziona la sua Nikon D3x sul cavalletto e lascia che vada in automatico, così da far si che gli animali si avvicinino loro all'obiettivo senza la presenza, sempre un po' spaventosa dell'uomo.

Il nostro viaggio continua  in bus sino alle costa nella zona subito ai confini con il Mozambico, verso la destinazione del Rocktail Bay Beach Camp. Il lodge è situato nella foresta e seguendo un minuscolo sentiero si sbuca su una spiaggia sconfinata e deserta che corre lungo la costa dell'Oceano Indiano a perdita d'occhio, sino al promontorio roccioso del Black Rock. Da qui è possibile partire per una serie inesauribile di itinerari nella natura. Dalle attività di diving, all'avvistamento di delfini e balene.  O molto più semplicemente come suggerisce la pace del posto, è possibile restare al sole o tra le onda di un acqua sempre calda ed accogliente.
 

 

Franco Cappellari Franco Cappellari
       

 
 

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