Enrico Ingino

A cura di:

Pura cronaca digitale

Les grandes personnes ne comprennent jamais rien toutes seules et c'est fatiguant, pour les enfants, de toujours leur donner des explications. Antoine de Saint-Exupéry, "Le petit prince"
Quando esco a fotografare mi estraneo, creativamente parlando, da tutto quello che so. Cerco a caso le foto, come quando si entra in un negozio senza la precisa intenzione di acquistare qualcosa, quando nella mente senti la voce che dice "guarda questo, quello, quest'altro".

Tutto questo per proporre sguardi che si scarterebbero a priori come fotografia. Ne risulta una riproduzione di quello che noi, probabilmente, percepiamo tutti i giorni e inglobiamo nella nostra memoria: miliardi di immagini, di scarpe, ombrelli che si bagnano, oggetti e ombre, porzioni e squarci. In questa "ricerca" evito, con lo sguardo attraverso il monitor, il rapporto privilegiato che ogni fotografo, me compreso, crea con il soggetto attraverso il mirino. Ne risulta (mi piace pensarla così) una sorta di registrazione della "realtà" che mi circonda nel suo infinito susseguirsi di istanti.

La Coolpix885, macchina digitale quasi invisibile, mi ha aiutato molto in questo tipo di ricerca. Immagini belle o brutte sono pezzi di visione del nostro angolo visuale quotidiano, del movimento oculare. Immagini ottiche in senso fisiologico.
Rese così da una digitale compatta che ti rende quasi estraneo all'atto dello scattare, quasi come si prendesse una distanza mentale e fisica tra te e il monitor LCD. Una registrazione asettica, anche se probabilmente - per quanto l'intento sia quello di fare una pura "cronaca" digitale, io non sono una macchina digitale e nel momento che c'è una mente dietro una macchina c'è comunque un'interpretazione.

Quando mi devo "rassegnare" (perché la fotografia non registradipinge ma semplicemente racconta), rieccomi pronto con un bel mucchio di rullini a raccontare storie di colori, di contrasti, di dettagli e di luoghi, aspettando, poi, quel magico momento che è il ritiro delle nostre pellicole dal laboratorio che nessun sensore da decine e decine di megapixel potrà mai sostituire.

La tecnica
"Guarda cosa ho fatto con la mia digitale da 3 megapixel".
"Ma va, ancora giri con quel pezzo da museo. Guarda la mia da 11 megapixel".

"Guarda che ti facevo vedere cosa ho scattato, non con che cosa l'ho fatto".
In genere parlare di tecnica o di attrezzature è un argomento quasi tabù fra certi professionisti e dilagante e ridondante fra gli amatori. Credo comunque che una via di mezzo sia la cosa giusta. Ecco il materiale con cui ho lavorato. Digitale: Nikon Coolpix 885. Ottiche: fisse 28 e 35 mm, a volte uno zoom 28-90 mm. Modalità: quasi sempre manuale con misurazione della luce con esposimetro esterno. Pellicola: Fuji Provia 100F, a volte 400F. B/N Tmax400.

Chi è
Enrico Ingino è graphic designer e fotografo. Da sempre appassionato di nuove tecnologie, il passaggio dalla carta al web è stato naturale e senza traumi. Attualmente si occupa di visual e interaction design a www.netelia.it.

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