Il Giro della Tuscia in 80 giorni

A cura di: Marco Saverio Loperfido

Un'esperienza singolare, utile a tracciare i sentieri percorribili a piedi della provincia di Viterbo. Il tutto narrato e mappato con la Nikon COOLPIX AW110.

Ci sono molti modi di vivere un paesaggio: attraversarlo tutti i giorni per andare al lavoro, usarlo come fonte di materie prime, solcarlo come frecce per attività sportive o per hobby.
Personalmente preferisco un'altra modalità, che è quella del camminarci dentro con gli occhi spalancati e avidi, in cerca di sentieri quasi scomparsi, ma che un tempo costituivano l'unica rete di comunicazione esistente tra i borghi italiani. È risaputo infatti che il nuovo impianto viario di asfalto, calato sulla particolare morfologia del territorio italiano appena 60 anni fa, non è per fortuna sovrapposto a quello antico di chi si spostava a piedi o con gli animali, ma vi è cresciuto accanto quasi indipendentemente, lasciando però che quest'ultimo scivolasse gradualmente nell'oblio, a causa del disuso.

Per questo cerco di scovare e mappare gli antichi percorsi, per ripescarli in fin di vita e ridonarli al pubblico. E per questo ho ideato ammappalitalia.it, sito web di libera condivisione dei sentieri che collegano i paesi, a cui tutti possono partecipare e a cui, ovviamente, partecipo anche io.

Specialmente nell'ultimo periodo, nel quale ho percorso ben 800 km interamente nella provincia di Viterbo, per un progetto denominato “Il giro della Tuscia in 80 giorni”.

Un viaggio così intenso e prolungato ti cambia l'anima. Questa, si lascia plasmare da quel che vive e attraversa lentamente. Mappare/descrivere un territorio è entrarci in una relazione diversa rispetto al semplice “uso”.
Significa interrogarlo, scrutarlo, osservarlo e dunque parteciparvi. Fare una passeggiata rivolgendo il pensiero a chi la farà dopo di te è come porsi nell'ottica del grande artista che sa che la sua opera verrà vista da migliaia di persone, a prescindere dal suo valore. Si instaura un rapporto e poi un vero e proprio dialogo col paesaggio e le persone che vi s'incontrano.

L'occhio, e dunque la sua memoria, cioè la fotografia, non è più un'istantanea e basta, ma si carica di temporalità, la stessa che è servita a instaurare e far sviluppare quel dialogo. Tutto dentro un'immagine, già sintetica e immediata per natura. In questo modo si riportano a casa non già foto-ricordo, ma “mondi” condensati in un istante, dunque pregni e significativi.

Ma cos'è nella pratica la mappatura di un territorio? Innanzi tutto è una descrizione, ovvero una vera e propria narrazione della strada da seguire. Dopodiché è una traccia GPS e una serie di dati tecnici. E poi è una collezione di immagini, meglio se geo-localizzate, di varia natura, che io ho diviso in quattro categorie: informative, paesaggistiche, di atmosfera e artistiche.
Quelle informative (un luogo di interesse, un bivio sensibile, una specie arborea…) e quelle paesaggistiche afferiscono più alla sfera oggettiva; quelle artistiche e di atmosfera a quella soggettiva. Tutte le categorie però sono necessarie al fine di una corretta restituzione dell'esperienza del cammino e della mappatura, perché attraversare un territorio è un'azione di un soggetto specifico in uno spazio oggettivo.

Durante questo lungo viaggio ho avuto la fortuna di portare con me lo strumento perfetto e ideale: una Nikon COOLPIX AW110. Piccola, resistente agli urti, waterproof, con bussola e altimetro, localizzazione GPS delle foto e modulo Wi-Fi integrato. Con lei ho scattato più di 3.000 fotografie, di cui potete vedere un piccolo estratto e che sono diventate la rappresentazione visiva, insieme ad alcune ore di filmati ad alta definizione, girati sempre con la AW110, del Giro della Tuscia in 80 giorni.

Infine vorrei riportare tutti i “numeri” del Giro, per dare un'idea generale dell'entità del viaggio.
Il Giro della Tuscia è stato: un itinerario ad anello di 803 km interamente nella provincia di Viterbo, 500 km di nuovi tracciati su OpenStreetMap, 65 km percorsi da borgo a borgo in 61 giorni di viaggio; 9 passeggiate organizzate in collaborazione con le associazioni del territorio, 7 collegamenti radiofonici, 5 conferenze, 4 incontri con le aziende agricole, 3 incontri con le associazioni locali, 3 video interviste, 3 visite ai musei territoriali, 2 incontri con le scuole, 2 incontri con i centri anziani. Un milione di passi. Migliaia di gocce di pioggia, ore di sole, sguardi all'orizzonte, tracce audio registrate, fotografie scattate.

Centinaia di persone incontrate, animali visti, guadi effettuati, ore di riprese video, considerazioni scritte, chiacchierate sulle strade possibili. Decine di montagne, colline, fiumi superati. Siti archeologici e storici visitati. Tre laghi. Un arrivo al mare.

Per la riuscita di questa splendida esperienza occorre ringraziare tantissime persone.
Grazie ai miei collaboratori più stretti: Marco Bartolomucci, Alfredo Covino, Stefano Cudini, Laura Patara. Grazie a tutti coloro che mi hanno ospitato e rifocillato come pellegrino: privati, istituzioni, associazioni, attività commerciali.
Grazie ai sostenitori del Giro: Nikon Italia, Tuscia in rete, Gruppo Archeologico Roccaltìa, Salomon, Trailitalia, Lighthouse, Zona Olimpica, Foto Video Mecarini, Annulli Editori.
Grazie a tutti coloro che hanno camminato con me, vecchi e nuovi amici.

Gli indiani dicono: “Non giudicare il tuo vicino finché non avrai camminato per due lune nelle sue scarpe”. Sono felice di poter essere giudicato da loro e da nessun altro al mondo.

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