Una sfida tecnica che conferma ampia flessibilità e affidabilità provate direttamente sul campo, nell’ambito di un progetto fotografico tanto ambizioso quanto impegnativo.

A cura di Roberto Insalata

» Introduzione » Il Progetto
» Le risorse » Sistema Nikon CLS: le nostre considerazioni
» La parola alle immagini » Credits e conclusioni

 

Le risorse

Entriamo finalmente nel merito del progetto, cominciando con un elenco riassuntivo dell’attrezzatura fotografica impiegata:

N. 4 Unità Flash Nikon SB-800
N. 1 Corpo macchina Nikon D700
N. 1 Impugnatura MB-D10 con batteria EN-EL4a
N. 1 Obiettivo Nikkor 50mm f/1.8D
N. 1 Obiettivo Zoom Nikkor 28-70mm f/2.8 IF-ED AF-S
N. 1 Obiettivo Zoom Nikkor 70-200mm f/2.8G IF-ED AF-S VR
N. 1 Obiettivo Zoom Nikkor 14-24mm f/2.8G ED
N. 1 Wireless Commander SU-800
N. 3 Softbox Lastolite EzyBox Hotshoe Kit da 60x60cm
N. 1 Manfrotto Super Clamp mod. 035
N. 1 Manfrotto Braccio a frizione variabile mod. 244N
N. 1 Manfrotto Treppiedi mod. 458B Neotec Pro

Unitamente ai prodotti fotografici elencati, abbiamo creato alcuni accessori di tipo creativo, come gelatine colorate (differenti colori) avvolte su cartoncino rigido e adattate all’illuminatore flash delle unità SB-800, snoot in plastica per effetti di luce concentrata, ma anche alette in cartoncino per proteggere i ricevitori CLS costituiti da sensori IR integrati in ogni unità flash, in condizioni di elevata luminosità naturale. Infine, abbiamo gestito il nostro flusso di lavoro utilizzando un notebook Apple Mac Book Pro 17” (Intel Core 2 Duo 2.6Ghz, 4GB Ram, HD 200GB 7200rpm) e il recente software Nikon Capture NX 2.0, in grado di produrre un file NEF di qualità eccellente, oseremmo dire “scioccante” per meglio trasmettere la sensazione che si avverte visualizzando le immagini con il prodotto.


Sistema Nikon CLS: le nostre considerazioni

Durante i sei giorni di intensa attività fotografica, si sono presentate differenti occasioni (soprattutto operando in esterni) che hanno sfidato l’affidabilità del sistema di comunicazione wireless tra i flash Nikon, lasciando emergere piccole ma risolvibili criticità. Iniziamo con una sintetica analisi degli elementi che compongono il sistema proprietario di illuminazione creativa CLS, tema ampiamente approfondito in precedenti articoli.

I flash della serie SB-800 e i più recenti SB-900, estendono la propria funzione nativa di illuminatori i-TTL offrendo l’avanzata capacità di controllo senza cavi (funzione Commander) di unità aggiuntive compatibili (SB-600/800/900), definite Remote. A partire dal 2005, lo speciale dispositivo SU-800 (lo stesso da noi utilizzato durante le riprese) si è aggiudicato un ruolo di prestigio nell’offerta Nikon; si tratta di una valida alternativa (economica e pratica, pesando solamente 160g) alle unità flash SB-800/900, privato però dell’illuminatore, in grado di assicurare una copertura dichiarata - in condizioni di massima visibilità - di ben 20m.

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Dispositivo SU-800

Le nostre verifiche smentiscono, positivamente, tale valore con moderata presunzione, considerando che il limite operativo da noi registrato si è attestato intorno ai 50m (senza ostacoli). Affinché le unità possano correttamente dialogare tra loro, è richiesta la visibilità diretta tra il dispositivo Commander (SB-800/900 o SU-800) e le cellule di comunicazione IR dei flash, configurati in modalità Remote, a prescindere dal canale e dal gruppo impostati. A tale proposito, la nostra esperienza ci ha permesso di riscontrare un comportamento eccellente operando in interni, dove la riflessione offerta dalle pareti e superfici circostanti favorisce sensibilmente la propagazione del segnale, superando di fatto il requisito poc’anzi citato.

In esterni, di contro, il comportamento del sistema è condizionato essenzialmente dalla presenza di sole, in grado di penalizzare (in misura diversa) la qualità della comunicazione IR. Ricorrendo alla semplice (quanto efficace) copertura delle cellule colpite dalla luce intensa, adottando una soluzione artigianale (semplici alette ricurve in cartoncino o plastica leggera), si riesce a risolvere brillantemente la limitazione appena evidenziata. Malgrado fosse possibile ruotare la torcia flash di tutte le unità (potendo così rivolgere le cellule all’infrarosso a favore del Commander), in limitate circostanze abbiamo dovuto rinunciare al controllo CLS, e preferito eludere l’obbligo di visibilità diretta (dando priorità al risultato creativo) configurando il dispositivo dalla modalità Remote alla SU-4 (servo cellula). In tale configurazione, l’impulso di comando è ricevuto non più dall’unità Commander (mancando la visibilità), ma dalla luce prodotta attraverso le unità adiacenti al momento dello scatto. Naturalmente, una soluzione così efficace ha il suo lato oscuro: l’interruzione del controllo a distanza, che andrà sostituito con la variazione manuale della potenza del lampo, agendo fisicamente sull’unità interessata.

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