Le pellicole

A cura di: Claudio Cerquetti

Le pellicole in commercio si dividono in due grandi gruppi: le negative e le diapositive. Da una pellicola negativa puoi ottenere copie su carta fotografica di ottima qualità e di qualsiasi formato, da mettere in un album o da esporre in cornice. Se, però, desideri proiettare le immagini su uno schermo o prevedi un impiego editoriale delle tue fotografie, allora devi necessariamente utilizzare le diapositive.
Anche queste ultime, comunque, possono essere stampate su carta fotosensibile ma, così facendo, devi accettare un piccolo compromesso: le copie presenteranno un contrasto superiore a quello delle immagini originali.

Se il soggetto di partenza è già molto contrastato, infatti, i dettagli presenti nelle zone fortemente illuminate o nelle ombre scure potrebbero scomparire. La stampa da pellicola diapositiva, inoltre, è disponibile soltanto nei laboratori più importanti ed è più costosa rispetto a quella da negativa.
In conclusione, se il tuo obiettivo finale è ottenere una copia su carta, ti converrà sempre partire da una pellicola negativa. Se, invece, intendi proiettare le immagini o inviarle presso una casa editrice nella speranza di una pubblicazione, dovrai preferire l'utilizzo di una pellicola diapositiva.


Sensibilità e grana
Ogni pellicola, per registrare bene le immagini, deve essere esposta alla luce per un tempo determinato. In commercio esistono emulsioni di sensibilità diverse ossia che per essere impressionate dalla stessa quantità di luce necessitano di un tempo più o meno lungo. La sensibilità di una pellicola è strettamente correlata con la dimensione dei granelli fotosensibili che compongono l'emulsione e cresce all'aumentare di questi.
Se fotografi con materiali ultrasensibili oppure sottoponi l'immagine ad elevati ingrandimenti, la struttura granulare del film diventa visibile.

Le pellicole con una grana molto fine ti consentono di riprodurre immagini molto nitide mentre quelle a grana grossa, ossia più sensibili, sono indicate per riprendere i soggetti in rapido movimento oppure in condizioni di scarsa luminosità. La sensibilità di una pellicola viene indicata con un codice numerico standard espresso in Iso: più è alto il numero e maggiore è la sensibilità della pellicola.

 

 

Dall'alto verso il basso: esposizione corretta; sovraesposizione di un "stop" con pellicola negativa; stesso errore con pellicola diapositiva.
Nel primo caso errato l'immagine stampata è resa accettabile mentre nel secondo la fotografia è rovinata.
Con il termine "stop" si intende indifferentemente un valore di un diaframma o di tempo di otturazione.


Categorie di sensibilità
In commercio esistono pellicole più o meno sensibili alla luce: quelle con indice più alto (800/3200 Iso), sono caratterizzate da una granulosità evidente che può influire negativamente sulla lettura dei dettagli.
In condizioni di scarsa luminosità, comunque, a parità di altre impostazioni, queste emulsioni ti consentono di impiegare tempi di scatto più veloci rispetto alle pellicole meno sensibili, quindi di evitare fotografie poco nitide perché "mosse".
Le pellicole poco sensibili, (25-50 Iso) caratterizzate da una grana molto fine, sono adatte nei casi in cui sia richiesta la massima nitidezza dei dettagli.

A causa della ridotta sensibilità, devi disporre di una fonte di luce molto intensa, come il sole brillante oppure il flash.
Le pellicole di sensibilità medio alta (100-400 Iso) sono considerate universali poiché ti permettono di ottenere i migliori risultati, come nitidezza e equilibrio cromatico, nella maggioranza delle situazioni.

 

Latitudine di posa
Questo termine definisce il grado di reazione della pellicola alla sovra e alla sotto esposizione. Può essere anche definita come la capacità dell'emulsione di compensare, entro certi limiti, gli errori di esposizione causati dal fotografo in ripresa. Questo parametro varia molto a seconda del tipo di pellicola utilizzato: le negative hanno un margine di tolleranza molto ampio che consente di ottenere fotografie leggibili anche se la pellicola ha subito grossolani errori di esposizione (fino a 2 o 3 stop sia in sovra che in sottoesposizione).
Le diapositive, invece, sono molto meno flessibili e anche un errore di piccola entità (dell'ordine di + o – 1/2 stop, ossia mezzo valore di diaframma o di tempo di scatto), peggiora la foto in modo rilevante.

Questi bambini che giocano in un laghetto alpino sono stati fotografati con una pellicola a bassa sensibilità.

In questo caso l'ampia latitudine di posa offerta da una pellicola negativa ha consentito di ottenere un risultato accettabile anche se l'esposizione è stata calcolata in modo approssimativo, trattandosi di un'istantanea scattata in tutta fretta.

 

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