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Ulivo dono del Mediterraneo


© Denis Dailleux

La mostra nasce da un progetto concepito dall'Agence VU e realizzato da fotografi provenienti da diverse zone geografiche del bacino mediterraneo a cui è stato chiesto di dare una propria visione dell'ulivo e di ciò che esso evoca, andando oltre la semplice documentazione.
Si è scelto di privilegiare lo sguardo, l'atto creativo e punti di vista personali, per restituire una realtà che non fosse solo una semplice registrazione di dati visivi.

L'esposizione, che Grazia Neri e Nital hanno voluto per ricordare Stefano Mongiovetto, protagonista con noi di tante avventure culturali, propone un panorama contemporaneo di un mondo al quale i diversi autori appartengono e del quale raccontano, in piena libertà.

 

 


© Eric Franceschi

Ognuno di loro ha rappresentato il tema attraverso una propria lettura, emozioni e sensibilità personali e scritture fotografiche diverse dando luogo, con gli altri, anche ad un'interessante rassegna sui modi della fotografia contemporanea. In mostra fotografie di autori affermati e di giovani autori emergenti: Bernard Faucon, Alain Gualina, Razi, José-Manuel Navia, Isabel Muñoz, Fouad El Khoury, Paolo Pellegrin, John Demos, Patrick Box, Paulo Nozolino, Eric Franceschi, Yto Barrada, Cristina Garcia Rodero, Denis Dailleux, Joseph Marando, Claude Bricage, François Xavier Emery, Klavdij Sluban.

La mostra, affettuoso omaggio a Stefano Mongiovetto, verrà inaugurata il 9 novembre alle ore 18.30 alla Galleria Grazia Neri (Via Maroncelli 14, Milano) e rimarrà aperta fino al 4 dicembre 2004.

 

 


© Joseph Marando

Di seguito, riportiamo il testo che Maurizio Rebuzzini, direttore di Fotographia, ha scritto per l'occasione.

«La prematura scomparsa di Stefano Mongiovetto, mancato appena compiuti trentacinque anni, ha sconvolto il mondo della fotografia.
Per gli incarichi professionali svolti in Nikon-Nital prima, e FujiFilm poi, Stefano Mongiovetto era conosciuto nell'ambito commerciale della fotografia, dai professionisti e dai giornalisti di settore e non.
Era cordiale, trasparente e affabile; per questo si era fatto molti amici, che oggi lo ricordano con commozione.
Stefano Mongiovetto ha portato nel mondo fotografico una ventata di ottimismo.
Nell'ambito della gestione commerciale dei prodotti lui affidati, ha saputo inventare una personalità in affascinante equilibrio tra competenza ed esigenze di mercato, tra efficacia e visione aperta, tra necessità contingenti e proiezioni futuribili. È stato capace di affrontare, lui per primo, la fotografia a tutto campo, conciliando i connotati commerciali con le applicazioni professionali e creative, i prodotti tecnici con l'immagine, il dovere con il piacere: non soltanto suo.
Nei primi momenti dall'inatteso annuncio, l'amico Lello Piazza mi ha sottoposto un passaggio tratto da Il tè nel deserto di Paul Bowles: a volte le parole ci aiutano a guardare in faccia il Mondo. Scrive Paul Bowles: "La morte è sempre in cammino, ma il fatto che non sai quando arriverà sembra togliere importanza al fatto che la vita è limitata. È proprio quella terribile inesorabilità che noi tanto detestiamo. Ma poiché non sappiamo, finiamo per pensare alla vita come a un pozzo inesauribile. Eppure ogni cosa accade soltanto un certo numero di volte, e un ben piccolo numero, in effetti. Quante volte ricorderai un certo pomeriggio della tua infanzia, qualche pomeriggio che sia così profondamente parte del tuo essere per cui tu non possa concepire la vita senza quelle ore? Forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderai sorgere la luna piena? Forse venti. E tuttavia tutto sembra senza limiti".
Stefano ci mancherà. E faremo tutto quanto è in nostro potere per mantenerne vivo e palpitante il ricordo. Se è vero quanto ho letto anni fa, nessuno muore finche sopravvive nel cuore di qualcuno. Forse l'elasticità del Tempo sarà di conforto e in grado di trasformare il lacerante dolore originario in sereni ricordi di istanti comuni, vissuti insieme».


© Fouad El Khoury

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