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Guarda che non sono io, Francesco De Gregori

40 anni della vita di Francesco De Gregori. Ricordi e storie in bianco e nero o a colori. Un racconto per immagini: Guarda che non sono io, un ritratto fotografico di Francesco De Gregori a cura di Silvia Viglietti e Alessandro Arianti, edito da Svpress. Viaggi, concerti, backstage, incontri. Dagli anni 70 in uno studio di registrazione a New York al tour Banana Republic con Lucio Dalla. Da una foto in auto con Ivano Fossati del 1985 fino alle immagini del 2012 con il capitano della Roma, Francesco Totti, ed Ennio Morricone. Una galleria di foto inedite, un approfondimento sull’artista e i suoi dischi, due interviste esclusive e una raccolta di appunti e manoscritti di nuove e vecchie canzoni. Il volume è disponibile sul sito degregoristore.com e in libreria.

 

Josef Koudelka, Nationality Doubtful

Fino al 22 marzo 2015, il Getty Center di Los Angeles ospita la mostra di Josef Koudelka Nationality Doubtful, la prima retrospettiva dedicata negli Stati Uniti alla carriera del fotografo ceco, naturalizzato francese. Una lunga carriera, quella di Koudelka, cominciata nel 1958 collaborando con numerose riviste e due compagnie teatrali di Praga. I suoi lavori sulla primavera di Praga - celebri le immagini delle forze militari del Patto di Varsavia al momento della loro entrata nella capitale dell’allora Cecoslovacchia - arrivarono in maniera clandestina all’agenzia Magnum e furono pubblicate sul Sunday Times firmate solo con la sigla P.P. per evitare eventuali ripercussioni contro il fotografo e la sua famiglia. Nel 1961 entrò in contatto con le comunità rom dell’Europa orientale, raccontando storie di culture, tradizioni, vita quotidiana. La raccolta delle sue testimonianze diventa un progetto celebre e felice Gypsies. Dalla fine degli anni ottanta, Koudelka si è concentrato sul tema dell’intervento dell’uomo sull’ambiente nei luoghi abbandonati e trasformati dopo i grandi conflitti internazionali, documentando in particolare le barriere di separazione tra Israele e la Palestina. Fino al più recente lavoro, Wall, sulla barriera di separazione costruita dagli israeliani in Cisgiordania.

 

La nascita di Magnum

22 maggio 1947, presso il ristorante del Museum of Modern Art di New York un gruppo di fotografi decide di associarsi per tutelare il loro lavoro, diventando proprietari delle immagini e liberandosi definitivamente dalle regole stabilite dagli editori. Viene così fondata la Magnum Photos Inc (dal nome della celebre bottiglia di champagne versato per festeggiarne la nascita). Presenti Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David Seymour e William Vandivert. Oggi è possibile ripercorrere quel lungo viaggio attraverso le immagini dei protagonisti, al Museo del Violino di Cremona, fino all’8 febbraio 2015, grazie alla collettiva, a cura di Marco Minuz, La nascita di Magnum. Robert Capa Henri Cartier-Bresson George Rodger David Seymour. In mostra, centodieci fotografie provenienti dall’agenzia che ancora oggi è un riferimento nel mondo del fotogiornalismo: la guerra civile spagnola e il conflitto Cina-Giappone di Capa pre-Magnum, i primi reportage realizzati da Rodger, Cartier-Bresson, Seymour e Capa per Magnum; la nascita dello stato di Israele di Capa; il reportage di George Rodger dedicato alla tribù dei Nuba in Sudan; il lavoro di Henri Cartier-Bresson dedicato all’India con le ultime fotografie scattate a Gandhi prima della sua morte; le fotografie degli orfani di guerra di David Seymour a seguito del secondo conflitto mondiale in Europa.

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