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A cura di:

Sicilia col cuore
Lillo Miccichè

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© Lillo Miccichè - Alla fiera

La storia della fotografia è molto recente, e recentissima è la sua collocazione tra le arti figurative ed espressive. Originariamente essere la sorella minore della pittura o peggio ancora al servizio della stessa, ha rallentato il suo essere arte. Oggi le cose sono per fortuna cambiate grazie a una naturale evoluzione e soprattutto grazie alla esistenza di grandi fotografi che hanno segnato i cambiamenti del tempo immortalando non solo fatti di cronaca ma tutto ciò che è visibile ai nostri occhi. Il problema sta nel guardare.

 

 

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© Lillo Miccichè
Campagna siciliana - Pescheto

È stato scritto da qualche parte che bisogna guardare da turista, figura solitamente curiosa e osservatrice che spesso vede ciò che una persona comune non vede. Per cui osservare, guardare, spiare devono essere gli elementi primari della fotografia. Non solo per raccontare ciò che si vede ma anche per esprimere sentimenti ed emozioni.

È anche vero che la fotografia non può essere solo legata a ciò, ma ha anche il duro compito di raccontare fatti ed episodi di cui le cronache oggi non lesinano di trasmettere.

 

 

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© Lillo Miccichè
Attraverso le canne

Altro discorso invece è la scelta tecnica; in primis b/n o colore. È qui che entra in gioco il fattore emozionale, quello che guiderà alla realizzazione di una foto; e solo chi "vede" può fotografare.

Il messaggio di una foto è composto da uno o più elementi che devono trasmettere all'occhio umano informazioni, narrazioni; tutto sta nell'essere presente al posto giusto nel momento giusto. Guardare, osservare, vedere, fotografare, fermare il tempo, la storia tutto in una frazione di secondo. Bellissimo! Ognuno di noi ha il potere e la forza di fermare il tempo, ognuno di noi può raccontare la storia.

Nella foto non servono generali siamo tutti soldati, tutti storici potenziali. A volte ci si dice: ah, se avessi la macchina fotografica appresso. È vero, ognuno di noi vede, ma solo qualcuno fotografa. Ho incontrato gente che non fotografa per l'imbarazzo di fronte a chi l'osserva: peccato, un po' di storia in meno; ho incontrato gente che fotografa a raffica: un po' di storia in più. Il mondo è troppo bello per non essere fotografato, la gente è meravigliosa per non essere immortalata. E l'unico modo per fermarla - dalla frenesia della vita e dalla corsa contro il tempo - è proprio fotografarla e raccontarne le varie emozioni e i vari sentimenti.

 

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© Lillo Miccichè
Paesaggio siciliano - Vigneto

Quando qualcuno mi chiede come si fotografa la mia risposta è banale: con la macchina fotografica e con il cuore. Tutti guardiamo la stessa cosa, ma tutti la vediamo in modo diverso e se tutti scattiamo la stessa cosa avremo tante immagini diverse dello stesso oggetto o soggetto. Il fascino della foto sta proprio in questo. Le città, la campagna, gli oggetti, i volti, le persone, tutto ciò che vediamo è emozione, racconto, storia. Come, credo, anche le immagini della mia Sicilia che propongo all'attenzione di chi guarda Sguardi.

 

 

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© Lillo Miccichè - Racalmuto (AG)
Festa della Madonna del Monte
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© Lillo Miccichè - Caltagirone (CT) - Gesù

Chi sono
Sono nato a Caltanissetta 43 anni fa, fotografo da oltre 20 anni.
Ho fatto diverse mostre fotografiche, tenuto incontri e conferenze, collaborato con riviste locali e realizzato pubblicazioni.
Il colore è il mio cavallo di battaglia, poiché riconosco in esso le caratteristiche del mondo che mi circonda.
Ritengo di particolare interesse i reportage che ho realizzato sul mondo del lavoro, sulle rovine delle miniere di zolfo in Sicilia. Proprio su questo tema verte l'ultima mia pubblicazione.
È comunque il paesaggio il soggetto principale della mia fotografia, è con esso che riesco a raccontare l'evoluzione dei colori e delle forme, soprattutto in quella terra di Sicilia in cui questi cambiamenti sono naturali.

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© Lillo Miccichè - Sedie

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