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Street Photographers in America
Saul Leiter e Vivian Maier

Fotografia di strada, America. Marciapiedi, insegne, passanti, automobili, confusione, incontri, energia, ritmo della città. Tempismo, necessità di non mancare il momento, capacità di unire informazione e composizione, occhio per significati, dettagli e luce. Un autore conosciuto, anche come fotografo di moda e pittore. Un'autrice sconosciuta, con l'hobby della fotografia, scoperta per caso dopo la sua scomparsa. Una mostra, un libro. L'occasione per accostarsi a Saul Leiter la offre a Milano la Fondazione Forma che presenta - fino al 16 settembre - Le luci di New York, una selezione inedita di fotografie in bianco e nero e a colori, di quadri astratti e figurativi oltre a una serie di polaroid dipinte.
 

© Saul Leiter/Courtesy of Howard Greenberg Gallery
Harlem, 1960
© Saul Leiter/Courtesy of
Howard Greenberg Gallery
© Saul Leiter/Courtesy of Howard Greenberg Gallery
La neve, 1960
© Saul Leiter/Courtesy of
Howard Greenberg Gallery

Americano di Pittsburgh, classe 1923, Leiter è attratto già durante l'adolescenza dalla pittura. Lascia ben presto gli studi da rabbino e il destino che la famiglia aveva progettato per lui e si sposta a New York dove continua la sua ricerca pittorica. La visita a una mostra di Cartier-Bresson, nel 1947, decide il suo futuro: si procura una Leica e senza trascurare mai del tutto la pittura, comincia a percorrere la città di New York e a fermare in immagini, prima in bianco e nero, poi anche a colori, le atmosfere, gli sguardi e gli incontri occasionali della metropoli. Leiter ha collaborato a lungo, soprattutto come fotografo di moda, con riviste come Life o anche Harper's Bazaar, Elle, Nova, Vogue e Queen e in questi anni non ha mai smesso di osservare e di lavorare sulla visione. O meglio, sulle tante, possibili visioni che una vita di osservatore professionista gli offre.
 

© Saul Leiter/Courtesy of Howard Greenberg Gallery
Il vento, 1953 ca
© Saul Leiter/Courtesy of
Howard Greenberg Gallery
© Saul Leiter/Courtesy of Howard Greenberg Gallery
Senza titolo, 1950 ca
© Saul Leiter/Courtesy of
Howard Greenberg Gallery

«Ancora oggi, non ho perso il piacere di osservare le cose e ammirarle e scattare fotografie o dipingere» ha dichiarato Leiter. «A volte, mi sveglio nel mezzo della notte e prendo un libro di Matisse, o di Cézanne o Sotatsu. Un dettaglio che non avevo notato prima, di colpo attrae la mia attenzione. Dipingere è magnifico. Quando mi stendo sul letto penso alla pittura. Amo fotografare ma la pittura è un'altra cosa. Ho sempre fotografato in modo molto libero, senza avere in testa nessuna particolare immagine, fotografia o dipinto, che sia. Chi vede i miei dipinti pensa che esiste una relazione tra l'uso del colore nei miei quadri e nelle fotografie. Cerco di rispettare determinate nozioni di bellezza anche se per qualcuno si tratta di concetti vecchio stile. Certi fotografi pensano che fotografando la miseria umana, puntano i riflettori su problemi seri. Io non penso che la miseria sia più profonda della felicità».
 

© Saul Leiter/Courtesy of Howard Greenberg Gallery
Taxi, New York, 1957
© Saul Leiter/Courtesy of
Howard Greenberg Gallery
© Saul Leiter/Courtesy of Howard Greenberg Gallery
Le borse, 1950 ca
© Saul Leiter/Courtesy of
Howard Greenberg Gallery

Le sue trasparenze sono sofisticate e semplici, come i titoli delle foto: suole, semaforo rosso, cappello di paglia. Perché è proprio un particolare, sistemato magari al lato estremo dell'inquadratura, che rende significativo quello scorcio, quello sguardo, quel lampo di luce, quella particolare giornata. E poi, quando i titoli non bastano più, ci saranno tante foto chiamate semplicemente strada, palcoscenico, regno del voyeurismo e del distacco. Sempre a New York, dove Leiter vive e lavora.

Vivian Maier, Street Photographer

Vivian Maier, invece, nasce a New York ma si sposta a Chicago dove lavora come bambinaia professionista e fotografa per diletto. Tra gli anni Cinquanta e Novanta scatta oltre 100 mila fotografie, dalla Francia a New York, da Chicago ad altre dozzine di paesi, che non mostra mai a nessuno. Una vita senza i clamori della ribalta finché un agente immobiliare e storico di Chicago con la passione per la fotografia, John Maloof, compra per poche centinaia di dollari migliaia di negativi (che Maier era stata costretta a cedere insieme al resto dei suoi averi per difficoltà economiche), capisce il valore di quelle foto, apre un blog e cura un libro: Vivian Maier Street Photographer (PowerHouse Books, con testi di Geoff Dyer). Salutato dall'apprezzamento di giornali come il New York Times («una modesta baby sitter di Chicago, di nome Vivian Maier, è stata uno dei pionieri della fotografia di strada») e da una domanda ricorrente, come quella che si pone il Wall Street Journal, sul suo "mistero": «Perché Vivian Maier non ha mai mostrato a nessuno le sue immagini?».

www.vivianmaier.com

 

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