Rassegne Padova

A cura di:

Aprile Fotografia
Visioni quotidiane

Aprile Fotografia torna dall'8 aprile al 4 giugno a colmare di immagini e suggestioni una sequenza di spazi storici in tutta Padova. Il tema che i curatori, Alessandra De Lucia e Enrico Gusella, hanno individuato per questa nuova edizione è quello delle "Visioni quotidiane". Ad essere raccontata dall'obiettivo di fotografi "storici" e contemporanei è infatti la quotidianità dell'uomo, singolo e specie, alle prese con lavoro, sogni e relazioni, con lo sport e l'ambiente, un uomo che riflette sulla propria immagine o che cattura, trasforma o semplicemente indaga l'immagine del mondo che lo circonda e, qualche volta, lo sovrasta. Cinque le mostre proposte (quasi tutte "prime" nazionali) nella rassegna organizzata dal Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova, e ospitata in prestigiose sedi storiche.


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Germaine Martin, Nu, 1930, "© succ. G. Martin/MHL"

L'individuo è certamente il punto di partenza della fotografa svizzera Germaine Martin, protagonista della mostra "Photographies", promossa in collaborazione con il Musée Historique de Lausanne, che ne conserva il cospicuo fondo fotografico, e ospitata nel Museo Civico di Piazza del Santo. La rassegna, in prima nazionale, propone 150 immagini della fotografa losannese riconosciuta tra i maggiori "creatori della modernità". Allieva a Monaco di Frank Eugéne, uno dei fondatori della Photo Secession di New York e amico stretto di Alfred Stieglitz, Germaine Martin inizia con la tecnica del nudo nello studio del marito, lo scultore Milo Martin, per il quale fissa le varie pose dei suoi modelli; ben presto farà di questo un campo di sperimentazione artistica e di libertà creativa, che utilizza in modo particolarmente magistrale, come testimoniano le affascinanti fotografie della bellissima etiope Mayomi Ziouma. Nei suoi trent'anni di carriera Germaine Martin esplora con rigore le molteplici possibilità offerte dal mezzo fotografico, indagando i generi più differenti della fotografia – ritratto, nudo, reportage, nature morte, pubblicità – privilegiando composizioni nello stesso tempo ricercate e scarne, caratterizzate da inquadrature e luci inedite e audaci. Ritrae centinaia di anonimi e celebrità: Louis Armstrong, Clara Haskil, Arthur Honegger, Charles Ferdinand Ramuz, Maria José di Savoia e tanti altri.


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Germaine Martin, Louis Armstrong, 1934, "© succ. G. Martin/MHL"

Ancora all'uomo e al suo rapporto con l'ambiente guardano i fotografi della mostra "Prima Luce. Fotografie da Edward Weston a Mario Giacomelli", ospitata al Palazzo del Monte di Pietà. "Prima Luce" è una rara collezione di originali reperiti in giro per il mondo nel corso di molti anni e realizzati da alcuni dei più grandi maestri tra gli anni trenta e il 2000. Nucleo centrale dell'esposizione è la luce come fenomeno estetico assoluto. Immagini bellissime raccontano le mille trasformazioni della luce e dell'ombra quale risultato delle reazioni fisico-chimiche ottenute dai maestri dell'immagine fotografica. Tra gli autori presenti alcuni sono entrati a pieno titolo nella storia di questo rivoluzionario mezzo di comunicazione di massa ma anche di rinnovata espressione artistica. E tra i capolavori in mostra sono da menzionare i fotogrammi di Luigi Veronesi, il famoso "Mushroom" realizzato nel 1931 da Edward Weston; una rarissima immagine di Ferruccio Leiss della fine degli anni '40; i fotomontaggi costruttivisti di Barbara Morgan; le ricerche sulla "luce" nella Valle della Morte di Mroczynski; e la prima stampa di "Rifabbricarmi il mio mondo, i ricordi di un bambino nato nel 1925" di Mario Giacomelli.


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Edward Weston. Mushroom. 1940, dall’Archivio Prima Luce della
Scuola di Fotografia della Natura - Roma

Nell'anno dei campionati mondiali di calcio, lo sport e la passione sportiva vengono raccontati da "Calcio, lingua universale", allestita al Cortile Pensile di Palazzo Moroni in collaborazione con l'Istituto di Cultura Italo-Tedesco e l'agenzia fotografica Magnum. Indipendentemente dall'età, dalle origini o dalla posizione sociale che occupa, l'uomo cede al fascino del pallone. Lo raccontano Cartier-Bresson, Abbas, Parr e tanti altri che hanno dedicato al calcio immagini in bianco e nero e a colori, per testimoniare come la passione calcistica abbia sempre unito tutti i popoli della terra.

Nell'Aula Magna del Liceo Classico Tito Livio è allestita "Acqua fonte di vita", rassegna di carattere didattico, promossa in collaborazione con l'Associazione "Fratelli dell'uomo", costituita da una ventina di foto in bianco e nero di grande formato, realizzate da alcuni dei più grandi maestri del ventesimo secolo, tra i quali Elliott Erwitt, Francesco Zizola, Bruno Barbey, Jean Gaumy, Peter Marlow, Raymond Depardon, Abbas, John Vink e selezionate dall'agenzia Contrasto Magnum. Le immagini indagano l'importanza dell'acqua, le differenti modalità di accesso nel mondo alla risorsa acqua bene comune, le disuguaglianze Nord/Sud e gli atteggiamenti di spreco e di cattiva gestione che ancor oggi caratterizzano i comportamenti individuali e le politiche degli Stati.


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Germaine Martin, Ombellifère, 1930, "© succ. G. Martin/MHL"

Alla Galleria Sottopasso della Stua altro grande appuntamento con la fotografia internazionale: "Frank Dituri. Lux Lunae". Propone un'accurata selezione di fotografie dell'artista americano (New York, 1948), che trasforma il quotidiano, l'ovvio e il riconoscibile in immagini che sfiorano il surreale. Le opere in mostra sono caratterizzate da un ricco gioco di tonalità in bianco e nero che creano un effetto estetico unico e uno stile individuale. Attraverso questo lavoro l'artista propone la personale ricerca sul quotidiano trasformato in immagini in bilico tra reale e surreale, tra esplicito e misterioso: atmosfere magiche, spesso oniriche, sempre evocative. La relazione tra realtà e finzione non risuona di valenze morali, ma rivela, attraverso il delicato ricorso al bianco e nero, il gioco misterioso e fantastico dell'intuizione senza regole. Vibra, negli scatti di Frank Dituri, una luce che non definisce i contorni dei soggetti fotografati, descrivendoli, ma è essa stessa protagonista dell'immagine.


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Edouard Boubat, Paris", 1971

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