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Rassegne / Milano, Photofestival + Reggio Emilia, Fotografia Europea



Ogni tanto, a turno, qualche città emerge come centro della cultura fotografica nel nostro paese. È il caso in questo periodo, da una parte, di Milano con la dodicesima edizione di Photofestival (fino al 20 giugno); e, dall’altra, di Reggio Emilia, con la dodicesima edizione di Fotografia Europea (fino al 9 luglio).




Ad uno sconosciuto, Jessica Zambellini © Palazzo Pirola

Confermando la formula consolidata - produttore di numerose esposizioni e contenitore di iniziative programmate dalle gallerie che aderiscono al circuito - Photofestival 2017 propone 151 mostre di autori affermati e talenti emergenti distribuite in 95 spazi espositivi di Milano e dell’hinterland: una rete di gallerie, musei, biblioteche, spazi espositivi pubblici e privati che dal centro si allargano alla periferia. Un lungo percorso ideale che attraversa l’intera Città Metropolitana, dove un ruolo centrale è riservato a quelli che vengono definiti Palazzi della Fotografia, palazzi storici di Milano destinati a ospitare alcune mostre fotografiche (come Palazzo Giureconsulti e Palazzo Turati, Palazzo Bovara e Palazzo Castiglioni).




Messico 2017, Angelo Mereu © Istituto italiano di fotografia

E quest'anno la Primavera artistica milanese si arricchisce di un'importante novità, la Milano Photo Week (dal 5 all'11 giugno), voluta dal Comune per allargare il ventaglio della proposta culturale, in cui si inserisce anche la nuova manifestazione del mondo Imaging promossa dall'Associazione Italiana Foto & Digital Imaging (AIF), WIDE Photo Fest. Anche per questo si è voluto dedicare proprio a Milano questa edizione del Photofestival, con un titolo - Realtà e futuro. Da Milano al mondo – che pone l'accento sulla creatività ed energia di una città aperta al cambiamento, alla voglia di sperimentare e innovare.




Seydou Keïta © FM Centro per l'Arte Contemporanea

Di seguito, segnaliamo alcune presenze qualificanti del programma, che si può trovare aggiornato sul sito www.milanophotofestival.it. Come, per esempio, Il cacciatore bianco. Memorie e rappresentazioni africane a cura di Marco Scotini (al FM Centro per l’Arte Contemporanea), in cui 40 artisti, e più di 120 opere, creano un dialogo tra arte contemporanea e arte antica tradizionale, tra rappresentazione della memoria e della contemporaneità, con opere di Seydou Keita e Malick Sidibé, considerati i padri della fotografia africana.




Giulio Di Meo © Palazzo Bovara

Come Express your Art di Giulio Di Meo (Palazzo Bovara) che, coinvolto lo scorso anno in un vasto progetto finanziato da Faema, ha percorso la Penisola e raccontato il mondo del caffè visitando locali storici a Torino, pasticcerie a Milano, luoghi alla moda a Rimini, tradizionali a Matera, tipici a Bari: microcosmi dove passano attimi delle nostre vite. O come, a Palazzo Pirola, la ricerca sui ritratti di Jessica Zambellini in Ad uno sconosciutoe di Nazzareno Berton e Sergio Carlesso sulla natura in Reset.




La danza degli Ulivi, Massimo De Gennaro © Spazio Kryptos

Parlando di luoghi del mondo, vicini e lontani, segnaliamo La danza degli ulivi di Massimo De Gennaro (allo Spazio Kryptos), una serie di fotografie di ulivi del nostro Mediterraneo; Indian Frames di Gianni Oliva (M4A - MADE4ART), un classico del reportage di viaggio: colori, volti, movimenti, sguardi dall’India; e la Cuba senza tempo di Maja Galli (Negozio Civico ChiAmaMilano), un reportage che si propone di andare al di là del già noto e visto: le auto americane degli anni Cinquanta, il ballo, i sigari, le vecchie insegne.




Maja Galli © Negozio Civico ChiAmaMilano

Anche Fotografia Europea è arrivata alla sua dodicesima edizione, con incontri, conferenze, workshop, presentazioni di libri, visite guidate e spettacoli ad animare dal 5 maggio le giornate di apertura del festival e i fine settimana successivi fino al 9 luglio, e con più di 30 esposizioni del circuito ufficiale a cui si affiancano le 300 mostre del circuito Off e quelle di importanti partner regionali.




© Timetraveler, Spain, 2014, Marjolein Blom

Per questa edizione, infatti, Fotografia Europea allarga i propri confini, attraverso sinergie e partnership con realtà culturali e artistiche dell’Emilia Romagna: oltre al ruolo centrale che continuerà a giocare Reggio Emilia, mostre ed eventi collegati al festival saranno ospitati dalla Fondazione Mast (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) di Bologna, dallo Csac (Centro studi e archivio della comunicazione) dell'Università di Parma, dalla Collezione Maramotti, raccolta privata di arte contemporanea con sede a Reggio Emilia, e dalla Fondazione Fotografia di Modena, una delle realtà italiane più interessanti nell’ambito della fotografia e dell’immagine contemporanea.




© Andile Buka, Sartist Sport, Yeoville Tennis Club, 2014

Fotografia Europea 2017 ruoterà attorno al tema Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro. La fotografia, da sempre legata alla registrazione e considerata documento del passato diventa qui una “mappa del tempo” più complessa e variegata, un modo di viaggiare tra le diverse dimensioni temporali, di fare mappe multidimensionali. «Archivio dunque non come luogo chiuso, come luogo della conservazione, ma anzi archivio come luogo - diffuso - dove trovare le storie e le immagini che possono aiutare a comprendere il presente e a immaginare il futuro».




© Paul Strand, Famiglia Lusetti, Un paese, 1955

Anche qui, segnaliamo alcune presenze qualificanti del programma, che si può trovare aggiornato sul sito www.fotografiaeuropea.it. Prima di tutto, l’esposizione Paul Strand e Cesare Zavattini. Un Paese. La storia e l’eredità che presenta le fotografie di Paul Strand, provenienti da prestigiosi musei internazionali (Centre Pompidou, Paris; MAPFRE, Madrid; The Aperture Foundation di New York), apparse nel libro Un Paese, pubblicato nel 1955, uno dei primi libri fotografici italiani e risente della cultura del neorealismo italiano e racconta, attraverso le immagini del fotografo statunitense e i testi di Cesare Zavattini, le vite e le storie degli umili di un paese italiano - Luzzara, nella pianura padana - scelto come specchio dello spirito di un popolo e del ritmo universale della vita legata alla terra.




© Gianni Berengo Gardin, Un paese vent'anni dopo, 1975

La rassegna illustrerà, inoltre, attraverso gli scatti di Gianni Berengo Gardin (che insieme a Zavattini realizza Un Paese vent’anni dopo nel 1976), Luigi Ghirri, Stephen Shore, Olivo Barbieri fino alla ricerca artistica di Claudio Parmiggiani, come Un Paese sia stato fonte di ispirazione per diversi autori, fotografi, scrittori e artisti e come questi abbiano preso spunto dal volume, divenuto esemplare nella storia della fotografia e nella letteratura per il rapporto tra immagine e scrittura.




© Kitra Cahana /courtesy Fabrica

I Chiostri di San Pietro, punto cardine di Fotografia Europea, accolgono una serie di mostre come quelle dedicate allo studio e archivio di Gianni Berengo Gardin (luogo del pensiero e della creazione, oltre che di custodia della memoria del proprio lavoro); alle fotografie d’archivio, pubblicazioni e progetti di Fabrica by Benetton Group (testimonianza della varietà di approcci alla documentazione fotografica che attraversa realtà e continenti); a un focus storico-fotografico sul Sudafrica, paese ospite di questa edizione (A Short History of South African Photography, 100 fotografie scattate in Sudafrica negli ultimi 100 anni).




© Tommaso Bonaventura, If I Were Mao

Tommaso Bonaventura, Jan de Cock, Aleix Plademunt e Moira Ricci sono stati chiamati anch’essi, sull’esempio storico del Paese di Cesare Zavattini e Paul Strand, a scegliere per le loro produzioni originali un “paese” (si va dal Molise alla Maremma, dal villaggio-mondo a luoghi immaginari) come metafora, paradigma, mappa ideale del mondo intero, dello stare insieme, di come è o di come dovrebbe essere (ai Chiostri di San Domenico).




© Baron Wolman, American singer and songwriter Janis Joplin (1943-1970) at her home in Haight-Ashbury, San Francisco, November 1967

Infine, nel cinquantesimo anniversario della Summer of Love, lo Spazio Gerra propone l’esposizione Community Era - Echoes From The Summer Of Love, a cura di ICS - Innovazione Cultura Società, che tenta di rispondere alla domanda: cosa rimane della comunità hippie e cosa si riverbera di quell’esperienza nel nostro presente. La collettiva raccoglie le immagini di celebri fotografi statunitensi, Robert Altman, Elaine Mayes e Baron Wolman, diretti protagonisti della rivoluzione culturale che dalla California della seconda metà degli anni Sessanta si è diffusa in tutto il mondo occidentale.



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