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Peggy Guggenheim Venezia


XXIX Biennale di Venezia 1958.
Alberto Sordi con il Nudo del 1958
di Alberto Viani
ARCHIVIOARTE FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI MODENA

Arte, storia e costume dal 1948 al 1986 alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia: la scena dell'arte internazionale rivive, fino al 21 maggio, negli oltre 150 scatti di una straordinaria testimonianza fotografica. La mostra Venezia 1948-1986: La scena dell'Arte, a cura di Luca Massimo Barbero, presenta oltre 150 fotografie appartenenti all'Archivio Arte Fondazione Modena, un viaggio raro attraverso immagini con scatti inediti e sorprendenti che ritraggono artisti e protagonisti delle Biennali di Venezia dal 1948 al 1986, da Picasso a Matisse, da Dalí a Vedova, Fontana e Rauschenberg. Fotografie a suo tempo realizzate per riviste come Time, Life, Epoca e ora protagoniste di un percorso che non è solo testimonianza storica di una realtà importante della città lagunare, ma è soprattutto testimonianza artistica degli eventi che hanno segnato il mondo dell'arte del periodo postbellico. Il percorso della mostra presenta una scelta tra gli oltre 12.000 negativi acquisiti dall'archivio dell'agenzia fotografica Cameraphoto di Venezia da parte dell'Archivio Arte Fondazione, un nuovo progetto della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena creato appositamente per raccogliere materiali inediti, carteggi, fotografie, archivi personali e di artisti. L'Archivio è destinato a diventare centro di studio e consultazione.

 


XXXIII Biennale di Venezia, 1966. Julio Le Parc nella sua sala
ARCHIVIO ARTE FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI MODENA
Julio Le Parc © by Siae 2006

 

Roni Horn Bolzano


Roni Horn, Big Print, Museion, 2006


Still Water (the river Thames,
for example), 1999, 15 offset litographs on paper, 77x5 x 105,5 cm cad.

Fino al 30 aprile il Museion - museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano - ospita l'esposizione Angie and Emily / Dickinson - Inverleith House dell'artista newyorchese Roni Horn, a cura di Letizia Ragaglia. Molte delle opere fotografiche in mostra hanno origine in Islanda, una sorta di terra d'elezione per Roni sin dagli anni Settanta, dove trascorre molto tempo esplorando e fotografando. A partire dagli anni ‘90 questa attrazione ha dato luogo ad un corpo non ancora terminato di libri d'artista intitolati To Place. Le sequenze giustapposte di espressioni di visi e di fenomeni naturali che troviamo in Becoming a Landscape (1999-2001) esprimono adeguatamente la dialettica insita all'immenso lavoro in continua evoluzione di "To Place". L'esperienza della differenza e della dialettica tra osservatore e oggetto dell'osservazione ritorna in This is Me, This is You (1999-2000), che consiste in 49 coppie di foto scattate da Roni a sua nipote Georgia Loy in diverse pose nell'arco di due anni. Completano la mostra due lavori fotografici: Her, Her, Her and Her (2004, una serie di fotografie scattate negli spogliatoi della piscina di Reykjavik, in cui si affiancano immagini di corridoi vuoti, ambienti freddi e piastrellati, porte chiuse) e Still Water, The River Thames for Example (1999, che combina le immagini delle torbide acque del Tamigi con diverse note a piè di pagina costituite da scritti dell'artista sull'acqua e da estratti da altre fonti, compresi gli archivi della polizia municipale e articoli di giornale che evocano fatti di cronaca legati alle acque).

 

Maria Assunta Karini Verona
Fino al 30 aprile Heart Gallery di Verona presenta Dàm, fotografie e video di Maria Assunta Karini. Dàm significa eternità in arabo e sangue in ebraico. La mostra, curata da Riccardo Fai, è composta da due corpi di lavoro: When Blood with Bood is paid ("quando il sangue si paga con il sangue" narra, tramite video e immagini, la tragedia di donne irachene, cecene, iraniane e afgane, donne che lottano per sfondare le porte chiuse dell'ignoranza pagando con il loro sangue il sangue versato dalle ingiustizie) e 7 inches (un video che affronta il tema del dolore, della morte e del sangue innocente come concetto universale che non ha religione né bandiera). Immagini dal forte impatto cromatico, con toni freddi che rendono le figure un vento di cenere e fantasmi, con toni più caldi che sembrano innescare un processo di autocombustione.

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