Celebrità

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Dietro l'obiettivo

La fotografia è una passione profonda per molti, anche per i cosiddetti personaggi famosi. Dopo il successo registrato a Madrid nell'ambito di Photo España 2007, fino al 7 ottobre Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno (Milano) ospita Celebrità dietro l'obiettivo, 105 fotografie di personaggi famosi: da Richard Gere e Jeff Bridges a Bruce Chatwin e Mikhail Baryshnikov, da Lou Reed e Patti Smith a Giuseppe Tornatore e Pedro Almodóvar, fino a Leonard Nimoy, lo Spock di Star Trek, e Pablo Picasso. Ventuno tra attori, scrittori, musicisti, danzatori e pittori, che per l'occasione diventano fotografi, per piacere o impegno personale, non per denaro o qualche tipo di incarico. La mostra è promossa dal Comune di Cesano Maderno che ha così dato continuità al festival "Foto&Photo", da sei anni organizzato nei palazzi storici e luoghi pubblici cesanesi e che dall'anno prossimo avrà cadenza biennale con il coinvolgimento di diversi comuni della Brianza. Di seguito pubblichiamo una panoramica sui lavori degli autori riuniti in mostra - raggruppati per affinità creative - della curatrice dell'esposizione Enrica Viganò.


Jeff Bridges. Michelle Pfeiffer, The Fabulous Boys, 1989
© Jeff Bridges. Cortesia Rose Gallery

C'è chi si avvicina alla fotografia negli anni immediatamente successivi alla sua invenzione, verso la fine del XIX secolo, con l'entusiasmo di chi ha un nuovo strumento per sperimentare e dare voce alla propria creatività. Edgar Degas usa la macchina fotografica per documentare quello che è il suo mondo più intimo, con modalità del tutto diverse rispetto a quelle impiegate nella sua pittura impressionista: le sue fotografie sono infatti il risultato di un'attenta ricerca formale e di una complessa orchestrazione degli spazi. Senza spostarci dalla Francia, l'opera fotografica dello scrittore naturalista Emile Zola conferma e riflette la sua attenzione nei confronti del mondo contemporaneo, con uno sguardo tradizionale verso il ruolo fondamentale che ricopre la famiglia. In mostra è esposta proprio una serie di studi dedicati alla figlia.


Mikhail Baryshnikov. Untitled 10, 2006 © Cortesia Edwyn Houk Gallery, Nueva York

Ci sono quelli che guardano gli altri. Quelli che usano la macchina fotografica per indagare nel mondo dei propri amici, come potrebbe fare uno qualsiasi di noi, ma ovviamente in una cerchia molto speciale, ritraendoli nei momenti più intimi e a volte più importanti della loro vita (per esempio Graham Nash con Joni Mitchell e Neil Young). Interessante è il caso del poeta e romanziere Jean Cocteau che in maniera molto divertente, come solo può fare chi ha avuto la fortuna di avvicinarsi al mezzo fotografico ai suoi albori, ci mostra una vita parisien quasi recitata da artisti delle avanguardie come Max Jacob, Amedeo Modigliani e Pablo Picasso. Anche quest'ultimo, soprattutto durante il suo soggiorno francese, si dedica a ritrarre gli amici nei loro studi e in altri momenti della vita, ad esempio il pittore naïf Rousseau o il poeta Apollinaire.


Leonard Nimoy. Self Portrait with Shekhina 2001. Cortesia Richard Michelson Galleries

Vero omaggio all'amicizia è la serie di fotografie realizzate dallo scrittore della Beat Generation Allen Ginsberg, attraverso le quali emerge la cronaca della rinascita intellettuale americana della seconda metà del XX secolo, ripresa dallo sguardo divertente e ironico di uno dei suoi massimi rappresentanti. Nel caso di Yul Brynner è l'attore a rimanere imprigionato in questa rete di bellezza che circonda l'effervescente mondo cinematografico e artistico che ha avuto la fortuna di respirare. Leggendaria è la fotografia scattata al maestro Dalí mentre ritrae una giovanissima Amanda Lear. Altri come Bryan Adams fotografano i loro amici del jet-set. E cosa c'è di più curioso di un VIP che ritrae un altro VIP? Se lo facesse uno qualsiasi di noi lo si potrebbe imputare al desiderio di saperne sempre di più dei personaggi famosi, ma se lo fa lui è lecito domandarsi perché. Perché al contrario dei paparazzi, le immagini di Adams riescono nell'intento di mostrare la fragilità e l'umanità di questi personaggi come se si trattasse di persone qualsiasi. Tra coloro che rivolgono lo sguardo all'interno del proprio mondo professionale, possiamo includere l'attore Jeff Bridges, che sembra rimanere affascinato da tutto ciò che succede sul set. Sedotto dalla bellezza delle attrici che lavorano accanto a lui, ci accompagna nel mondo magico e misterioso della recitazione. Il ballerino Mikhail Baryshnikov porta l'agilità e il garbo caratteristici della sua danza, così come l'amore per il movimento che l'accompagna da sempre, al suo modo di fotografare e al tema scelto: la danza in tutte le sue forme, dal merengue fino allo striptease, protagonista delle foto in mostra, riprese durante i suoi numerosi viaggi nella Repubblica Dominicana.


Bruce Chatwin. Catching the bus, Afganistan © Cortesia Trevillion Images, Londres

C'è chi vede nella fotografia un mezzo complementare di espressione. In Italia, già a fine '800, lo scrittore Giovanni Verga utilizza una delle prime macchine fotografiche per esplorare l'ambito rurale e per testimoniare la sua proposta verista, indagando non solo nel suo ambiente di possidente siciliano ma anche nella vita dei contadini e dei meno fortunati. Per i registi la macchina fotografica diventa il "terzo occhio", un'estensione naturale del loro approcciarsi alla realtà e a quelle immagini in movimento di cui essi stessi si fanno inventori/creatori. Stanley Kubrick, Giuseppe Tornatore e Luchino Visconti, anche se molto lontani per età e provenienza geografica, adottano lo stesso sguardo critico, curioso e meticoloso verso il mondo e soprattutto verso la gente, di cui ci trasmettono immagini estremamente vive e coinvolgenti. Peculiare è il caso di Pedro Almodovar che ha deciso di essere l'unico occhio creatore di immagini durante la lavorazione dei suoi film, tanto in video come in fotografia. Come se non gli bastasse registrare, come se attraverso la fotografia riuscisse a fermare la scena, dividerla in elementi molteplici e soffermarsi su quel dettaglio memorabile, sempre più cosciente di dove sta andando.


Lou Reed. Snapper, 2005 © Lou Reed. Cortesía Steven Kasher Gallery. Nueva York

Un altro caso particolare è quello di August Strindberg che ci ha lasciato un'ingente quantità di autoritratti: una scelta stilistica che probabilmente va messa in relazione con la schizofrenia di cui soffriva. Soltanto uno scrittore e viaggiatore infaticabile come Bruce Chatwin è in grado di portarci lontano raccontando ciò che hanno visto i suoi occhi. Attraverso le sue fotografie ci illustra i suggestivi racconti che compongonoi suoi libri di viaggio. Un altro personaggio che si avvicina al tema dei viaggi è l'attore Richard Gere, attento soprattutto all'armonia spirituale, un aspetto che ben si riflette nelle sue fotografie intimiste, in cui domina il silenzio. Va sottolineato che quest'attenzione all'uomo e allo spirito non resta solo nelle immagini: i proventi di tutta l'attività fotografica di Gere sono infatti devoluti in beneficenza per la causa del Tibet. Sempre il silenzio, ma questa volta fatto di paesaggi urbani di luci e ombre, è il protagonista dell'omaggio suggestivo e personale che Lou Reed fa a New York, la città che per decenni è stata la sua base creativa. Le fotografie sono impregnate di quella stessa poetica oscura che ha sempre caratterizzato ogni sua espressione artistica e professionale.


Volver, en Madrid. © Pedro Almodóvar. Cortesía de El Deseo, Madrid

Un progetto fotografico vero e proprio è quello proposto da Leonard Nimoy. L'attore, che tutti ricordiamo nei panni di Doctor Spock in Star Trek, studiò fotografia negli anni '70. Le sue immagini più recenti, da cui sono stati scelti gli scatti esposti, rivelano una grandissima sensibilità e attrazione nei confronti del corpo femminile. Nella serie Maximum Beauty l'artista propone una riflessione sul significato comune e sociale della bellezza, mentre in Shekhina indaga nelle pieghe della sensualità e sessualità contenute negli insegnamenti e nella cultura della religione ebraica.


Pablo Picasso. Scene de cafe 1908 - 1910 © Photo RMN

Patti Smith prima di diventare un'icona dell'universo musicale aveva studiato arte. In seguito ha continuato a coltivare il suo interesse per la pittura e la fotografia, riuscendo a creare - da vera professionista - un suo stile unico, profondo e carico di nostalgia. Commovente come le sue parole è l'immagine delle pantofole che il suo amico Robert Mapplethorpe portava prima di morire. Un'immagine regalata all'eternità. Da una sua frase è possibile avere la visione chiara del modo in cui interpreta le proprie fotografie: "… sono un appunto visivo di oggetti che hanno pochissimo valore materiale, ma che io, malgrado ciò, amo".

 

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