Viaggio in Italia / Nord

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Cip non ha paura
Pierpaolo Mittica

È sempre difficile trattare un tumore, è sempre difficile parlare di cancro. Sono parole tabù, feriscono quasi al solo pronunciarle o leggerle. Se ne può - deve - parlare. Si possono - devono - raccontare le storie delle persone colpite, anche per immagini. Quella raccontata qui è una "vecchia storia", quella di pazienti anziani in cura per cancro presso il Dipartimento di Oncologia Medica di Aviano, dove dal gennaio 2007 è attivo «un programma di cure dell'anziano oncologico strutturato così da individuare le esigenze socio assistenziali del paziente senza per questo rinunciare alla ricerca clinica».

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Carlo Mazzocco © Pierpaolo Mittica

Come scrivono Umberto Tirelli e Lucia Fratino - direttore del Dipartimento di Oncologia Medica del Centro di Riferimento Oncologico e responsabile dell'Ambulatorio Geriatrico - «quando alla fine degli anni ‘70 decidemmo di affrontare lo studio sistematico del cancro che colpisce il segmento più vecchio della popolazione, c'era la diffusa opinione nel mondo dell'oncologia medica che l'anziano mal tollerasse la chemioterapia e la radioterapia. L'atteggiamento generale era di riservare a questi pazienti solo trattamenti di tipo palliativo con la conseguenza che gli anziani venissero sostanzialmente esclusi dalla maggior parte degli studi clinici. Inoltre, quando trattati, i pazienti anziani affetti da tumore venivano sottoposti a scelte empiriche di riduzioni di dosi e quindi sostanzialmente trattati in modo inadeguato».

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Anna Zenzich © Pierpaolo Mittica

«Alla fine degli anni '70», proseguono i due medici, «l'Istituto Nazionale Tumori di Aviano è stato tra i primi in Europa a sostenere la ricerca nei tumori dell'anziano promuovendo l'integrazione delle metodologie proprie della geriatria con quelle più tradizionali dell'oncologia. Si ponevano così le basi di una nuova branca dell'oncologia: l'Oncologia Geriatrica. Eravamo allora consapevoli che l'invecchiamento è un fenomeno complesso ed altamente individualizzato, in quanto diversi sono i modi di invecchiare. Si potrebbe affermare che ne esiste uno per ogni singolo individuo in base a fattori genetici, ambientali e abitudini di vita. Vulnerabilità e fragilità caratterizzano tutte le fasi dell'invecchiamento, esponendo gli anziani ad alto rischio di sviluppare disabilità, rendendo per questo necessari modelli assistenziali e gestionali personalizzati del tutto inediti nel mondo dell'oncologia clinica di allora. Non solo curare dunque, ma prendere in carico».

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Antonio Fontanel © Pierpaolo Mittica

Per offrire all'anziano non solo speranze ma reali possibilità di cura e guarigione. Così, ammalarsi di cancro non equivale alla rinuncia fatalista di ogni tentativo di terapia in quanto "vecchi" ma l'inizio di un percorso. Dal 2007 ad oggi, sono circa cinquecento i pazienti seguiti. Per essi, la malattia è diventata un'esperienza di vita e solidarietà con il personale e il luogo di cura. Nel corso della degenza, uno dei pazienti - Pietro Costalunga - ha raccontato una storia, quella del suo cane Blaky, il suo setter inglese, e di Cip, un uccellino che ha l'abitudine di volare e posarsi tranquillo sul naso del cane. Esiste una foto che documenta Cip posato sul naso del setter e il signor Costalunga ne ha fatto dono al reparto con la seguente dedica: «Cip non ha paura: ha fiducia di Blaky perché è bravo e paziente. Così è la mia fiducia riposta in questo Ospedale e nel suo Servizio, attivo e costante, unito a tanta professionalità, disponibilità, cortesia e pazienza che prodiga a tutti gli ammalati. Questo è ciò che intendo esprimere, dedicando Loro questo mio ricordo, con tutta la mia riconoscenza e il mio grazie».

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Pietro Costalunga © Pierpaolo Mittica

Da qui ha preso corpo l'idea di realizzare un racconto fotografico dove testimonianze dei pazienti e immagini (non solo TAC, flebo e sale d'aspetto, ma anche luoghi casalinghi in cui vivere la malattia assieme ai propri cari, in compagnia degli amici animali e agli oggetti, nella consuetudine dei gesti quotidiani) fossero complementari per riprodurre il vissuto della malattia. Le fotografie di Pierpaolo Mittica confezionano con sensibilità un racconto non verosimile ma vero del difficile cammino, malattia-guarigione, a tinte forti, colori saturi per esprimere energia e voglia di vivere. Riproducono in sequenza ciò che segue alla diagnosi del paziente anziano e ciò che la malattia lascia, ovvero grande dignità e massima volontà nel difendere la propria indipendenza. Dal lavoro di Mittica sono nati un libro di immagini e testimonianze intitolato Cip non ha paura e una mostra in collaborazione con il Craf (Corte Europa di Spilimbergo, fino al 28 novembre).

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Caterina Cordaz © Pierpaolo Mittica
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Prof. Umberto Tirelli © Pierpaolo Mittica


Chi è

Pierpaolo Mittica, distribuito a livello internazionale dalla Trolley di Londra, è dentista e "fotografo umanista". Nel 1990 consegue il diploma in conservazione, tecnica e storia della fotografia indetto dal CRAF studiando con Charles-Henri Favrod, Naomi Rosenblum e Walter Rosenblum, suo padre spirituale. Ha fotografato in Italia, Cina, Cuba, Vietnam, Bosnia, Kosovo, Serbia, Ucraina, Bielorussia, India, Indonesia, Bangladesh. Le sue fotografie sono state esposte in Europa e Stati Uniti e fanno parte di alcune collezioni permanenti, tra cui il J. Paul Getty Museum di Los Angeles. Ha pubblicato diversi libri e ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali.

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Marianna Capretta © Pierpaolo Mittica
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Caterina Cordaz © Pierpaolo Mittica

 

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