Editoriale
Quante Afriche ci sono? I quattro approfondimenti di questo numero di Sguardi mostrano alcune delle rappresentazioni di un continente dall'identità plurale.
C'è l'Africa di Nick Nichols e Mike Fay, inviati della National Geographic Society, che per 456 giorni hanno attraversato a piedi un'area tra le più remote e incontaminate del continente, oltre 3.200 chilometri dalle foreste del Congo alle spiagge del Gabon, tra testimonianze di straordinaria bellezza e denunce di rischi di estinzione.
C'è l'Africa elegiaca di Nick Brandt, che riesce ad andare al di là del déjà vu di tanta fotografia naturalistica e mostra animali della savana come in posa per un ritratto, fotografati senza l'ausilio di grandi focali, da vicino, come oggetti d'arte, restituiti in un superbo bianco e nero.
C'è l'Africa italiana, quella degli immigrati africani che vivono da noi, quell'Africa normale che lavora, manda i figli a scuola, va in chiesa o a ballare. La narrano Marco Ambrosi, Matteo Danesin e Aldo Sodoma, membri del collettivo Zoo_Com, con i loro ritratti e frammenti di vita quotidiana delle comunità africane che si sono stabilite nel territorio veronese e frequentano la Chiesa Pentecostale.
C'è, infine, il reportage realizzato in Congo nel gennaio di quest'anno da Andrea Frazzetta, sui tanti volti di un immenso paese (dalla politica alla religione, dalla sanità al lavoro) in tumultuosa transizione verso la democrazia.
Libri e film in uscita riportano poi l'attenzione su due maestri della fotografia del secolo passato: Henri Cartier-Bresson, "l'occhio più potente del Novecento", e Diane Arbus, la "fotografa dei mostri". Photology dedica a Cartier-Bresson tre eventi: una mostra (HCB Classics), un libro (Biografia di uno sguardo di Pierre Assouline) e un film (Biographie d'un Regard di Heinz Buetler). Fur è invece il film di Steven Shainberg con la diva Nicole Kidman nel ruolo della fotografa che amava ritrarre creature ai margini della vita "normale", ispirato alla biografia scritta da Patricia Bosworth.
L'intervista a Piero Tauro, che da venticinque anni si dedica alla fotografia di scena con un occhio particolare alle nuove esperienze di teatrodanza e danza contemporanea, racconta il suo modo di fotografare artisti, attori, performer, colti in azione sul palcoscenico in occasione di alcune tra le più prestigiose rassegne italiane.
Le news spaziano dalla biografia per immagini del gigante Nelson Mandela, alle foto di grande formato ambientate nel mondo della moda di Malena Mazza, passando per il premio Bari Photocamera assegnato a due autori riconosciuti della fotografia italiana contemporanea, Francesco Cito e Mario Cresci, su cui Sguardi tornerà in un futuro vicino.
Buona visione e lettura.
[Antonio Politano]
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